"Perché ora affondo nel mio petto" da Pentesilea di Von Kleist
ALIBI Artisti Liberi Indipendenti presenta
Sabato 22 Marzo ore 21.00
Rassegna Teatrale Punto al Capo
Sala del Trono di Palazzo Gallone Tricase
"Perchè ora affondo nel mio petto" da Pentesilea di Von Kleist, di e con Roberto Corradino.
Biglietto intero 7 €, ridotto 5€.
Info e prenotazioni: 329.1271425329.1271425
Perchè ora affondo nel mio petto
un bluff teatrale sull'amore
(l'amore è un bluff teatrale)
"L'amore,
Un eccesso di febbre,
Che finisce
Con uno sbadiglio."
(Madame Du Deffand, Journal)
"Amore, orrore:
Fanno rima"
(Pentesilea, H.Von Kleist)
scritto e diretto da Roberto Corradino
drammaturgia sonora, messa in campo, interpretazione Roberto Corradino
costume e oggetti di scena Francesco Paolo Ruggiero
produzione reggimento carri | teatro
col sostegno di Teatro Kismet O.per.A, Bari
finalista al Festival Incontri teatrali/F.I.T. Lugano
suggestioni da Pentesilea di Von Kleist,
tramite Carmelo Bene, Omero, Mogol, Gianni Bella, Silvia Plath, Amr Diab, Amelia Rosselli, Rimbaud, Paolo Meneguzzi, Bach, Max de Angelis, Gabriella Ferri, Sezen Aksu, Paganini, Walter Siti, M.me du Deffand, Diaframma
Pentesilea/Kleist
Scritta tra il 1805 e il 1807, questa tragedia racchiude - come scrive Kleist alla cugina Marie nel 1807 - "tutta la sozzura e a un tempo lo splendore della mia anima". Riverbero mitico di questo dissidio interiore è Pentesilea, amazzone e regina guerriera, che avanza da un orizzonte esotico - la Scizia - e che sullo sfondo di un paesaggio primordiale, ribalta l'immagine tramandataci dalla tradizione. Pentesilea non è più per Kleist, l'eroina ferita a morte da Achille che, nel vederla spirare, si innamora di lei ma la kentaurin, la guerriera che pur amando l'eroe greco lo sbranerà in un accesso di furore erotico.
Perchè ora affondo nel mio petto come una dichiarazione d'amore e morte, è Pentesilea, la regina delle Amazzoni, e della sua follia cannibale per il bell'Achille, neoclassico e irraggiungibile. Con un balbettio dal retrogusto albanese o rumeno, parrucca e accessori, in un lungo rosario di dediche tutte fatte a memoria, come un adolescente alle prime armi che citasse tutte le poesie d'amore che ha letto, in un flusso ininterrotto d'amore, un solo corpo (maschile) en travesti incarna la Kentaurin, il femminile bestiale e parodico, tenero e sguaiato che brucia della sua febbre famelica. Ridotta alle sue variazioni vocali e d'umore la regina drammatica, come una drag queen che abbia sbagliato entrata in scena, procede per strappi e accensioni di collera, turbamenti e tenerezze improvvise. Dieci tracce audio le uniche compagne, a scandire - come un sonetto imperfetto e sbilenco - questo film della mente, in cui coabitano e si smembrano a vicenda la prostituta slava, la regina mitica, la voce e l'eco del combattimento d'amore nella parodia stessa del desiderio, un eccesso di febbre che finisce con uno sbadiglio.