“Perché altri possano vivere”: dal profondo del mare racconti veri di un soccorritore
Domenica sera, 28 aprile, alle 18,30, presso l’Open Space di Palazzo Carafa, a Lecce, avrò il piacere di presentare con il presidente di Federbalneari Salento, Mauro della Valle, il libro di Luca Pinto: “Perché altri possano vivere”, stampato da Luca Pensa Editore.
Per Luca, che ha uno stile asciutto, moderno, e che potrà sicuramente migliorare con l’esercizio, è la prima fatica letteraria. Da questo punto di vista, sta seguendo le orme del padre, Sergio Pinto, poliziotto in quiescenza, maestro di arti marziali e, appunto, anche scrittore (è autore del premiato “Il regno dei lupi”).
Luca Pinto ha 30 anni, è laureato in Economia, ma fin da piccolo ha sempre osservato, vinto dal loro fascino, gli ampi orizzonti marini. Deciso a scoprirne i segreti e persino a lanciare un guanto di sfida. Ma sempre a fin di bene e con piena consapevolezza. Perché del mare bisogna avere rispetto, come insegnano i saggi, ma non sempre tutti sono consci dei rischi. Così, in un istante il divertimento può trasformarsi in dramma. Ed è lì che arrivano Luca e i suoi compagni di avventure, tutte reali.
Luca, infatti, è un formatore nel soccorso in mare aperto per la Società Nazionale di Salvamento (sezione di Otranto) e per Salvamento Salento Rescue Swimmer. La sua attività di soccorritore acquatico è iniziata molto presto e il titolo del libro, davvero azzeccato, è la sintesi perfetta della persona, che ha messo a disposizione degli altri tutta la sua passione e la sua energia positiva, prima con un duro training, poi partecipando a varie operazioni di soccorso.
Il suo libro si legge, anzi, di divora, in poche ore ed è coinvolgente, perché i tre capitoli principali traggono spunto da recenti fatti di cronaca, ancora freschi nella memoria collettiva e su alcuni dei quali ha avuto modo di lavorare la nostra stessa redazione.
Luca non è un supereroe e lo sa bene. Non sempre le imprese volgono a buon fine. Nonostante la tempestività e tutti gli sforzi, bisogna sempre fare lucidamente i conti con la realtà, che può metterti davanti al tormento interiore di una tragedia alla quale non si è potuto porre rimedio. Senza per questo perdere la fiducia in se stessi, per essere pronti a ripartire il giorno dopo, quando dalla radio potrebbe gracchiare una nuova richiesta di aiuto.
Questo libro mi ha aiutato, da cronista, a comprendere meglio la psicologia di un soccorritore. La freddezza che nasconde i sentimenti serve a mantenere i nervi saldi nelle situazioni più tese in cui, a volte, bisogna anche essere pronti a bugie bianche per calmare le vittime. E la difficoltà, spesso, consiste nel riuscire a intessere in pochi istanti un rapporto di piena fiducia con naufraghi o feriti, perché, come spiega bene Luca all’inizio del libro, il loro panico può fare andare a fondo tutti e due, soccorritore e soccorso.
In realtà, Luca è un ragazzo come tutti e in cuor suo, quando sta accorrendo in aiuto di qualcuno, cavalcando con il collega di turno il fedele acquascooter, magari a diverse miglia dalla costa, in mezzo a onde alte e correnti violente, prova le ansie di qualsiasi altro essere umano. Ma è allenato a superare l’ostacolo, a sconfiggere la paura proprio in virtù della sua missione: perché altri possano vivere.
Si tratta di una buona lettura che consiglierei soprattutto ai più giovani. Il libro è un piccolo inno alla vita e una traccia positiva che tanti ragazzi potrebbero seguire, in un mondo dominato da troppi sentimenti cupi, messaggi scomposti, disprezzo, false verità e individualismo. Scoprendo dalle parole di Luca che tutti potremmo avere una missione importante da affrontare nella vita. Ci vuole solo forza di volontà.