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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Terzapagina. Un nuovo video per i Moods: Guglielmo Bianchi firma la regia

Nel videoclip, lanciato in rete una settimana fa, un viaggio dantesco, tra il buio e la luce della propria interiorità, con protagonista la 17enne Giulia Lanzilotto. Per il regista una nuova collaborazione con la band salentina

LECCE - Un viaggio simil dantesco, tra il buio e la luce dell'interiorità, per andare oltre i propri limiti su uno sfondo ritmo di note incalzanti, tutte da ballare: è uscito nei giorni scorsi il video di "Take My Love", secondo singolo dei Moods, la band salentina (Stefano Scuro, Antonio "Dema" De Marianis e Errico "Ruspa" Carcagni) che unisce il rock alle sonorità elettroniche. E si tratta di una interessante ricerca musicale, che esplora ed esprime connotazioni più "house", poggiate su un testo che prova a raccontare uno stato d'animo preciso, quello di chi vuole lasciarsi andare e sconfiggere le proprie paure.

A siglare la regia del videoclip è stato Guglielmo Bianchi, che ha cercato di trasferire le atmosfere contenute nel brano, riproducendole nei circa quattro minuti di immagini. Protagonista della mini storia è Giulia Lanzilotto, giovanissima interprete di diciassette anni, che vive un viaggio tormentato prima in una selva e poi, accompagnati da presenze che incarnano i suoi lati oscuri e le sue debolezze. Con esse si confronterà e le scaccerà via.

È interessante notare come all'effervescenza sonora del brano faccia da contraltare il pathos evidente contenuto nelle immagini. La cifra stilistica di Bianchi, nella personalizzazione dell'idea centrale della canzone, si coglie nell'intensità che riesce a ricreare nelle sequenze, dalla fuga nel bosco all'edificio abbandonato: "Volevo raccontare - spiega - una storia per immagini abbinate alle sonorità molto ballabili del brano, ma senza virare necessariamente in situazioni tipiche da dance hall".

Da qui l'idea di un percorso quasi dantesco, in cui la protagonista corre da una selva (nel caso di specie non troppo oscura), dentro un edificio abbandonato, che idealmente rappresenta il proprio mondo interiore, abitato da presenze, interpretate dagli stessi Moods, che sono dapprima impalpabili, poi man mano più vicine alla protagonista, sino a manifestarsi dinanzi ai suoi occhi ed a costringerla ad una fuga claustrofobica che si rivelerà senza vie d'uscita.

"Ed è proprio in quel punto - aggiunge il regista -, momento di svolta narrativa, che la ragazza si richiuderà in se stessa e, trovando la forza interiore necessaria, respingerà via brutalmente le presenze, e con esse le proprie paure interiori, invertendo così la polarità delle forze in campo e lasciandosi andare sino a ritrovare finalmente la luce".

Il videoclip è stato girato in alta definizione sfruttando esclusivamente la luce naturale, anche negli interni "scommessa rivelatasi vincente" per Bianchi, implementando alcuni accorgimenti tecnici funzionali alla narrazione: ad esempio, i totali all'interno dell'edificio, un'ex manifattura abbandonata, sono stati ripresi sino al momento clou (in cui le presenze svaniscono) con un fish-eye, un'ottica ultragrandangolare la cui caratteristica principale è quella di deformare le linee prospettiche, al fine di rafforzare, agli occhi dello spettatore, l'idea che quegli ambienti non fossero propriamente 'normali'. Il playback invece è stato girato all'Ego's di Martano, in un ambiente messo a disposizione da Tiziana Protopapa.

Il regista ritiene che sia stato raggiunto "un mix ottimamente equilibrato tra la musica dei Moods, imbattibili manipolatori di sonorità, con cui mi sento ormai in famiglia (siamo già alla seconda collaborazione, dopo il videoclip di 'Pump Rock'), la splendida performance attoriale di Giulia Lanzillotto, che, nonostante l'età,  di talento e bravura ne ha da vendere, e la storia narrata per immagini che spero coinvolga lo spettatore sino all'ultimo fotogramma".

Il risultato, raggiunto con mezzi limitati e poche risorse, è gradevole e riuscito, con rimandi e suggestioni che arricchiscono il pezzo dei Moods in una vera e propria narrazione visiva.

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