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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ezechiele Leandro, al Must “I denti del leone” per celebrare i 110 anni dell’artista

A oltre un secolo dalla sua nascita, il Museo storico della Città di Lecce inaugura una mostra, il prossimo 12 dicembre, per esibire 18 dipinti, tre sculture e dodici fogli manoscritti del genio “primitivo” salentino. Il percorso espositivo resterà aperto fino ai primo giorni del nuovo anno

LECCE  - Mancano pochi giorni all’inaugurazione del percorso artistico in mostra presso il Must, il museo storico della città, a Lecce.  Parte, infatti, il 12 dicembre, alle 18,30, la mostra omaggio a Ezechiele Leandro, nel quale saranno esibiti 18 dipinti, tre sculture e dodici  fogli manoscritti, tutte opere provenienti da una collezione privata. In questa occasione sarà presentato il catalogo della mostra, con testi di Toti Carpentieri e Renzo Margonari e una biografia a firma di Antonio Benegiano e Ambra Biscuso.

Ezechiele Leandro. I denti del leone, questo il titolo della nuova mostra che vede il Comune del capoluogo salentino e il Comune di San Cesario di Lecce, accompagnare gli amanti dell’arte nel passaggio dal 2014 al 2015, in continuità con quanto proposto sino ad ora nell’ambito di “Mustinart. Generazioni a confronto”, il format che identifica l’attività espositiva dell’Istituzione museale leccese sin dalle tre mostre iniziali, quelle che costituivano la proposta di “Lavori in corso. Corpo 1”.

E sempre con il chiaro proposito di “valorizzare l’identità culturale del Salento (i territori di Lecce, Brindisi e Taranto), sviluppando da un lato la conoscenza e la fruizione dei beni monumentali cittadini nella rete del Sac – Sistema ambientale culturale.

A quasi centodieci anni dalla nascita dell’artista salentino, la mostra vuole innanzi tutto confermare il suo essere, ben oltre ogni altra e possibile definizione, un “primitivo”; come ben evidenziano la semplificazione formale delle sue opere e l’assenza in esse dei soggetti narrativi, in una sorta di espansione del concetto d’arte e nel proposito manifesto ed esercitato di riconquistare la libertà primigenia. Ma, ancor più, vuole confermare il suo status di artista totale, con quel suo muoversi dalla ricca e particolare produzione pittorica alla scultura anche ambientale (l’assoluta unicità del “Santuario della Pazienza”, finalmente vincolato dal Ministero dei Beni Culturali”) alla letterarietà dei tanti suoi scritti (i denti del titolo della mostra sono, appunto, questi tre aspetti espressivi), tra significati pedagogici, etici e simbolici, oltre estetici.

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