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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Terzapagina. Schemi, ritualità e contraddizioni di un altro Natale di crisi

Non si sfugge ai codici, alle posture e a quella dose di buonismo che rischia di rendere sempre di più questa festa lontana dal suo senso più autentico e dalla realtà che circonda. Tante incongruenze rispetto al quotidiano

LECCE - Dicono sia un fatto di magia questo rincorrersi di auguri, di promesse e di strette di mano per strada, accompagnate da sorrisi a trentadue denti. È Natale e non si scappa da una ritualità che prevede certi codici, determinate posture e una componente non sottovalutabile di ipocrisia. Non ci sarebbe, in fondo, nulla di male nella ritualità in sé, ma la dicotomia tra ciò che sono quotidianamente molti individui e quello che cercano di essere in un giorno solo ne inficia ogni eventuale merito.

Esistono proprio delle categorie sociali che si esaltano in questa perenne dicotomia: nell'era dei social network il più in voga è il soggetto che si impegna a scrivere post chilometrici, dove augurare pace e serenità al mondo intero che persino la più classica delle dichiarazioni andata in scena in un concorso di bellezza impallidirebbe al cospetto. Salvo poi (nella migliore delle ipotesi) non salutare per strada le persone reali.

C'è chi si affanna a sostenere una filosofia natalizia dentro la festa come "stato" e non come "tempo". Ma a molti sfugge che possa trattarsi di un participio passato e non di un momento dell'anima. La grammatica, si sa, è in fase decadente tutti i giorni, figurarsi se può fare eccezione nelle feste.

È Natale, dunque, l'ennesimo di una lunga crisi economica, da cui appare sempre più difficile risollevarsi, nonostante gli annunci della politica, le rassicurazioni puntualmente disattese. Si ricorre facilmente alla metafora calcistica proprio mentre il pallone dei milionari vive l'ennesimo inquietante capitolo di "Scommettopoli".

È il tempo dei bei propositi da disattendere, delle luci, delle tradizioni che resistono, dei pranzi, i messaggi a catena da inviare a vicini e lontani con le promozioni telefoniche. E dei regali sotto gli alberi illuminati o i presepi allestiti. Di un buonismo stucchevole e che spesso allontana dal reale. Forse ai più starà bene così. Ma sotto la patina dorata della festa si nasconde l'incoerenza di un Natale di seconda mano.

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