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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Catasto energetico regionale, una svolta per la sicurezza degli impianti

La Regione fissa i principi per i controlli. Confartigianato: "Il primo passo verso un serio piano di censimento ed efficientamento degli impianti"

BARI – Via libera al catasto energetico regionale. Il provvedimento, approvato nella seduta di ieri del Consiglio della Regione Puglia, fissa i principi per lo svolgimento delle attività di controllo sul funzionamento degli impianti termici e sugli attestati di prestazione energetica degli edifici. In questo modo il governo pugliese ha recepito la legislazione statale, adottando le direttive comunitarie in materia di energia.

I dati di partenza, forniti dal centro studi di Confartigianato Puglia, sono interessanti: in Puglia quasi tutte le famiglie hanno installato un impianto di riscaldamento. Il sistema di riscaldamento più diffuso è l’impianto autonomo, seguito dalle apparecchiature singole fisse o portatili e dall'impianto centralizzato (appena il 3 per cento).

Quest'ultimo è maggiormente diffuso nelle zone a nord-ovest del Paese (lo adotta, infatti, quasi una famiglia su tre), mentre gli impianti singoli sono più utilizzati nel Mezzogiorno: ciò riflette le minori necessità di riscaldamento grazie a temperature, generalmente, più miti.

La principale fonte energetica di alimentazione degli impianti di riscaldamento nelle abitazioni pugliesi è il metano, seguono le biomasse, l’energia elettrica, il gpl e il gasolio. Oltre la metà dei nuclei famigliari non possiede un sistema ausiliario di riscaldamento dell'abitazione, mentre il 43 per cento delle famiglie ha un impianto aggiuntivo a quello principale.

Nel settore dell’Installazione di impianti elettrici, idraulici ed altri lavori di costruzione e installazione si contano oltre 7 mila imprese artigiane, di cui quasi 2 mila in provincia di Lecce. Gli addetti sono oltre 14 mila in tutta la Puglia e quasi 6 mila nel solo territorio leccese.

“Attendevamo da tempo l’approvazione di questa legge regionale - commenta Luigi Ficelo, presidente degli impiantisti e manutentori termoidraulici di Confartigianato Puglia - . Il provvedimento, infatti, oltre a mettere la Puglia al passo con le altre regioni italiane e con la normativa europea, ha un’influenza diretta e rilevante sulla vita lavorativa dei tanti impiantisti e manutentori termoidraulici pugliesi. Proprio per questo abbiamo collaborato in maniera costante con gli uffici regionali, al fine di poter contare su una norma funzionale, che al tempo stesso rispettasse le esigenze delle imprese e garantisse gli interessi dell’utenza ed il rispetto della legge”.

“La larghissima diffusione di impianti di tipo autonomo – continua Ficelo – rende fondamentale il ruolo degli operatori professionali. La periodica e puntuale esecuzione dei controlli da parte di una ditta qualificata non è solo un obbligo di legge: è un passaggio imprescindibile ai fini del mantenimento degli standard di funzionamento e della sostenibilità ambientale degli impianti”.

Tuttavia, sono ancora troppe le unità non censite o al di fuori di ogni monitoraggio e ciò rappresenta non solo un rischio per la salute pubblica, ma un pericolo concreto per le persone che le utilizzano.

“Allo stesso modo – aggiunge Ficelo – sono ancora attivi numerosi impianti a gpl e gasolio, molti dei quali all’interno di edifici pubblici ed il numero dei fabbricati termicamente isolati è davvero troppo basso. Ecco perché l’istituzione del catasto è il primo passo verso un serio piano di censimento ed efficientamento degli impianti. Ciò non solo a tutela della qualità dell’aria che respiriamo e della sicurezza dei cittadini, ma anche a vantaggio della qualità del lavoro delle nostre imprese, così duramente provate dalla crisi”.

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