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Economia

La Provincia lancia il vademecum per la rinascita. "Ripartiamo dai campi da golf"

Un piano condiviso per ricominciare, gradualmente, a creare occupazione. Questa l'idea presentata dal presidente dell'ente, Antonio Gabellone, ai portavoce delle associazioni di categoria, sindacati e Università

LECCE  - Per galleggiare nelle sabbie mobili della stagione economica in corso, il Salento potrebbe darsi al golf. O, meglio, potrebbe orientare i segmenti del proprio mercato verso l’offerta turistica legata al rinomato sport  “delle buche”. Così come hanno provveduto altri Paesi tra i quali Portogallo, Spagna, Marocco e Tunisia.

Ogni nuovo campo da golf creerebbe in media 100 posti di lavoro. Senza contare quelli generati per realizzare  percorsi e  strutture ricettive annesse. Questo è quanto riportato dal documento redatto in vista del tavolo di concertazione.

Rappresenta una delle macroaree di intervento attraverso le quali la Provincia di Lecce intende rilanciare l’economia locale, in un nuovo Rinascimento locale. Il piano è stato illustrato questa mattina, alla presenza del presidente dell’ente provinciale, Antonio Gabellone e di alcuni esponenti di Palazzo dei Celestini, tra i quali il direttore generale, Gianni Refolo.

Al tavolo erano anche seduti i portavoce dei sindacati, delle associazioni di categoria e un rappresentante dell’Università del Salento. “Perché il territorio cominci a concretizzare e a scommettere su iniziative per uscire dalla crisi”. Con queste parole il principale inquilino di Via Umberto I ha inaugurato l’incontro. “Un progetto da condurre in maniera condivisa, una base da cui ripartire”.

Oltre al turismo sportivo, che punterebbe anche alla nautica da diporto, l’altro settore strategico su cui la Provincia vorrebbe puntare, è rappresentato da una “vetrina permanente delle produzioni locali”. Non una nuova fiera espositiva, ci tengono a precisare, bensì un vero e proprio borgo/villaggio con tanto di stradine pavimentate con pietra locale e case a corte. E poi ancora laboratori artigianali e showroom.

Ma il potenziamento di una rete dei musei archeologici all’aperto non poteva mancare tra le proposte “salva-lavoro” avanzate: secondo i promotori delle idee, alla creazione di itinerari a mobilità lenta, che collegano il paesaggio antico di terra a quello di mare, seguirebbe automaticamente un incremento di visitatori e un tornaconto occupazionale non da poco.

Nel programma di rilancio della produzione del Tacco, rientrerebbe anche un’accelerata alla Green economy, cui farebbe seguito l’installazione si sistemi illuminanti a Led, con migliori prestazioni, anche per le casse dell’amministrazione pubblica, e minore impatto ambientale.

 Altre idee “verdi”  per la fornire un impulso positivo: incentivare il Car sharing (la condivisione dei mezzi di trasporto privati, ndr) e puntare all’agricoltura e alla coltivazione di prodotti biologici. Ma non vengano sottovalutati  gli immobili in disuso o sottoutilizzati: questi ultimi costituirebbero, secondo gli amministratori provinciali, un potenziale bacino di occupazione.  

La spinta potrebbe arrivare, infine, dall’innovazione scientifica e tecnologica in collaborazione con l’Università del Salento. I numerosi spin-off sostenuti dall’ateneo leccese sfornerebbero specialisti pronti per riconvertire piccole e medie imprese familiari. Sebbene, come lo stesso portavoce del rettore, presente al tavolo tecnico di questa mattina, ha lasciato intendere, non godiamo di uno scenario lavorativo in grado di assorbire tutti i laureati. E fiocca una soluzione anche per questo fenomeno: semplicemente, aiutiamoli a formarsi all’estero.

Ciò che resta e riemerge, anche sulla scorta degli interventi dei portavoce delle associazioni di categoria, è il nodo di sempre: prima di un ventaglio di possibili percorsi da intraprendere, la richiesta è quella di minor pressione fiscale e più accesso al credito. L’urgenza tra le urgenze, infine, è quella di domare l’elefantiaca macchina burocratica, uscire dall'apnea. 

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