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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Camminare con l'acqua: di ingegnere salentino brevetto che rivoluziona trasporti

Anni di studio per un "sistema" che sfrutta un minimo dispendio di energia per estrarre idrogeno con risultati sorprendenti. Il sogno di un ingegnere leccese che promette di diminuire emissioni nocive e consumo di carburante senza ridurre la potenza del motore ha già dei finanziatori. Ma dalla rete si sprecano gli attacchi sulla validità dei brevetti Hydromoving

LECCE– Una vettura che al posto della benzina utilizzi l’acqua è il sogno inseguito da tutti, vuoi per i problemi legati all’inquinamento, vuoi per i costi sempre più elevati dei carburanti. E pur essendosi cimentati in tanti – la rete è piena di esempi, – almeno per ora, resterà tale. Ma Lorenzo Errico, un ingegnere leccese di 64 anni, ci è arrivato molto vicino, realizzando un sistema d’iniezione  elettronica che sfrutta poca energia per attivare un processo di scissione dell’acqua in idrogeno al fine di alimentare parzialmente un motore, uno qualunque, le cui prestazioni non soltanto non calano, bensì abbattono al minimo emissioni e consumi.

A beneficio di esperti e detrattori, i quali hanno dato inizio a una caccia alle streghe, immotivata e puerile, sollecitati dal sensazionalismo di certi titoli sulla stampa nazionale e internazionale, bisogna sottolineare che Lorenzo non ha realizzato un motore, tantomeno uno che funzioni con l’acqua piuttosto che a benzina.Downloader-6-2-2

Provocazione che, alla fine dei conti, ancora oggi gioca sulla facilità con cui lettori e spettatori si lasciano imbeccare da imbonitori dell’ultimo minuto, i cui danni sono peggiori delle bufale che vorrebbero spacciare per vere. L’idea di Errico, invece, è tanto semplice quanto geniale: ottimizzare il dispendio di energia necessaria per scindere gli atomi d’idrogeno da quelli di ossigeno nella valenza chimica della molecola d’acqua. Il tutto senza violare alcuna legge della termodinamica, ma semplicemente agendo sulla riduzione delle perdite del ciclo reale ottimizzando il rendimento globale del motore da un valore di  0,21 portandolo ad un valore di 0,25.

Finora, infatti, è stato questo il muro contro il quale si sono infranti i sogni degli aspiranti innovatori facendo dell’acqua come carburante un mito irraggiungibile al pari della pietra filosofale e dell’elisir di eterna giovinezza. “Se i sognatori si fermassero di fronte alle perplessità di chi non crede in loro, saremmo ancora nel Medioevo”, afferma giustamente Lorenzo Errico, stanco ma non demotivato, dai continui attacchi d’incompetenti e manipolatori prezzolati dell’informazione. Attacchi che in buona sostanza non hanno fatto che alimentare l’incendio originatosi attorno alla notizia rendendola comunque virale.

“Ciò che ha scosso il mondo della ricerca – ci ha spiegato l’ingegnere originario di Leverano, – è la semplicità del sistema che si fonda su un sistema (questa la vera invenzione di Lorenzo, ndr), coperto da brevetto internazionale, in grado d’iniettare HHO, ossidrogeno, nella camera di scoppio di un motore qualsiasi aumentandone leggermente le prestazioni, e abbattendo drasticamente le emissioni e i consumi”. Idrogeno iniettato nel motore? Apriti cielo, hanno esclamato su più fronti quanti, forse, pensando al sistema del salentino hanno immaginato che si trattasse di un arricchimento della miscela in stile “Fast & Furious” pellicola in cui, tra parDownloader-1-3entesi, i protagonisti utilizzavano il protossido di azoto per spingere al massimo i motori altrimenti soggetti a surriscaldamento.

Il sistema di Lorenzo, invece, utilizza delle speciali celle elettrolitiche – progettate e realizzate da lui – al cui interno l’acqua viene scissa in idrogeno e ossigeno stechiometrico, quest’ultimo finisce negli iniettori con una pressione pari a quella atmosferica, cosa che inibisce la sua pericolosità. Inoltre, per aumentare la sicurezza, l’idrogeno prodotto viene bruciato al momento, e per chiudere il cerchio l’unico residuo che si può constatare dal tubo di scarico è della semplicissima condensa o vapor d’acqua tiepido. Chiaro come l’acqua, no? “L’idrogeno, di per sé, è pericoloso. Specialmente quando è compresso all’interno dei serbatoi delle vetture. Il contenuto rivoluzionario della mia idea si basa sul suo utilizzo istantaneo. In pratica esso viene prodotto e immediatamente combusto”.

L’elencazione dei risultati dei test (consultabili sul sito della Hydromoving) stilata dal Centro europeo per i collaudi di tutte le vetture è rivoluzionario già nelle cifre: il 90% in meno di monossido di carbonio,  l’88 % di idrocarburi incombusti e il 30% di CO2, il gas serra cui si imputa il maggior riscaldamento del pianeta. E fino al 30% di risparmio sui costi del carburante.

Cos’altro si desidera di più, che il sistema di Lorenzo produca danari? Beh, anche se Collodi su questo dava una lezione indimenticabile a Pinocchio, è bene considerare che un motore efficiente e ben alimentato fa risparmiare molti soldi di manutenzione, oltre che di carburante. E il bello è che non c’è bisogno di acquistare un’automobile nuova ma si può intervenire direttamente sulla propria mediante l’istallazione del sistema di Lorenzo. Questa tecnologia, peraltro, potrebbe essere utilizzata su tutti i mezzi di trasporto, dalle navi, ai mezzi pubblici, oppure per implementare gli impianti tradizionali per il riscaldamento domestico a gas o gasolio, e per i generatori di energia elettrica.

Il merito dell’ingegnere leccese è, infatti insito nell’implementazione di un sistema già adottato che, tuttavia, apporta modifiche significative alla frazione consumo/rendimento perché si inietta direttamente in camera di scoppio, cilindro per cilindro, generando elettrolisi a bassissima energia. “Questo è il particolare veramente importante: l’elettrolisi è generata da una batteria supplementare che fornisce 1.8kW/h necessari a produrre 1,08mdi HH-O, ossidrogeno, senza sovraccaricare la batteria dell’auto né inficiare le prestazioni”.

“Adesso nello stabilimento di Roseto degli Abruzzi – dove Lorenzo Errico vive e lavora da anni – stiamo reingegnerizzando tutto il sistema riportandolo a dimensioni ridotte e rialloggiandolo nel vano posteriore dell’auto invece che d’avanti, come nei primi modelli della Nissan 370  Z “Hydromoving”. Oltre al fatto che la sfida, per noi rappresentata dalla normativa Euro 5/6, è facilmente superabile sia sui modelli a benzina che diesel, e senza l’impiego di ulteriori filtri…”

Intanto, già dalla settimana prossima, alcuni piccoli finanziatori consentiranno a Lorenzo Errico e alla sua invenzione di fare un salto di qualità con uno Start low profile con la New Co “Hydromoving srl”. Ci sono già molte proposte per l’acquisto della tecnologia sviluppata dal team di Lorenzo che si avvale, oltre che dell’aiuto del figlio Pino, di circa sei giovani ingegneri. Croazia, Francia e Russia si sono accreditate in queste ore e chissà che finalmente i malpensanti non vengano zittiti con la determinazione e la validazione di fatto a livello mondiale della Tecnologia Hydromoving.

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