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"Santicanti": a Taviano, la terza edizione dell'Etno World music festival

Domenica 11 agosto a Taviano arriva una delle manifestazioni musicali estive più interessanti ed innovative del territorio salentino, nata da un'idea di Antonino Manni e Donatello Pisanello. Tanti gli ospiti e gli eventi previsti

TAVIANO - Domenica 11 agosto è la data che l’amministrazione comunale di Taviano ha dedicato alla terza edizione di "Santicanti - Etno World Music Festival", una delle manifestazioni musicali estive più interessanti ed innovative del territorio salentino.

Si tratta di una rassegna di musica etnica, nata nel 2011 da un'idea del consigliere Antonino Manni e di Donatello Pisanello leader degli Officina Zoè, con l’esigenza di dar vita ad un evento di livello internazionale anche nell’area ionica del Salento, quella compresa tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, spesso trascurata e relegata ai margini dai grandi eventi estivi.

Gli artisti che si esibiranno sul palco di questa terza edizione sono i Tarantanera, un progetto multietnico che vede coinvolti: gli Officina Zoè, il polistrumentista maliano Baba Sissoko, considerato uno dei maggiori esponenti della musica etnica e jazz internazionale, Kandi Guira alla voce, Ady Thioune ai djembè e alle percussioni, mentre in veste di danzatrici Maristella Martella e Silvia De Ronzo dell’associazione culturale salentino-bolognese Tarantarte, che si occupa da ormai un decennio di danze popolari del sud Italia e del Mediterraneo.

Ospite della serata sarà anche il compositore e organettista Riccardo Tesi con la sua Banditaliana, tra i gruppi italiani più acclamati della scena world internazionale, che da sempre fonde forme e riti della tradizione toscana, echi di jazz e canzone d'autore per una musica senza frontiere, fresca e solare, che profuma di Mediterraneo.

Santicanti è una “festa” musicale nella “Città dei Fiori”, col chiaro intento di diventare il festival di musica etnica e world di riferimento. Il motivo che ha ispirato e ispira il festival è lo sguardo che da questo lembo di terra deve necessariamente volgere verso Sud – non fosse altro che per prossimità geografica, che è anche culturale e relazionale – crocevia di scambi commerciali ma anche di influenze e contaminazioni reciproche, specie in ambito musicale.

L’area del Mediterraneo e l'Africa sono state infatti un tempo i luoghi privilegiati dalle nostre genti per instaurare rapporti con quei popoli che si affacciavano sullo stesso Mare Nostrum. È bastato attraversarlo da una parte e dall’altra per far incontrare civiltà tanto diverse ma allo stesso tempo simili, che hanno istaurato rapporti di reciprocità, di cooperazione e di scambio tali che per secoli hanno permesso che si scrivesse quella splendida storia di pacifica convivenza e solidarietà tra quei popoli.

Ma il festival non rivolge solo lo sguardo verso quelle terre, ma soprattutto tende l’orecchio verso quei popoli per ascoltarne la musica e i loro canti, un modo affatto originale per ritornare a relazionarsi con essi, attraverso il linguaggio universale della musica, da sempre medium di conoscenza e di scoperta reciproca, di confronto e di ricerca continua dell’altro, per cercare di comprendere insieme il grande mistero dell’uomo sulla terra. Il ritmo, molto più semplicemente, che sul palco prende corpo durante la serata, rende “sacra” l'accoglienza degli artisti che il festival ospita, la esalta e quasi la santifica, col canto che fa da collante tra i musicisti, e tra questi e il pubblico dei Santicanti.

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