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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

"Sviluppo Italia, lunghe attese: impresa penalizzata"

Dario Stefanò scrive a al presidente di Sviluppo Italia: "La grave situazione che si è venuta a creare impedisce l'accesso alle agevolazioni". Mortificate le speranze di tanti giovani imprenditori

Caro Nicolò, ti scrivo. Dario Stefàno, presidente della Commissione sviluppo economico alla Regione Puglia prende carta e penna e scrive al presidente di Sviluppo Italia Spa (oggi Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo) Nicolò Piazza. "Motivo della lettera - dice Stefàno - è la grave situazione creatasi che impedisce, a coloro che pure avrebbero titolo a beneficiarne, l'accesso alle agevolazioni per un più facile avvio di un'attività di impresa. Si tratta del "Lavoro autonomo", di "Microimpresa" e del "Franchising", i tre strumenti gestiti da Sviluppo Italia fin dal 1996, che hanno consentito, come è noto, a tantissimi giovani con limitate disponibilità economiche, di avviare in proprio un'attività commerciale, di servizi o artigianale".

"Da circa un anno però - dice Stefàmo -, le speranze di migliaia di proponenti, che non chiedono altro che avere le stesse opportunità che altri hanno avuto prima di loro, si sono scontrate con le lunghissime attese ingiustificate (parliamo di più di dodici mesi) per ricevere la delibera di ammissione alle agevolazioni. L'ultima risale ai primi di aprile scorso per coloro che avevano presentato domanda nei primi mesi del 2006. Tale situazione si unisce ad un'altra ancor più urgente perché pericolosa, che riguarda la lunga attesa che intercorre tra l'erogazione dell'anticipo investimenti e quella del saldo. Tale ritardo, nella maggior parte dei casi, induce i fornitori delle attrezzature e dei macchinari che si chiedono a contributo, ad avviare azioni legali nei confronti degli indifesi beneficiari che, a questo punto, hanno solo la "colpa" di essere stati finanziati". Insomma, accesso "negato" alle agevolazioni di Sviluppo Italia per tantissimi futuri piccoli imprenditori pugliesi.

"Ciò ha creato un crescente "panico" nei futuri piccoli imprenditori costretti a ricorrere ("quando le condizioni lo consentono") al credito bancario - prosegue - pur di evitare l'avvio di procedure legali a loro danno, riducendo però sensibilmente il vantaggio del contributo concesso. A monte di tutto le continue ristrettezze di fondi, che però hanno ricevuto un sollievo con la delibera Cipe del giugno 2007 che prevede lo stanziamento, proprio per queste misure, di 30 milioni di euro. Oggi,però, si apprende che a quello stanziamento non è seguita la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, che renderebbe l'iter concluso ed i fondi definitivamente assegnati"

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