"Una estate d'oro": mostra personale di Pasquale Urso dedicata al poeta armeno Daniel Varujan
"Così, così si addormenta tutta la gente del villaggio;
il pastore sul suo carro, sotto la trapunta che stilla luce,
la sposa in cima a un covone, scoperto dallo zefiro il seno
dove la Via Lattea svuota il suo latte brocca dopo brocca"
L'artista Pasquale Urso presenta le interpretazioni grafiche e pittoriche ispirate alle poesie del poeta armeno Daniel Varujan, nel centenario dell'eccidio degli armeni in Turchia.
La mostra, patrocinata dal Comune di Lecce, si terrà presso l'Ex conservatorio di S. Anna a Lecce dal 7 al 26 agosto 2015. Orari 10-13 e 19-22.
Il 7 agosto alle ore 20 si terrà l'inaugurazione, con la lettura di alcune poesie di Varujan a cura di Piero Rapanà e con il commento musicale del gruppo musicale Khaossia (V. Urso e L. Congedo).
Scrive l'artista: "Ho conosciuto Varujan nel 2000 circa. Un caro amico, Giovanni Polo, mi ha fatto avere il libro Il Canto del Pane prestatogli dall'amico armeno Oztasciyan, che vendeva tappeti nel centro storico. Subito l'ho amato e, pieno di entusiasmo, ho cominciato a fare dei dipinti a tema. L'ho trovato molto congeniale al mio sentire, quasi un fratello più grande che leggeva, con la poesia, il mondo di mio padre mietitore, le Aie, le Trebbiatrici che ho vissuto da piccolo in prima persona. Io, a cinque anni, ho visto mia madre, che allattava mio fratello Cosimo all'ombra del grande ulivo. Ho vissuto la polvere della paglia della imballatrice che il vento spingeva di lato, mio padre che si occupava dei sacchi di grano che la macchina riempiva, degli operai al lavoro con il forcone a mettere i covoni nella macchina. Tutto questo sull'aia vicino alla masseria che si trovava a circa duecento metri da casa mia.
Le poesie mi hanno suggerito opere pittoriche e grafiche, legate al ciclo del grano, dalla semina al raccolto, al momento in cui il grano diventa farina e quindi il nostro pane quotidiano, recuperando scene legate al mio passato antico."
La mostra personale si compone di circa trentacinque opere, alcune esplicitamente ispirate dalle poesie del poeta Varujan, che raccontano le immagini del mondo contadino e del lavoro nei campi come si sono fissate nella memoria dell'artista. Sarà aperta al pubblico dal 7 al 26 agosto 2015 presso l'ex Conservatorio di S. Anna in via Libertini.
Daniel Varujan (1884-1915) dopo aver studiato a Venezia e a Gand, (Francia) si stabilì a Costantinopoli, dove pubblicò le raccolte che lo resero celebre "Il cuore della stirpe" e "Canti pagani").
Fu brutalmente ucciso, insieme ad altri intellettuali armeni, nella prima ondata di uccisioni in Turchia, il 28 agosto del 1915. Muore a 31 anni, nel pieno fiorire della sua splendida maturità, prima dell'arresto aveva in mente di proseguire Il Canto del Pane con Il Canto del Vino, e di scrivere un poema epico ispirato all'epopea popolare e alle leggende armene.
Il recupero de Il Canto del Pane fu avventuroso. Lo si credeva perduto, ma alcuni amici superstiti, dopo la fine della seconda guerra mondiale, cercarono di recuperarlo, affidandone la ricerca ad un agente segreto, Arshavir Esayan, che lo ritrovò fra i beni sequestrati degli Armeni e lo riscattò ad alto prezzo. Fu pubblicato postumo nel 1921. Antonia Arslan e Chiara Haiganish Megighian hanno curato l'edizione italiana per Guerini e Associati, nel 1992.
Pasquale Urso è nato nel 1945 a Grottaglie (TA). Figurativo moderno, opera nel campo artistico da circa cinquanta anni. Si occupa di grafica calcografica dal 1966, allievo del Maestro Alberto Manfredi di Reggio Emilia. Ha frequentato il corso di Decorazione presso l' Accademia di Belle Arti di Lecce, allievo del Maestro Raffaele Spizzico di Bari.
Le tematiche più importanti vanno individuate in una attenzione al mondo dei valori che la società contemporanea non sempre è in grado di far emergere: i giochi dei bambini, quelli che si svolgevano per strada, con tutte le loro regole da apprendere e rispettare, sicura scuola per una civile convivenza, che hanno dato vita alla serie dei "GIOCHI PERDUTI". L'attenzione al TERRITORIO e ai CENTRI STORICI, intesi come luoghi di civiltà contadina ed artigiana.
Da qui i temi delle "MASSERIE ABBANDONATE" o fortificate (vedi: "Sobri palazzi dei campi" di Antonio Miccoli); del LAVORO, della vita paesana con il tema de "LA PORTA APERTA" o "Nnanz la porta"
(vedi cartella di cinque incisioni con presentazione di Donato Valli del 1980); del gusto per certa architettura salentina baroccheggiante più spesso raccontata negli oltraggi estetici da questa subiti sotto forma di cavi elettrici, segnali stradali, quando non addirittura puntelli che diventano anch'essi "storici".
E' stato definito artista dalle tre anime: quella del pittore, quella del grafico e quella dell'acquarellista a caccia della luce.
La Stamperia Torchio d'arte LA STELLA, sua creatura, nata nel 1974, svolge il compito sul territorio, piuttosto improbo, di informare, avvicinare, far innamorare il pubblico alla grafica calcografica, quella "originale" secondo i canoni fissati dalle norme internazionali.
Per informazioni: Pasquale Urso - 328.7032719 - info@pasqualeurso.it -www.pasqualeurso.it