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Il senso di vergogna individuale e collettivo: speciale spettacolo in carcere

S intitola “Humana vergogna” l’evento in scena venerdì 21 febbraio, nell’istituto penitenziario di Lecce. È stato prodotto in occasione di Matera 2019

LECCE – La replica di uno speciale spettacolo teatrale approda anche a Lecce. Non su un palco qualunque, ma all’interno del carcere di Borgo San Nicola. Venerdì 21 febbraio, dalle 18, andrà in scena “Humana vergogna”, diretto da Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti e prodotto nell’ambito del programma culturale di Matera 2019. Il debutto, infatti, nel marzo del 2019, nella casa circondariale di Matera.

Attraverso un linguaggio ironico, che unisce teatro e danza, è uno spettacolo che gioca sull’elemento pop e sulla relazione diretta con lo spettatore. Indaga il tema della vergogna individuale e collettiva, familiare e sociale attraverso una costruzione drammaturgica dove il corpo diventa narrazione e conduce lo spettatore in una dimensione ludica. Tra i performer e contributi alla creazione artistica: Mattia Giordano, Antonella Iallorenzi, Mariagrazia Nacci, Simona Spirovska, Ema Tashiro.

“Humana vergogna” è il risultato performativo del progetto “La poetica della vergogna”, coprodotto da #reteteatro41 e Fondazione Matera-Basilicata 2019 in partenariato con Compagnia teatrale Petra, AMA-Accademia mediterranea dell’Attore di Lecce, Osservatorio Balcani-Caucaso, Artopia di Skopje, Ballo di Podgorica, Digital Wolf, in collaborazione con Zebra cultural zoo. L’evento è realizzato nell’ambito del progetto Jumperiferie promosso da Teatro pubblico pugliese e Regione Puglia in partnership con AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore, Compagnia teatrale Petra, Casa Circondariale di Lecce, #reteteatro 41, Arci Lecce, Mecenate 90, Officina Creativa, Comune di Lecce, Comune di Lequile, Comune di Melpignano.Humana vergogna-2

“In un’epoca in cui trionfa la bellezza stereotipata, finta ed eterodiretta, - spiega Franco Ungaro direttore dell’Accademia “Ama” e coordinatore del progetto -  lo spettacolo aggredisce convenzioni e pregiudizi, facendo emergere bellezza, leggerezza e armonia dall’inferno delle nostre negatività, imperfezioni, complessi, pregiudizi. Non c’è finzione, non c’è interpretazione, non ci sono ‘personaggi’ in scena; attori e attrici sono e si raccontano per come sono nella vita, corpi con i loro ‘difetti’ e cuori con i loro sogni. Costruiscono un gioco piacevolissimo tenuto insieme dall’ironia, dal piacere di comunicare memorie, emozioni e tante vergogne, pubbliche e private, mai mollando il filo della relazione empatica con lo spettatore. Ribaltare le nostre vergogne individuali e collettive è il motivo dominante dello spettacolo”.

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