Attilio Berni ed il suo magico sax a Lecce
Attilio Berni ed il suo magico sax a Lecce. Con l’organizzazione di Progetto Civitas, Terzo Millennio laboratorio sociale salentino e Casa Museo Spada, le Officine Cantelmo ospiteranno il famoso musicista laziale martedì 29 agosto. Ingresso libero con inizio alle 21,30.
"Io ho questa cosa dei saxofonisti, specialmente dei sax tenori... non so perché, ma loro mi fanno rabbrividire. Tutto quello che devono fare è suonare le prime otto battute di Come to me, my melancholy baby e mi viene la pelle d'oca, e vado da loro..."
Inizia così, con le parole di Marilyn Monroe nel film A qualcuno piace caldo, un originalissimo viaggio, dove attraverso analisi storico-organologiche, musiche sensuali ed accattivanti, aneddoti, filmati ed incredibili strumenti, il maestro Attilio Berni racconta le metamorfosi e le vicende dello strumento musicale da sempre legato alle donne ed alla loro sensualità.
Nel corso dei suoi 176 anni il saxofono ha subito una miriade di metamorfosi. Da anonima pipa di nichel ha saputo trasformarsi nel re del jazz, capace di esprimere rabbia, desideri, sonorità e gli umori più disparati dell'animo umano, divenendo l’icona multiforme del novecento e lo stereotipo per eccellenza dell'erotismo musicale.
Diplomato in clarinetto nel Conservatorio di Musica di S. Cecilia di Roma, Attilio Berni dal 1993 svolge una intensa attività di ricerca storica ed organologica sul saxofono e sugli strumenti a fiato. Dal 1996 è presidente del Centro Studi Musicali Torre in Pietra, vantando collaborazioni con la L.A. SAX di Los Angeles e la Paraschos in Grecia. Dal 1999 è membro dell’Association des Collectionneurs d’instruments à vent di Parigi. Dal 2011 è endorser della fabbrica di saxofoni estremi J’Elle Stainer per il primo, ed unico al mondo, saxofono sub-contrabasso. Numerose le sue collaborazioni cinematografiche e televisive, tra le quali: “La leggenda del pianista sull’oceano” di G. Tornatore, “The Talented Mr. Ripley” di A. Minghella, “The Blue River” di P. Scharnk, “The Gangs of New York” di M. Scorsese, “Speciali” televisivi sugli strumenti musicali vintage e la propria collezione prodotti per La7, Jazz Channel e “RAI- DOC Futura”. Berni si è esibito con vari ensemble in alcuni dei teatri più prestigiosi d’Europa: alla Casa del Jazz (Roma), a Bruxelles (Belgio), a Potsdam (Germania), nel teatro Valladolid (Spagna), all’Opéra di Bordeaux, nell’Abbazia di St. Michel en Thierache (Francia), Al Festival Jazz di Alatri, Cerveteri e Sa Pobla (Spagna), al Cupra Marittima International Festival ed all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Con una passione, decisamente fuori dal comune per il saxofono e la sua storia, ha realizzato la più grande collezione del mondo di saxofoni: oltre 500 strumenti musicali rari ed unici.
SINOSSI E TEMPI
1. ADOLPHE SAX: VITA, GENIALITA', INVENZIONI
2. IL SAX ARRIVA IN AMERICA
3. METAMORFOSI, THE SAXOPHONE CRAZE
4. I GRANDI SAXOFONISTI AMERICANI
5. IMPLICAZIONI ANTROPOLOGICHE, ACUSTICHE ED ARMONICHE
6. GLI STRUMENTI PIU' RARI: SAX IN FA CONN "O-SAX"
SAX TENORE CONN "ARTIST VIRTUOSO"
SAX SLIDE SWANEE
SAX ALTO GRAFTON PLASTICS OPRILLO EPPELSHEIM
SAX TENORE ADOLPHE SAX del 1876
SAX SOPRANO ADOLPHE SAX del 1867
SAX SOPRANO YAMAHA 62R GOLD PLATED
SAXORUSOFONO ALTO BOTTALI
SAX ALTO INVERTITO TIMIS
7. SAXOFONO ED EROTISMO
8. CONCLUSIONI
Modalità di realizzazione
Esposizione del relatore, proiezione di immagini e filmati di proprietà dell'autore/relatore,
esecuzione dal vivo di standard jazz (con quartetto jazz o basi musicali).
Brani eseguiti:
There will never been another you (H. Warren)
Oblivion (A. Piazzolla)
The shadow of your smile (J. Mandel)
How High the Moon (M. Lewis)
Over the Rainbow (H. Arlen)
Come to me, my melancholy baby (E. Burnett)
PRESENTAZIONE
Il radicamento, nell'immaginario collettivo, del collegamento stereotipato sax-erotismo
si spiega soprattutto grazie alla decisiva influenza perpetrata dal cinema e dalla televisione.
D'altra parte, come ha ricordato Philip Tagg nell'introduzione al suo fondamentale "Dieci
piccole melodie":
Parole e numeri possono essere i sistemi simbolici privilegiati in materia di
istruzione pubblica, ma è il mezzo audiovisivo, piuttosto che la parola scritta, che porta più
messaggi pervasivi e persuasivi, con quali i candidati politici influenzano o i governi sono
rovesciati, per non parlare delle materie prime vendute, degli stili di vita che stimolano, delle
mode, miti e ideologie. Per la maggior parte del suo tempo di programmazione la televisione,
ancora il più diffuso dei media audiovisivi, privilegia gli aspetti non verbali della vista e del suono, incorporando una significativa quantità media di musica.
Luca Marconi e Roberto Agostini, ricollegandosi alla sua idea di “funzionamento comunicativo
preconscio”, hanno esaustivamente illustrato il metodo con il quale i media
hanno attuato per anni il loro condizionamento: si tende a connettere lo stesso tipo di
musica con lo stesso tipo di immagini e parole, ed a far si che allo stesso tipo di musica, immagini e parole siano legate sempre lo stesso tipo di sentimenti, stati d'animo ed emozioni. E' cosi avvenuto che il pubblico, sottoposto continuamente a tali connessioni, si sia abituato a compiere le stesse associazioni ed abbia appreso un “codice comune collettivo”, un codice talmente forte e stereotipato da far si che quando si presenta una certa musica, anche se contemporaneamente non si sentono parole e non si vedono immagini, le associazioni visuali-verbali e le implicazioni affettive legate a tale musica entrino in azione ugualmente.
In effetti, solo a partire dai primi anni '50, grazie ad una nuova generazione di compositori, tra
cui Alex North, David Raksin, Franz Waxman, Dimitri Tiomkin, Elmer Bernstein e Henry
Mancini, il saxofono fece il suo ingresso vero e proprio, dopo anni di ostracismo, nel mondo del
cinema ed in particolare all'interno del cosiddetto genere noir anni Cinquanta e strettamente collegato a ciò che viene spesso definito come leitmotiv: molto spesso un motivo o un tema
ricorrente, suonato da un saxofono, veniva associato ad un avvenente personaggio femminile,
ad atmosfere che evocavano l'attrazione erotica o a dirette allusioni al sesso, nel tentativo di
aggirare le rigide disposizioni dell'allora vigente codice Hays (come è comunemente indicato, il
Production Code, una serie di linee-guida che per molti decenni ha governato e limitato la
produzione del cinema negli USA.)
Il grande successo di pubblico di alcuni di questi film fece il resto: nel giro di qualche anno il
sax si sarebbe espanso a macchia d'olio nelle produzioni musicali cinematografiche americane
ed europee, in ogni genere di film, mantenendo comunque, nella stragrande maggioranza dei
casi, quello stretto collegamento alla sfera erotica che aveva caratterizzato i suoi esordi sul
grande schermo.
In realtà il binomio sax-erotismo esisteva ben prima degli anni Cinquanta e costò al saxofono
la pressochè totale esclusione, per oltre un ventennio, dal mondo del cinema. Lo stile
saxofonistico impiegato nelle colonne sonore dei vari North, Raksin e Bernstein risaliva a
qualche anno prima e precisamente ai grandi solisti come Johnny Hodges, Benny Carter e
Coleman Hawkinse) delle big bands degli anni Trenta. Uno stile che e stato definito “romantico”
da alcuni notevoli esponenti della scuola saxofonistica, tra cui Lee Konitz.
Alla metà degli anni '40 il suono romantico di Coleman Hawkins era quello che andava per la
maggiore. Era un modo operistico di proiettare il suono, Coleman Hawkins era un appassionato
d'opera e produceva questo suono molto robusto, poderoso, con un vibrato pronunciato.
Johnny Hodges e stato certamente un modello assoluto per il modo di suonare i brani lenti.
Con il suo modo così tenero, quasi sdolcinato. Suonava in modo strepitoso. Riusciva a
scendere di un'ottava con un glissando, lo fa su “Passion Flower” alla fine del bridge. Ed è una
cosa molto difficile ed una delle caratteristiche fondamentali del suo stile.
Il vibrato ed il glissando, o bending, saranno le caratteristiche principali di quello stile
saxofonistico (soprattutto per quanto riguarda il contralto) che, partendo dalle grandi colonne
sonore hollywoodiane, attraversando un processo di vera e propria cristallizzazione stilistica, si
caricherà di quel riferimento connotativo all'erotismo da cui non si staccherà più, fino ai giorni
nostri.
?Salvo qualche eccezione, neanche i registi delle varie nouvelles vagues europee, riusciranno ad affrancarsi da ques to stereotipo. Comunque, soprattutto grazie alla maggiore attenzione da parte di questi registi per quanto riguarda l'impiego delle musiche nei loro film, negli anni Sessanta si registrerà una maggiore apertura nei confronti di altri tipi di saxofonismo, dalle varie sfumature del jazz moderno, agli eredi degli honkers nel rock e nella popular music in generale. Nel decennio successivo si assisterà ad una considerevole espansione dell'impiego del saxofono con connotazione erotica, che si sposterà dalle fumose atmosfere del noir verso una miriade di generi cinematografici anche molto lontani l'uno dall'altro, dall'horror alla fantascienza, dalla commedia al film d'azione. Negli anni Ottanta questa espansione continuerà fino ad interessare alcuni tra i più grandi successi commerciali della storia del cinema. L'impiego del sax all'interno di scene erotiche sarà così diffuso da diventare un vero proprio stereotipo, particolarmente esposto ad essere oggetto di parodia.