"Indovina chi": doppio appuntamento al Fondo Verri
Venerdì 10 febbraio, dalle 19.30, doppio appuntamento al Fondo Verri: in apertura di serata il vernissage di “Indovina chi” mostra di Giulio Schirosi e Veronica La Greca. Alle 21.30 la presentazione di “New Things, Same Words” con il pianista Angelo Mastronardi, Emanuele Coluccia al sax tenore e soprano Stefano Rielli al contrabbasso e Alex Semprevivo alla batteria.
“Il percorso espositivo - scrive Lara Gigante presentando “Indovina chi?” - viaggia e indugia tra illustrazione, pittura, e fotografia, con l’intento effettivo ed unico di giocare a collocare la persona nello spazio o lo spazio nella persona.
Sono le figure antropomorfe di Veronica La Greca, primeve di tratto, come di fisionomia, che subendo nel tempo un’identità per lo più di genere, vanno incontro alla gradualità d’affollamento, di paesaggi e ambienti fotografati da Giulio Schirosi, o sono gli spazi ad impossessarsi delle figure?
Provate ad indugiare a demorari, attardandovi, o anche sbrigandovi, purché proviate a tentare l’“indovina chi”, il gioco possibilista, scevro di soluzione definitiva”.
“New Things, Same Words” il nuovo disco del pianista Angelo Mastronardi accompagnato da Emanuele Coluccia al sax tenore e soprano, Stefano Rielli al contrabbasso e Alex Semprevivo alla batteria. Prodotto dall’etichetta discografica GleAM Records è caratterizzato dalla presenza esclusiva di brani originali, dall’introduzione del Fender Rhodes e dall’alternarsi del sax soprano e del sax tenore. Il linguaggio armonico si fa più elaborato e a tratti oscuro, quasi in contrasto con la semplicità e cantabilità delle melodie, che nascondono elaborate trameritmiche e insolite soluzioni metriche in linea con la ricerca iniziata dal pianista nel suo precedente lavoro. La tracklist alterna composizioni dotate di un lirismo terso ed essenziale e temi in cui il quartetto porta in evidenza un vissuto musicale e un linguaggio improvvisativo evoluto e sensibile alle nuove avanguardie d’oltreoceano e alla tradizione del jazz. Il tutto legato da una consapevolezza culturale europea in cui il suono, le dinamiche e la gestione dello spazio sonoro sono una parte determinante.