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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Elisabetta Liguori: "I ragazzi chiedono modelli forti"

Minori a rischio: un ragazzino trovato a chiedere l'elemosina con l'organetto a Gallipoli per mantenere lui e il padre. Altri tre minorenni arrestati a Cutrofiano per ricettazione. Sono le cronache di questi giorni, di quindicenni allo sbando e in cerca di modelli da emulare, spavaldi e dal guadagno facile. L'argomento è delicato e sempre al centro dell'attenzione da parte dei genitori e delle istituzione preposte al loro recupero. Questa settimana LeccePrima dedica la rubrica delle interviste a Elisabetta Liguori, funzionario e dirigente della cancelleria civile del Tribunale per i minorenni di Lecce.

Dottoressa Liguori, lo sentiamo citato di continuo, oggi è terra di mostri ed ingiustizia, domani terra di eroi, ma allora ci dica con precisione: che tipo di istituzione è quella del Tribunale per Minorenni?

E' un ufficio giudiziario come tutti gli altri, ma con una competenza ed un interesse esclusivo: i minori, la loro crescita, la loro promozione personale e sociale, la predisposizione dell'ambiente e del progetto di vita idonei a sviluppare in loro la necessaria consapevolezza di sé nel mondo.

Questo significa occuparsi dei minori in materia civile come in quella penale.

Nel civile, sostenendo o controllando le famiglie all'interno della quali i minori crescono, verificare l'esistenza di eventuali condotte genitoriali pregiudizievoli, omissive o commissive, consentire l'adozione se e quando possibile ( valutando contestualmente l'idoneità delle coppie che si dichiarano disponibili), regolarizzando le posizioni anagrafiche(paternità, maternità) consentendo o impedendo matrimoni precoci, e molto altro. Nel penale, contrastando, punendo o prevenendo situazioni di devianza o criminalità con una serie di misure, tra le quali la pena afflittiva resta residuale.Ogni misura ha come unico scopo il recupero del minore stesso, la sua risocializzazione, la sua rieducazione. Quando un tribunale per i minori arriva ad eseguire una condanna infatti, è come se avesse fallito.

Ma è possibile il recupero di un minore anche all'interno del carcere?

Il carcere, nell'intento del legislatore, non ha oggi funzione solo retributiva. L'esecuzione della pena, infatti, per gli adulti ma soprattutto per i minori, ha fini rieducativi. Questo non significa che sia facile. Il carcere resta comunque un'esperienza dura. Ecco perché, per gli ultra quattordicenni capaci di intendere e volere, sono state previste una serie di misure diverse, che consentono la valutazione preventiva della minore rilevanza del fatto criminoso, della sua eccezionalità, del vissuto del minore stesso, della sua messa alla prova, dell'eventuale mediazione con la vittima del reato stesso, fino a perdonare l'autore del reato ove possibile (esiste infatti l'istituto del perdono giudiziale), dandogli la possibilità di guardare al futuro in modo diverso.

Di cosa hanno bisogno i minori oggi, cosa chiedono al mondo degli adulti?

Andando in giro per scuole, mi sono resa conto che i ragazzi chiedono modelli forti. Su quello devono lavorare gli adulti, nelle agenzie sociali di riferimento, famiglia, scuola, territorio, e perché modelli migliori e più autentici operino in modo più efficace è necessario dare un nuovo ruolo alla comunicazione. Esiste la parola, che sia quotidiana o che sia tecnica, spesso non rileva, purché sia parola.

Eppure i canali e i livelli di comunicazione oggi sono aumentati…

Ci sono oggi infiniti strumenti, è vero, ancora sotto o male utilizzati. E' aumentato il numero di soggetti comunicanti, ma si è abbassato il livello di comunicazione vera. Un Tribunale come il nostro, per lavorare nel giusto modo, ha bisogno di entrare in contatto con l'oggetto del suo interesse. Il Tribunale per i Minori deve ascoltare i minori. In materia civile, ad esempio, si usano tecniche di ascolto del minore ( delle sue ragioni, delle sue attese, delle sue opinioni) che si vanno facendo sempre più raffinate, con prassi virtuose cui fare riferimento sempre più ricche. Queste tecniche, pur operando in contesti giuridici specifici, non si discostano molto da quelle strettamente relazionali. L'empatia è elemento comune, così come lo è la biredizionalità del messaggio e il suo utilizzo secondo i criteri propri dell'intelligenza emotiva. Quindi oggi un Tribunale per i Minorenni deve servirsi del codice ma anche del cuore, di soggetti competenti e capaci e, necessariamente, di altri saperi come la psicologia, la sociologia, la pedagogia. E aggiornarsi di continuo.

Che significato possiamo dare allora a fenomeni sempre più diffusi di bullismo?

Si è finito per confondere il bullismo con la commissione di reati. Il bullismo è solo un atteggiamento deviante che richiede interventi di sostegno, misure di tipo amministrativo, consapevolezza e quindi analisi accurata del contesto. Spesso dietro tali atteggiamenti prevaricanti, arroganti, violenti si cela proprio l'assenza di quei modelli validi di cui parlavano poc'anzi, o disagi familiari risolvibili, o più semplicemente la solitudine.Spesso quell'atteggiamento nasce dall'emulazione, spesso dalla noia, a volte dal bisogno di rivalsa. Il reato, invece, è reato e per quello c'è il codice penale e tutte le sue speranze.

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