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Terzapagina. "L'ultimo comunista", il ritratto del politico finito al Quirinale

Comunista liberale, riformista rivoluzionario, togliattiano, socialdemocratico, di destra, di classe. Pasquale Chessa descrive Giorgio Napolitano, i trascorsi nel Pci, dove ha scoperto che oltre al socialismo c’era il Colle

Comunista liberale, riformista rivoluzionario, togliattiano, socialdemocratico, di destra, di classe. Senza il Pci non avrebbe mai potuto scoprire che alla fine della via italiana al socialismo c’era il Quirinale da conquistare. È questa la descrizione di Giorgio Napolitano nel libro di Pasquale Chessa, "L'ultimo comunista", edito da Chiarelettere, in cui si racconta la storia dell'uomo che ha preso la più alta carica dello Stato (diventando ieri, il primo ad ottenere una riconferma) senza nemmeno fare la rivoluzione.

E nello stesso tempo scoprire alla fine del mandato di aver fallito completamente il progetto perseguito per anni: riformare il costume e la politica italiana. Tutto è andato in fumo. Anche la meteora Monti, un’invenzione di Napolitano per coprire il vuoto lasciato dai partiti incapaci di affrontare la crisi economica e il confronto con l’Europa. lntanto il ciclone Grillo che sovverte i piani del Pd e del presidente.

Tutto da rifare. Come ricostruisce Chessa, utilizzando documenti di partito, lettere, testimonianze di amici e nemici, Napolitano (Napoli, 1925), undicesimo presidente della Repubblica, ha attraversato indenne tutte le stagioni della politica: dallo stalinismo e gli anni bui delle invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, alle divisioni all’interno del Pci tra la destra amendoliana, la sinistra di Ingrao, la corrente migliorista e poi la fine del comunismo, tangentopoli, il Quirinale inaspettato, il confronto con Berlusconi e il braccio di ferro con la Procura di Palermo.

Riannodare i fili di questa storia significa rispondere ai tanti quesiti che la politica pone oggi a chi vuole capire quale futuro ci attende. Forse Napolitano sarà l’ultimo presidente di una lunga stagione, lui comunista distante e freddo, assurto improvvisamente a padre della patria e leader. Presidente con molti più poteri di quanti lui stesso all’inizio del mandato pensava di avere. E che ha dimostrato di sapere usare con scaltrezza da vero, ultimo comunista. Dopo di lui il vuoto e un’altra politica, tutta da inventare.

Pasquale Chessa vive fra Roma, Parigi e Alghero, dove è nato. Dopo i programmi culturali di Radio Rai, ha lavorato per i servizi culturali de “l’Espresso”, “Europeo”, poi è stato vicedirettore di “Epoca” e “Panorama”. Ha scritto "Rosso e Nero" (Baldini & Castoldi, 1995), libro intervista con Renzo De Felice; "Guerra Civile 1943--1945--1948. Una storia fotografica" (Mondadori, 2005); "Italiani sono sempre gli altri" (con Francesco Cossiga, Mondadori, 2007); "Dux. Benito Mussolini. Una biografia per immagini" (Mondadori, 2008); "L’ultima lettera di Benito" (con Barbara Raggi, Mondadori 2010).

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