rotate-mobile
Economia Santa Cesarea Terme

Terme, Serra a muso duro contro Provincia: "Irresponsabile parlare di dissesto"

Il presidente del Cda replica alle dichiarazioni del centrodestra sulla situazione della società termale: "Si usano toni allarmistici per sostenere tesi politiche". Ribadita la solidità patrimoniale e finanziaria dell'azienda

SANTA CESAREA TERME - "Un gioco al massacro": definisce così il presidente del cda di "Terme spa" di Santa Cesarea, Salvatore Serra, l'atteggiamento dei soci di minoranza che "pur di vedere sul patibolo gli amministratori di nomina regionale, perseverano un sistematico ostruzionismo ed utilizzano la macchina del fango contro persone e società". Rivolgendosi direttamente ad Antonio Gabellone, trova "singolare che il presidente non si sia allarmato per il ricorso giudiziario promosso dal Comune che ha rivendicato l’annullamento del provvedimento di rinnovo in favore di Terme spa, di cui è socio, della concessione delle acque. Non si è allarmato dal fatto che il venir meno della concessione provocherebbe, questo sì, il fallimento della società ed il licenziamento di tutti i dipendenti".

Secondo Serra, i soci di Provincia e Comune usano "toni allarmistici" per sostenere "tesi chiaramente politiche" che "nulla hanno a che fare con la situazione economico finanziaria della Terme Spa a cui va assicurata subito una florida prospettiva attraverso la sua privatizzazione, come prevede la legge: "Meraviglia - dichiara - l’irresponsabilità con la quale viene utilizzato il termine 'dissesto', che aziendalmente ha un significato gravissimo, cioè incapacità di far fronte alle obbligazioni sociali, che non trova alcun riscontro nella realtà, atteso che la società mantiene regolarmente i propri impegni ed è solvibile. Annunciare poi il fallimento è un’altra affermazione che serve solo a far clamore, provocando danni di immagine e commerciali di ingente entità".

Il presidente del cda precisa che, nonostante la crisi nazionale e di settore, “Terme Spa” mantenga livelli di fatturato e clientela in linea con le medie nazionali (come documentato da FederTerme), e, sotto il profilo patrimoniale e finanziario sia solida (come risulta dalle relazioni accompagnatorie dei bilanci di esercizio approvati): "È strano - afferma - che il presidente della Provincia non abbia ancora appreso della crisi generale abbattutasi sull’economia mondiale che ha contratto i ricavi in ogni settore".

Le perdite registrate scaturiscono, quindi, da diversi fattori: contabili (per effetto degli ammortamenti derivanti dai nuovi investimenti e dalla rivalutazione degli immobili); dalla contrazione dei ricavi per effetto della crisi economica e di settore di questi anni; dal contenzioso legale provocato anche dal socio Comune; dalla scelta di mantenere i livelli occupazionali per assicurare servizi di eccellenza.

Serra ritiene che altri amministratori meno sensibili al tema del lavoro avrebbero già provveduto al taglio del personale (che si è scelto, invece, di conservare, salvo una lieve riduzione di ore lavorate nell’ultimo anno). Poi precisa che l'affermazione dell'assessore Macculi su una ipotesi di svendita della società sia falsa, in quanto "proprio la scelta degli amministratori di procedere alla rivalutazione degli immobili ha permesso di allineare il valore contabile del patrimonio al reale valore di mercato".

"Questa scelta - insiste - valorizza proprio la società e le quote dei soci. Dovrebbe saperlo il socio Comune, che ha già venduto alcune azioni ad un valore unitario che corrisponde ad una capitalizzazione della società di diversi milioni di euro. Ed uno dei pacchetti azionari è stato acquistato proprio da un consigliere di amministrazione di nomina comunale che evidentemente, a differenza del Comune, ha valutato positivamente lo stato economico della società per essere indotto ad investire nelle quote".

Serra bolla come falsa la questione dello spreco dei fondi del Ministero delle Attività Produttive per 5 milioni di euro, chiarendo la società non ha incassato un solo centesimo dal dicastero e tutti i lavori sono stati realizzati con risorse proprie: "Inoltre - aggiunge -, non è vero che la società non ha effettuato investimenti viste le importanti realizzazioni per ammodernare e mettere a norma gli impianti e gli edifici, pena l’interruzione dell’attività per mancanza dei presupposti sanitari, legali e impiantistici. Stupisce la qualificazione di 'lavoretti' utilizzata da parte dei soci, Provincia e Comune, che non hanno mai sentito il bisogno di conoscere le importanti realizzazioni effettuate, per alcune delle quali la società ha dovuto ricorrere alle vie giudiziarie contro il Comune, con esito positivo, per ottenere le autorizzazioni necessarie ad eseguire i suddetti investimenti".

Il conflitto tra il Comune e la “Terme Spa” ha un’origine ben precisa: la decisione del cda di rinunciare il 31 luglio 2008 al contratto di programma, sottoscritto nel marzo del 2006, che conteneva il recupero del Nct di proprietà comunale rimasto incompiuto, nonostante lo "sperpero di ingenti risorse pubbliche da parte del Comune": "Da qui in avanti - racconta - il Comune conduce, anche attraverso i due rappresentanti in seno al cda, una dura opera di ostruzionismo contro tutte le decisioni per investimenti necessari che interessavano la struttura aziendale su cui si fonda il core business della società; ciò nella perversa convinzione che la società dovesse dirottare ogni risorsa nel recupero del Nct prima di ogni altra cosa, anche a costo di mettere in ginocchio la società".

Serra precisa, infine, che l’investimento sul Nct è comunque naufragato "per l’impossibilità sopravvenuta per l’ipotesi di reato, avanzata dalla Procura, secondo la quale non si poteva finanziare con aiuti di Stato un bene già oggetto di precedenti finanziamenti pubblici e venuta meno solo quando la società ha rinunciato all’investimento, tant’è vero che la Procura di Lecce disponeva la chiusura del procedimento penale, motivando la decisione proprio con la scelta di non aver più proceduto alla realizzazione dell’investimento di cui al contratto di programma".

"Bisognerebbe verificare e quantificare i danni - conclude Serra - che avrebbe subito la società se non avesse investito nel recupero delle obsolete strutture aziendali di proprietà e avesse invece destinato le risorse, per soddisfare gli interessi del Comune che configgevano con quelli della società, su un bene fatiscente, non di proprietà della società, la cui redditività risultava negativa alla luce di un approfondita analisi economica effettuata. La società tutelerà in ogni sede e con ogni mezzo la sua immagine e quella dei componenti gli organi sociali, lesa da un socio irresponsabile".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terme, Serra a muso duro contro Provincia: "Irresponsabile parlare di dissesto"

LeccePrima è in caricamento