“The Game”: il documentario che raccoglie le voci dei migranti al confine tra Bosnia e Croazia
"The game" è il termine utilizzato dai migranti in transito lungo la rotta balcanica per indicare il tentativo di attraversamento di una frontiera in maniera irregolare. La Croazia impedisce l’entrata e l'attraversamento del paese, la deposizione della richiesta di asilo e, in molti casi, respinge i migranti nei paesi confinanti. Il documentario racconta, tramite le storie autobiografiche di alcuni migranti, la condizione di vita e le dimensioni delle violenze che queste persone sono costrette a sopportare per raggiungere l'Unione Europa. La stessa Unione che interpreta un doppio ruolo in questa storia. Da una parte garante dei diritti fondamentali dell'uomo, dall'altra promotrice della militarizzazione dei confini.
Dopo alcuni mesi di viaggio lungo la lunga rotta balcanica Paolo, rientrando in Italia, si è reso immediatamente conto che non era possibile lasciarsi alle spalle tutte le immagini di famiglie, uomini, donne e bambini in cammino nei balcani, fermi alla frontiera in attesa di trovare la mossa giusta per sfuggire da quella trappola infernale. Viene il "mal d'Africa" a coloro che entrano in contatto con quell'enorme e maraviglioso continente e viene il "mal di frontiera" a coloro che ci si intrappolano dentro. La frontiera non ti abbandona quando la superi, lei rimane lì alle tue spalle in attesa del tuo ritorno, controlla ogni tuo passaggio e lo fissa nel suo sguardo. Ma quando vedi che, oltre alla frontiera, lasci dietro di te migliaia di persone, allora non puoi più far finta di nulla. Paolo, resosi conto di essere rinetrato da solo, chiama Luca.
"Dobbiamo fare qualcosa" "Dobbiamo tornare insieme e documentare quello che sta succedendo" "Dobbiamo agire Luca e dobbiamo farlo in fretta". Luca non esita molto, sa bene di cosa sta parlando il suo amico perchè anche lui in quelle terre c'è stato ed è li che mesi prima i due si sono incrociati, solo per alcuni giorni. Si ripromettono di sentirsi nei giorni successivi. Mail, telefonate, incontri faccia a faccia, inizia così la loro collaborazione che coinvolge sin dall'inizio anche Francesco, cinematografo amico di Luca che coglie da subito l'impellenza del lavoro da fare. Il collettivo checkmate nasce così, dalla semplice e profonda unione di tre ragazzi provenienti da città distanti e percorsi di vita molto diversi tra loro, ma con lo stesso identico "mal di frontiera".