"Meglio sepolto che vivo in scena", nel chiostro dei domenicani
Da un paesino sperduto del Salento, un tragicomico viaggio immaginario a suon di blues in compagnia di un morto e dei suoi becchini fra strade di campagna che paiono un labirinto. Ancora un'altra esilarante commedia. Mercoledì 27 agosto 2014 alle ore 21.00, a Gallipoli, nel Chiostro dei Domenicani, la Compagnia salentina torna in scena per la Rassegna "Sipari di Pietra", con "Meglio Sepolto Che Vivo".
Ancora un altro spettacolo per la Rassegna teatrale "Sipari di Pietra", organizzata in collaborazione con il Comune della cittadina jonica. Ora tocca alla Compagnia Calandra calcare il selciato dello storico Chiostro dei Domenicani, affacciato sulle mura del Centro Storico, con il tragicomico noir "Meglio Sepolto Che Vivo".
Il regista Giuseppe Miggiano gioca nel prendere per mano i macabri colori a olio di Joël Egloff, in uno spettacolo che aggiunge un colorato e comico noir al già ricco repertorio della Compagnia salentina. La notte nera si trasforma in un garbuglio dove perdersi con umorismo e le intermittenze della morte diventano il metronomo che batte i tempi del tragico e del buffonesco. Nello stesso tempo, con leggerezza.
Musicato, con note blues cantate dal vivo dagli stessi attori e composte da Federico Della Ducata, con la regia di Giuseppe Miggiano, Meglio Sepolto Che Vivo è uno spettacolo di narrazione a più voci, una sorta di grottesco road movie fra le strade del Salento raccontato coralmente da un gruppo di cantastorie che, nello stesso tempo, canzonano e condividono le disavventure degli esilaranti personaggi. Una commedia intrisa di umorismo nero che ironizza con allegria su un viaggio rocambolesco ambientato in un Salento quasi fiabesco e quindi, come spesso accade, molto più reale di quanto appaia.
In un grigio paesello della campagna salentina, di un'estate di non si sa quando, non accade nulla. Proprio nulla. Fra la piazza della Chiesa e quella del Comune c'è un poco di tutto, poche persone, pochi bar, pochi ozi, pochi negozi. Proprio poco. Una noia mortale, anzi neanche quella. Perché a Scogliano, o Scoglianò qual dir si voglia, non si muore neanche più. E l'unica agenzia funebre del paese, la Cazzato & figlio, muore anch'essa d'inedia. Uccio, una vita passata a fare il becchino, e il nuovo assunto Pippi, tornato da poco da Milano, sono gli unici dipendenti. Entrambi non riescono neanche ad ammazzare il tempo, presi dal nulla. Tutto è sospeso ad un filo che non esiste. E allora anche mangiare una gomma da masticare trovata per caso nel carro funebre, o esibire un paio di occhiali arancioni, o pettinare un'anziana ma arzilla signora che nonostante tutto si ostina a non morire, possono diventare l'unico diversivo.
All'improvviso, però, accade che qualcuno muore davvero e tutto inaspettatamente si rianima. Si rispolverano gli abiti e gli arnesi del mestiere, una vecchia bara in saldo, si organizza il corteo funebre ma, soprattutto, ci si prepara al viaggio per trasportare la cara salma al cimitero nel quale avverrà la sepoltura. Uccio e Pippi si mettono alla guida di uno sgangherato carro funebre e partono, diretti alla meta. Ma fatti solo pochi chilometri l'avventura di due sprovveduti becchini e di un cadavere, sperduti nelle labirintiche strade della campagna salentina, ha inizio. Perché la grottesca natura delle loro vite permane e rallenta tutto, anche la nebbia. Che non fa vedere a Pippi la strada che porta al cimitero, né il corteo di personaggi strambi al seguito di non si sa che cosa.
Dove mai andranno a finire di notte, senza mappa, né cartelli stradali, né indicazioni, perduti nel luna park buio fatto di pece?
Archiviati i vari Premi conseguiti nell'ultimo anno e le numerose trasferte in tutta Italia, Calandra continua così la sua nuova stagione, dopo aver concluso con successo il Premio Tatrale Nazionale Calandra 2014. Un gruppo, quello salentino, che da più di venti anni calca le scene dei teatri nazionali, conquistando riconoscimenti e successi frutto dell'intenso lavoro del suo comparto artistico e tecnico, ormai divenuta una realtà professionale che si avvale anche, di volta in volta, di intense collaborazioni con artisti e festival importanti. Grazie alla direzione del suo Presidente Salvatore Selce, alla regia di Giuseppe Miggiano e all'estro dei suoi attori, degli scenografi, dei tecnici e di tutto il suo staff, quella che era una piccola Compagnia di Tuglie è lentamente riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama teatrale pugliese, esportando in tutta Italia l'arte del Salento. La Compagnia, attiva anche nel campo della formazione teatrale, gestisce la sua Scuola di Teatro che, durante il suo ultimo anno, ha visto la partecipazione di più di 100 allievi distribuiti in varie sedi, realizzando vari spettacoli e varie repliche.
Compagnia Teatrale "Calandra"
"MEGLIO SEPOLTO CHE VIVO"
libero adattamento di Giuseppe Miggiano, tratto da un racconto di Joel Egloff.
Regia di Giuseppe Miggiano.
Con: Federico Della Ducata, Piero Schirinzi, Donato Chiarello, Ester De Vitis, Antonio Giuri, Luigi Giungato, Daniela Manna, Piera Toraldo
Regia tecnica e foto: Andrea Raho
Scenografia e illustrazioni: Piero Schirinzi
Costumi: Teresa Cardinale
Musiche Originali: Federico Della Ducata
Tecnico audio-luci: Roberto Alfarano
Ufficio stampa: Luigi Giungato
Pubbliche relazioni: Ester De Vitis
Organizzazione: Salvatore Selce
- Mercoledì 27 agosto 2014, ore 21.00 - Chiostro dei Domenicani, Riviera Nazario Sauro (Centro Storico) - GALLIPOLI (Le)
Associazione Culturale Teatrale "CALANDRA"
Largo Fiera, 73058, Tuglie (LE)
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