Flavio Boltro per Rudiae Blues Festival
All'Ombra del Barocco di Lecce prosegue il Rudiae Blues Festival, diretto dal violinista e compositore Alessandro Quarta. Giovedì 20 aprile (ore 20.30 - ingresso 20 euro) spazio al trio guidato dal trombettista Flavio Boltro affiancato da Mauro Battisti(contrabbasso) e Mattia Barbieri (batteria), con un viaggio tra atmosfere liriche e ritmi serrati, tra elettronica, jazz energico e improvvisazioni aperte. Il festival - tra musica ed enogastronomia - ospita cinque concerti da gustare con l'accompagnamento di piatti, vini e birre della tradizione italiana. Alla fine di ogni concerto, infatti, gli chef del ristorante prepareranno una ricetta tipica del territorio di origine dei musicisti.
Per omaggiare il Piemonte in tavola questa volta ci sarà un Risotto al Barolo. Il Rudiae Blues Festival si concluderà giovedì 27 aprile (ore 20.30 - ingresso 20 euro) con il concerto dell'Enrico Bevilacqua 4tet con la partecipazione del sassofonista abruzzese Max Ionata e con un piatto di spaghetti all'amatriciana. Il festival è organizzato in collaborazione con Acriè Lifestyle di Parabita, Pasticciotto Obama, BirraSalento e Conti Zecca in gemellaggio con La Contessa Jazz Club di Avellino e Caffè Bugatti di Terni.
Torinese, considerato uno dei più grandi trombettisti italiani, Flavio Boltro inizia a suonare la tromba e, a 13 anni, si iscrive al conservatorio. Suo è l'assolo di tromba nella sigla della sitcom Casa Vianello, andata in onda dal 1988 al 2007. Fa parte della scena jazzistica mondiale da quasi 30 anni. Diplomatosi al Conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti di grande levatura come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins. A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di diventare un componente del gruppo jazz di Laurent Cugny (di cui ha fatto parte dal 1994 al 1997) e di suonare con Aldo Romano.
Ha fatto parte stabilmente per quattro anni della Orchestre National de Jazz - ONJ francese ed in seguito del sestetto di Michel Petrucciani. L'idea di questo trio, con l'assenza di uno strumento armonico come il piano o la chitarra, è nata dall'esigenza personale di avere una maggiore libertà sonora, e di focalizzarsi allo stesso tempo sull'interazione con la sezione ritmica. Il sound spazia dall'acustico all'uso parsimonioso, sulla tromba, di effetti elettronici (diley, riverberi, pedale wha-wha) che aggiungono un particolare colore al clima del gruppo. Le esperienze musicali, le sonorità e i linguaggi musicali che appartengono ad ognuno dei musicisti si sono fuse insieme, creando un suono particolare e fuori dai clichet: sonorità vellutate si uniscono a suoni striduli e dolci melodie si inglobano a ritmi serrati. ll loro ricco repertorio è composto da brani originali che si ispirano non solo alla tradizione jazz, ma anche alle sonorità della musica rock ed elettronica.