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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Sciopero generale, a Lecce il sindacalismo di base

La Cgil sarà presente in massa alla manifestazione di Bari mentre in Piazza Sant'Oronzo si ritroveranno Usb e altre sigle. Poi una delegazione a Maglie per la consegna delle mutande

LECCE - Il capoluogo salentino è la sede scelta dal sindacalismo di base per la manifestazione regionale contro la manovra finanziaria del governo Berlusconi. Martedì 6 settembre Piazza Sant'Oronzo è in programma infatti lo sciopero generale. Ci saranno l'Usb e altre sigle indipendenti, sono previsti pullman dalle altre province pugliesi. Quanta gente parteciperà alla chiamata dei sindacati più radicali è difficile dirlo, anche perché la Cgil sfilerà a Bari mentre Cisl e Uil non hanno aderito, rimarcando così una divergenza che dura oramai da anni rispetto all'organizzazione attualmente guidata dalla Camusso.

"Una profondissima iniquità: è questo il tratto distintivo della manovra", ha dichiarato Salvatore Arnesano, Segretario generale della Cgil Lecce, nello spiegare le ragioni che muovono la Cgil a organizzare un´imponente mobilitazione in tutte le piazze d´Italia: "Una manovra socialmente insopportabile che scarica tutto sul lavoro pubblico, sui pensionati, sui servizi ai cittadini, su una progressiva destrutturazione del welfare".

Si prevede che saranno oltre mille i manifestanti in partenza da Lecce, 20 i pullman che si muoveranno dalla provincia alla volta di Bari, dove si svolgerà la manifestazione pugliese, in contemporanea con altre 100 piazze nel Paese. Il corteo partirà da piazza Castello alle ore 9 e arriverà in piazza Prefettura dove si terrà il comizio: vi interverranno il segretario generale della Cgil Puglia Gianni Forte e il segretario nazionale Cgil Fabrizio Solari. Tra i manifestanti salentini anche i lavoratori migranti della masseria Boncuri di Nardò, protagonisti di una difficile lotta contro l lavoro nero e caporalato che ha visto, e vede tutt´ora, la Cgil, insieme alla categoria della Flai, impegnata, giorno e notte, al fianco dei lavoratori. Moltissimi i lavoratori coinvolti dalla crisi che interessa i settori produttivi del Salento.

"In una manovra ancora più sbagliata e iniqua delle precedenti, si usa la crisi per nuovi gravissimi tagli ai diritti dei lavoratori", ha concluso Arnesano: "Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama".

Introduzione della patrimoniale e tassazione e delle rendite finanziarie, riduzione delle spese militari, reale lotta all'evasione fiscale con conseguente creazione di un fondo di "garanzia" per i giovani e le categorie più deboli. Sono solo alcune delle misure che l'Unione sindacale di base rivendica per una manovra equa e sostenibile. La confederazione indipendente è fortemente critica non solo nei confronti delle banche che sarebbero le vere ispiratrici delle misure varate dal governo, ma anche nei confronti dei tre principali sindacati che, con diverse sfumature, hanno contribuito all'adozione di alcune decisioni. Al termine della manifestazione, intorno a mezzogiorno, una delegazione di sindacalisti si recherà a Maglie, città natale del ministro Raffaele Fitto, con la presenza di consegnarli delle mutande da girare ai colleghi di governo.

Alessandro Persano, segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Lecce, ha annunciato l'adesione della Federazione della sinistra alla manifestazione regionale dei sindacati di base: "L'articolo 8 varrebbe da solo uno sciopero generale. Per decreto si decide la soppressione del contratto collettivo nazionale e che da ora in poi i contratti aziendali potranno intervenire su tutti gli aspetti della prestazione lavorativa, anche in deroga alle leggi e alla Costituzione, in un elenco impressionante che va dalla presenza di impianti audiovisivi di controllo dei lavoratori, a mansioni e inquadramenti, orari di lavoro, fino ad arrivare alla soppressione dell'articolo 18 e alla libertà di licenziamento. Da qui in avanti le lavoratrici e i lavoratori si troveranno, nella crisi, azienda per azienda, territorio per territorio, ad un ricatto continuo in cui non vi è più argine per l'abbassamento di diritti e salari, nel dominio sancito del mercato e del ricatto delle imprese".

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