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Crimini contro il patrimonio culturale: una mostra su saccheggi e distruzione

Dal 28 marzo fino al 30 giugno, presso il Musa di Lecce, un'esposizione in memoria del direttore del sito archeologico di Palmira, Khaled Al Asaad

LECCE - C’è un aspetto che accomuna la Grande moschea degli Omayyade di Aleppo, il Museo Nazionale di Baghdad e la città di Palmira: sono tutte vittime di saccheggi e distruzioni. I crimini contro il patrimonio culturale sono ormai tanto evidenti da mettersi “in mostra”. Si intitola proprio “Non solo l’Oriente. Art Crimes in the 21st Century” l’esposizione che sarà inaugurata il prossimo 28 marzo, presso il Musa, il Museo storico archeologico dell’Università del Salento. Un percorso che sarà visitabile fino al 30 giugno, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13,30 e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17.30.

Curata da Luigi La Rocca e Grazia Maria Signore, l’iniziativa è frutto del lavoro condiviso degli allievi della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’ateneo “Dinu Adamesteanu”, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari e il patrocinio della Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Dedicata alla memoria del direttore del sito archeologico di Palmira Khaled Al Asaad (in una delle foto delle gallery), la mostra approfondisce appunto i “crimini contro il patrimonio culturale”, tema peraltro caro alla Scuola di specializzazione leccese che all’argomento ha dedicato nel 2016 l’incontro di studio inaugurale del trentasettesimo anno accademico.

“Sebbene gli eventi degli ultimi tempi ci inducano a pensare che il problema sia legato esclusivamente all’Oriente- sottolineano i curatori - il patrimonio culturale è oggetto di devastazioni, saccheggi e furti in tutto il mondo. L’Italia, dal canto suo, è interessata dal fenomeno della dispersione del patrimonio causata dagli scavi clandestini e dal traffico illegale di beni culturali: un problema che investe in modo particolare il territorio pugliese e che probabilmente ha meno visibilità, ma che ogni anno sottrae a tutti noi non soltanto opere d’arte e beni archeologici ma soprattutto informazioni fondamentali alla conoscenza della storia e dell’identità delle comunità”. Assieme alla presentazione di pannelli didattici, video e contenuti digitali, nella mostra si restituiscono temporaneamente alla fruizione pubblica alcuni reperti archeologici recuperati in Puglia dal Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Bari.

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