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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

Terzapagina. "Il giardino radicale", il carcere di Lecce come una galleria d'arte partecipata

La casa circondariale di Borgo San Nicola diventa luogo dove sperimentare l'espressività nella trasformazione dello spazio. Si tratta di un laboratorio rivolto ai detenuti organizzato dalle Manifatture Konos. Il progetto è ideato da Francesca Marconi

LECCE - Il carcere come galleria d'arte partecipata. Anche la casa circondariale di Borgo San Nicola diventa un luogo dove sperimentare l'espressività nella trasformazione dello spazio circostante. All'interno del progetto “G.A.P. la città come galleria d’arte partecipata”, finanziato da Fondazione con il Sud ‘Progetti Speciali e Innovativi 2010’, ha preso vita “Giardino Radicale”, programma di design in carcere che vedrà in prima fila le Manifatture Knos di Lecce. Il progetto è ideato da Francesca Marconi, coordinatrice artistica di Gap, in collaborazione con la regista teatrale Paola Leone, che da anni lavora all'interno della struttura detentiva leccese, e con i designer Maurizio Buttazzo (Manifatture Knos) e Roberto Dell'Orco.

Giardino radicale è un laboratorio rivolto ai detenuti, chiamati ad appropriarsi degli spazi comuni, ripensandoli, progettandoli e lavorando attivamente alla loro realizzazione. Giunge a conclusione il progetto di restyling degli spazi comuni del settore R2. Dopo la “Sala comune” e la “Barberia”, inaugurate lo scorso 5 marzo,  il taglio del nastro della “Sala telefono” e “Sala ginnastica”, le cui pareti, decori e arredi sono stati realizzati nel corso del laboratorio dagli stessi detenuti con l'aiuto dei designer Maurizio Buttazzo e Roberto Dell'Orco. Per l'inaugurazione, cui erano presenti il direttore della casa circondariale, Antonio Fullone e il personale educativo, è stata tenuta una lezione dimostrativa di yoga, condotta dal maestro Massimo La Greca.

Il progetto ha previsto interventi murali (decorazioni con stencil, carta da parati, gessetti, matite), rivisitazione della pavimentazione e creazione di complementi di arredo: tavoli, sedute, librerie. Il tutto ha previsto sia il laboratorio interno al carcere, che ha coinvolto oltre 40 detenuti, sia alcune ore nel laboratorio artigiano delle Manifatture Knos, dove sono stati realizzati i mobili in legno, coinvolgendo alcuni detenuti in permesso premio.

“Si tratta di una filosofia in cui crediamo fortemente e che con oggi ha concluso un processo condiviso e molto sentito”, ha spiegato il direttore della casa circondariale di Lecce, Antonio Fullone. “Penso che il luogo che ti ospita condizioni fortemente il modo di pensare e immaginare e che sia giusto che, al di là dell'ottica detentiva, ognuno debba appropriarsi dello spazio in cui vive, sentirlo in qualche modo proprio”. vogliamo con l'aiuto di chi si occupa di trasformazione dei luoghi si proceda dagli spazi comuni, quelli di maggiore frequentazione, al resto dell'ambiente. Il nostro obiettivo è coniugare uno spazio detentivo con uno spazio vivo”.

Cos'è Gap

Il progetto Gap è un esteso laboratorio territoriale di sperimentazione e contaminazione dei linguaggi contemporanei dell’arte nel dialogo con il tessuto sociale e geografico di confine e si realizza attraverso il coinvolgimento della comunità come risorsa necessaria per la progettazione e creazione di servizi e sistemi fruibili da parte di persone con esigenze, abilità, culture e bisogni diversificati. I laboratori si concretizzano attraverso diverse azioni di riqualificazione del territorio e di risposta alla scarsa valorizzazione dei luoghi di aggregazione informale, in particolare degli spazi all’aperto, affidate alle associazioni SudEst, Ramdom, Pepe Nero, di cui è capofila l'associazione Lua (Laboratorio Urbano Aperto). Gap è realizzato con il sostegno della Fondazione Con Il Sud Progetti Speciali e Innovativi 2010 e con il contributo della Regione Puglia

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