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Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

Torna San Martino "salentino": festa del vino novello

Serata di festa in tutto il Salento per questa ricorrenza, legata alle tradizioni popolari, ma soprattutto al rituale della vendemmia: fiumi di vino novello e sapori, per un giorno d'identità popolare

LECCE - Tradizione, cucina, vino novello: San Martino nel Salento è la rievocazione annuale di un rituale rimasto intatto nel corso degli anni, che narra di aggregazione, di voglia di stare insieme, e che rappresenta qualcosa di davvero distintivo per un territorio, che in questa festa si riconosce. Altrove San Martino non sembra vivere gli stessi sapori e la stessa incredibile complicità di pensiero come nel tacco, a meno che le contaminazioni dei salentini lontani non abbiano fatto scuola, portando un pezzo di questa terra altrove, come un virus contagioso, benefico e "letale".

Che San Martino nel Salento non sia un semplice passaggio sul calendario, ma un appuntamento simbolico, carico di consuetudini ed usi, di folclore, di storia locale, è un punto da cui non si può prescindere. È pleonastico chiedere ad un salentino cosa rappresenti per lui questo giorno: è la festa del vino novello, che immerge nell'odore del mosto e raccoglie i pensieri, facendoli evaporare in una nuvola rossa. Il Salento rende omaggio al vino nuovo, al ritmo di stornelli e di proverbi popolari, sfruttando il pretesto per banchettare piacevolmente in compagnia.

E non c'è latitudine salentina, dove già qualche tempo prima dell'undici novembre, non ci si ritrovi in comitiva ad organizzare questa festa, che fa emergere la storia di una collettività, nella logica della tradizione e dei piatti tipici di questo giorno: dalla salsiccia, possibilmente arrostita al fuoco, alle castagne, dalla cotognata ai mandarini "clementini", dalle "pittule" ai fiumi di vino novello.

Il fascino della festa s'incontra col ricordo della figura di San Martino da Tours, monaco della regione di Poitiers, con trascorsi nell'esercito: della sua storia, quello che ancora affascina è la leggenda del mantello, che narra di come, trovandosi alla porte di Amiens incontrò un mendicante seminudo e d'impulso divise in due parti il proprio mantello, cedendone un pezzo al mendicante. La leggenda narra che Cristo nella notte gli apparve, riconsegnandogli la parte del mantello data al povero e che la mattina, al risveglio, il mantello fosse integro. In questo giorno, anche i bambini, nelle scuole, sono spesso costretti a recitare le solite poesie inneggianti al santo, prima che la sera ceda il passo al tintinnare dei calici di vino novello. Ma c'è soprattutto in questo giorno un legame con una festa più profana ed atavica, che inneggia ad un mondo contadino, che gioisce per l'avvenuta vinificazione, che anche quest'anno madre terra ha saputo donare.

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