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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Petraportrait". Ovvero: fare arte con il deretano

Sensuale e intrigante, la mostra fotografica di Enza Santoro, presso Palazzo De Marco a Maglie, ha riscosso tanto successo da essere prolungata di una settimana. Protagonista indiscusso: il culo...

Il fondoschiena si erge a protagonista indiscusso di "Petraportrait…inviti a svelare", mostra fotografica di Enza Santoro, alias Misha Barth, realizzata nell'ambitto di MagliEstate. Il grande successo riscosso, ha indotto gli organizzatori a prolungarne la permanenza a Palazzo De Marco fino a venerdì 31 agosto: una settimana in più, quindi, rispetto alla chiusura prevista per il 26. Ma di cosa si tratta esattamente? E cosa c'entrano i deretani? La mostra dell'artista salentina che vive e lavora a Nardò, curata da Carla Ruggeri, sta attirando la curiosità dei magliesi e di molti altri visitatori e turisti provenienti da ogni parte d'Italia.

Spiegano infattti gli organizzatori "che giocare con la sensualità e la plasticità di alcuni scatti che ritraggono in maniera artistica il "culo" ha ottenuto nuovamente - dopo la "prima" di un anno fa a Nardò - l'effetto di intrigare, forse scandalizzare, ma soprattutto far riflettere, com'era nelle intenzioni della Santoro, su quella sorta di voyerismo estetico, che, a giudizio dell'artista, limita le infinite possibilità di comunicare un messaggio di sostanza attraverso l'arte. Per questo, un anno fa, nacque Misha Barth, alter ego australiana di Enza Santoro. Perché una sfida così azzardata alle consuetudini poteva provenire solo da una straniera: una fine provocazione, anche questa, finalizzata a stigmatizzare l'atteggiamento esterofilo tipico della provincia italiana".

"Sto ricevendo da Petraportrait - afferma Enza Santoro - grandi soddisfazioni. Particolarmente felice è stata la scelta dello spazio espositivo, dove le mie foto, soprattutto con la luce naturale che di giorno trapela dalle ampie finestre, vengono esaltate. Qualche visitatore di Maglie mi ha fatto notare che la stessa location, Palazzo De Marco, lo scorso anno, aveva ospitato una mostra sull'artigianato locale, mentre, quest'anno, propone qualcosa di completamente diverso, leggendo in questo un segno dell'apertura verso il contemporaneo, l'insolito, il futuro. La cosa che mi stava più a cuore era che il messaggio, provocatorio sì, ma, nello stesso tempo, molto profondo, di questo lavoro, venisse compreso e apprezzato e devo dire che ho avuto tanti riscontri in questo senso".

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