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Shakespeare “si trasferisce” nel Salento: in uscita l’originale film di un giovane regista

Si intitola "McBetter" il lungometraggio, dai personaggi grotteschi e scanzonati, realizzato da Mattia De Pascali, autore di cortometraggi e diverse sceneggiature

LECCE – La nota tragedia shakespeariana del “Macbeth” si trasferisce nel Tacco ma ciò che ne viene fuori, vivaddio, è un film tutt’altro che salentino. Si intitola “McBetter”, ammiccando al nome della celebre opera del drammaturgo inglese, la pellicola in uscita nei prossimi mesi a firma di un giovane regista originario di Supersano: Mattia De Pascali. Un cineasta e critico con studi a pieni voti al Dams di Bologna e all’università di Roma in cinema e televisione e che, oltre ai riferimenti shakespeariani, nel nome di battesimo si porta appresso anche parodie pirandelliane.  Cinque gli attori principali della black commedy finita di girare ad aprile, soprattutto nella zona d Arnesano, e che li vede alle prese con una storia di ispirazione americana, con il racconto dei tipici vizi delle famiglie d’Oltreoceano, ma con un’impostazione del tutto italiana. Come è visibile, prestando attenzione, ad alcuni dettagli infinitesimali del film. (Una scatola in cartone riporta, ad esempio, riporta la scritta inequivocabile “Made in Italy”).

Di sceneggiature di De Pascali, fra i cassetti propri e quelli dei registi, ce ne sono diverse in giro. Ma quello in uscita prossimamente (pronto entro la fine dell’anno, mentre il pubblico potrà vederlo nei primi mesi del 2018) sarà piuttosto divergente da ciò che si aspetterebbe da un lavoro realizzato nelle campagne salentine. I personaggi sono molto felliniani, a detta del regista: “Durante il casting ho cercato attori che fossero personaggi particolari, non belle presenze. E così è stato, compreso per il più giovane dei protagonisti, Oscar Stajano, 5 anni appena e pronipote di Giò Stajano, famosa nella “dolce vita” di felliniana memoria. In questa sorta di thriller dai nomi anglosassoni, dalle psicosi americane di un imprenditore del settore alimentare, ma dalle località molto italiane, si intrecciano le sorti di una famiglia e della sua costola. Ma se è vero che, come il regista ha dichiarato, “è l’atmosfera a determinare il genere di un lavoro cinematografico”, è ancora più certo che questo non può essere classificato come un film salentino, né sui salentini, né tantomeno per salentini. Alessandro Stajano (regista)-2

Quello in uscita è un film con una località, ma su un non-luogo. “Potenzialmente, il mio deve essere un film che può essere visto anche da un pubblico giapponese”.  Nella chiacchierata col regista, ci troviamo d’accordo sulla linea: realizzare pellicole con messaggi necessariamente contestualizzati socialmente, che raccontino il territorio, rischia ormai di diventare un déjà-vu stracolmo di retorica. Molto meglio, dunque, eludere totalmente quella fase e concentrarsi sul plot, “del resto, il messaggio, le idee politiche o la visione sociale del regista emergeranno comunque attraverso alcuni dettagli per occhi attenti”, puntualizza  De Pascali. L’uscita potrebbe addirittura essere autogestita direttamente da De Pascali, viste le numerose difficoltà che, come molti dei registi indipendenti, ha dovuto affrontare. Uno dei principali ostacoli, l’interfacciarsi con gli enti locali sovvenzionati pubblicamente che, a detta di più registi “emergenti”, spesso non supportano con professionalità nomi meno noti del panorama cinematografico.

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