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Cultura

Marsiglia, autore del libro "Zeman, l'ultimo ribelle"

Il libro racconta la storia e il pensiero di uno dei personaggi più rivoluzionari dello sport italiano, capace di entusiasmare le folle col suo calcio spettacolo e far tremare i palazzi del potere

Tra qualche ora, mentre ribattiamo l'intervista, Stefano Marsiglia, autore del fortunato libro "Zeman, l'ultimo ribelle", edito da "Malatempora", sarà alle 21, presso la libreria Edicolè di Foggia, per presentare il suo volume, uscito nelle librerie circa due anni e mezzo fa. Già. Zeman non invecchia mai. Lo sappiamo bene anche qui a Lecce.

La presentazione del libro sarà un'occasione per discutere di calcio e in particolare del "profeta" Zdeneck Zeman, indimenticato allenatore del Foggia e di tante altre grandi squadre tra cui Roma, Lazio, Napoli e Lecce. Il libro racconta la storia e il pensiero di uno dei personaggi più rivoluzionari dello sport italiano, amato e odiato, capace di entusiasmare le folle con le sue squadre spettacolari e far tremare i palazzi del potere con le sue dichiarazioni al vetriolo.

Stefano Marsiglia, iniziamo subito dalla fine: con il calcio che ci ritroviamo, che senso ha oggi parlare di Zeman?

"Secondo me oggi come oggi è fondamentale parlare di Zeman per molti motivi: in primis perché è stato l'unico ad avere il coraggio di parlare di alcuni argomenti (doping, Moggi, Gea, intrighi finanziari nel mondo del calcio) quando erano ‘argomenti tabù'; poi, la sua storia è l'esempio di come funzionava la cupola moggiana, un allenatore di vertice che all'improvviso ‘esce del giro' senza reali motivi, i torti arbitrali subiti dalle sue squadre, e via dicendo…"

Il suo libro "L'ultimo ribelle", a due anni e mezzo dalla pubblicazione, continua a stimolare riflessioni e non solo per gli adulatori di Zeman. Come si spiega?

"Credo perché gli argomenti del libro sono ancora più che attuali. Nonostante Calciopoli, nel calcio italiano c'è ancora qualcosa di marcio, e forse anche più di qualcosa, basti pensare che ai vertici della Lega ci sono sempre le stesse persone. La Gea per esempio non esiste più, ma i procuratori dei calciatori in moti casi sono sempre gli stessi. E infine le banche, vi siete mai chiesti perché squadre come Perugia, Ancona, Fiorentina sono fallite e le solite squadre blasonate giocano in A con debiti di centinaia di milioni?"

Profeta, Maestro, finanche Saggio. Appellativi che il mister si è guadagnato sul campo portando per mano il calcio provinciale a sognare. Ed è sempre la provincia italiana che si ricorda di lui. Come succede ancora a Foggia. Cosa accade ancora dal quelle parti?

"Prima ancora di arrivare mi hanno chiamato due radio e una tv. Stasera facciamo una presentazione del libro che sarà una vera propria festa per zemaniani. Poi quando torno a Roma, ti dico di più!"

"L'ultimo ribelle". Secondo lei Zeman resta forse "L'ultimo e solo ribelle"?

"Esatto. Dovessi scrivere il libro ora, forse lo intitolerei "Zeman. L'unico ribelle".

Alcuni si sono spinti oltre: dicono che per il mister il calcio è matematica applicata su un rettangolo verde, sintetico possibilmente. Chiunque insomma può imparare a fare i conti e se i risultati non tornano, conta la prestazione, lo spettacolo. Dopo aver scritto di lui, delle sue riflessioni, cosa le resta di Zeman?

"L'ammirazione per l'uomo, due anni fantastici quando era sulla panchina della Roma. Credo che altri allenatori con le squadre che aveva lui a disposizione avrebbero fatto pochissimo, e due dei derby più belli della mia vita di tifoso: il 3-3 in rimonta con gol di Totti e il 3-1 che poi costò alla Lazio lo scudetto".

E tra i pensieri o le affermazioni di Zeman che ha riportato sul suo libro, qual è quella che le è ha lasciato il segno?

"Io credo che la popolarità del calcio derivi dal fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo c'è un bambino con il pallone tra i piedi…" la ritengo una frase importantissima, soprattutto ora, con il calcio in mano agli sponsor e ai manager".

Zeman, amato e odiato. Dalle presidenze delle società calcistiche che lo hanno voluto come allenatore. Dai Palazzi del calcio contro i quali il mister non ci mette due volte a puntare il dito. Lecce lo ha conosciuto ed ha fatto sognare i suoi tifosi, portando i giallorossi ad un passo dall'Europa. Roba da fantascienza. E' una storia questa che ha già sentito ripercorrendo le gesta del mister?

"È purtroppo una storia che si ripete più volte, andando a rivedere la carriera del mister. Anche a Roma, quando fu ingaggiato e poi scaricato da Rosella Sensi ci fu una ‘sommossa' dei tifosi romanisti. Lo stesso Spalletti - ora idolatrato - fu accolto malissimo".

Ancora una domanda, l'ultima: Ha mai saputo cosa pensa Zeman de "L'ultimo ribelle"?

"Purtroppo no. Provai a contattarlo, ma era il periodo del processo a Girando e Agricola per il doping, e lui non voleva rilasciare dichiarazioni. Poi non ho avuto occasione. Magari proverò a cercarlo per la prossima edizione".

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