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Trenitalia, l'incontro a Roma. Sindaci determinati: "No ai tagli"

La delegazione dei sindaci ha incontrato i rappresentanti di Trenitalia. Perrone: "Più facile arrivare a Mosca che raggiungere Lecce da Milano". Critiche rivolte alla Regione: "Era assente al tavolo convocato con l'ad Soprano"

ROMA - “Questi tagli rischiano di mettere al tappeto un settore per noi trainante come il turismo. La speranza è di avere delle razionalizzazioni del sistema ferroviario e non si tratta di campanilismo, ma è invece qualcosa di vitale. Ci sono treni di percorrenza lunghissimi, tanto che sta diventando più semplice arrivare a Mosca che raggiungere Lecce da Milano”. E’ quanto ha affermato questa mattina il sindaco di Lecce Paolo Perrone sotto la sede romana di Trenitalia, dove s'è incontrato, insieme con altri sindaci pugliesi. Presente, fra gli altri, anche il primo cittadino di Bari Michele Emiliano. Tutti uniti, per protestare contro i tagli dei treni. Sette le tratte salentine e pugliesi potrebbero “saltare” già dal prossimo 12 dicembre, col nuovo orario ufficiale.

La manifestazione, promossa dall’Anci Puglia,  è stata ribattezzata "Sindaci per il diritto alla mobilità",  ed stata promossa contro la riorganizzazione del servizio di trasporto ferroviario che, dal prossimo 12 dicembre, prevede la cancellazione di circa trenta Eurostar, Intercity ed Espressi (diurni e notturni, giornalieri e periodici) in partenza da Puglia, Calabria e Sicilia e diretti a Bolzano, Roma, Milano, Torino e Venezia. L'appuntamento,  in Piazza della Croce Rossa, davanti alla sede del gruppo Ferrovie dello Stato. Inizialmente, si era deciso di convergere verso il ministero dello Sviluppo economico.

Il malcontento riguarda soprattutto il Sud, dunque. Trenitalia ha spiegato che il taglio sarebbe dovuto alla necessità di di far quadrare i bilanci. Ma la vicenda si riverbera anche sulla situazione occupazionale. Una ventina i primi cittadini pugliesi che, aderendo alla manifestazione, sono andati in riunione con l’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano

una ventina in tutto, presenti anche i primi cittadini di Bari e Lecce, Barletta e Ostuni), dopo la trattativa condotta dallo stesso Emiliano con il responsabile dell'ordine pubblico delle Ferrovie dello Stato, ha varcato i cancelli dell'azienda per la riunione con l'amministratore delegatoSotto la sede dell'azienda,

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Perrone bacchetta la Regione: "Invita i sindaci a recarsi a Roma, poi diserta l'appuntamento" 

“L’adesione alla protesta romana contro i tagli ai treni nel Salento è stata forte, ma purtroppo non ha riguardato la Regione Puglia, assente, durante la trattativa”, spiega il primo cittadino leccese. “Il mercato e i bilanci hanno le loro ragioni, e noi non possiamo far altro che convincere i vertici di Trenitalia che le nostre sono più forti. Far capire loro che per le nostre province, sempre più in espansione nei settori del turismo e della ricettività, questi tagli sarebbero una mannaia; spiegare loro che, privi di collegamenti funzionali, ci sentiremmo ancor più isolati rispetto al resto del nostro Paese, e che per noi sarebbe ancora più difficile inseguire la crescita e lo sviluppo; ricordare che, insieme alle tratte, scomparirebbero all’improvviso anche un migliaio di posti di lavoro, con un danno enorme all’equilibrio occupazionale della nostra terra”.

“È per tutte queste ragioni che, questa mattina, noi sindaci ci siamo ritrovati a Roma, coesi negli intenti”, dice Paolo Perrone. “Adesso è necessario chiamare in causa regioni e ministero, che sono i committenti dei servizi ferroviari, per discutere e rivedere tagli e orari che riguardano i collegamenti del Salento e della Puglia. Prestissimo, dovrà essere convocato un tavolo al quale dovranno partecipare oltre a Trenitalia e ai sindaci, anche il ministero e la Regione Puglia”.

Perrone rimarca, poi, ancora una volta proprio l’assenza di esponenti del governo Vendola. “L’assenza – commenta - non è certamente passata inosservata. Inutile affollare un sit-in organizzato nella stazione ferroviaria di Lecce se poi, nei luoghi decisionali, è solo il sindaco a chiedere un passo indietro. Eppure, la stessa vicepresidente, Loredana Capone, aveva sollecitato i sindaci a essere presenti. Il nostro territorio non merita soltanto tratte di servizio, ne siamo tutti consapevoli, e oggi, noi sindaci, abbiamo fatto il possibile per renderlo chiaro. È ora – conclude - che anche gli altri facciano la loro parte”. 

La protesta dei sindaci a Roma

E intanto, proprio Loredana Capone, interviene sulla mobilitazione contro i tagli. “Dopo la lettera a Mauro Moretti (amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Ndr), dopo la proposta del possibile piano alternativo da parte dell’amministratore delegato di Trenitalia, dopo il sit-in di protesta davanti alla stazione ferroviaria che ci ha visto uniti, istituzioni e sindacati, e dopo la manifestazione che i sindaci hanno convocato oggi a Roma, rimangono molte questioni irrisolte sul tappeto”.

“La prima – spiega - riguarda il gap sociale provocato dal taglio dei trasporti notturni, in particolare quello degli Intercity per Milano e Torino, che comporta gravi problemi per i cittadini che partono da Lecce ma anche ai vagonisti, oltre 90 soltanto in Puglia, che hanno già ricevuto il preavviso di licenziamento. La seconda questione è geografico-territoriale: il rischio concreto che una parte dell’Italia, il Sud, venga tagliata fuori da servizi e comodità assicurate, invece, all’altra parte. Da ultimo, rimane irrisolto il nodo economico e sociale: il disagio e la preoccupazione dei tanti lavoratori meridionali coinvolti dai tagli”.

“Ho scritto nella lettera a Moretti quello che abbiamo voluto esprimere anche durante l’ultimo consiglio provinciale: Trenitalia non può solo salvaguardare con i privati che si autofinanziano i collegamenti più redditizi, ma deve farsi carico anche di quelle tratte che sono meno appetibili ma ugualmente importanti per la funzione sociale che rivestono”.

“Chiedo da parte di tutti un impegno a continuare questa mobilitazione nelle diverse forme in cui è stata portata avanti finora: Regione, sindacati, sindaci, Provincie e tutte le istituzioni e gli organismi che possono collaborare a questa battaglia. Condivido, pertanto, la proposta di attivare un tavolo interistituzionale che coinvolga tutti, perché se al taglio al trasporto pubblico locale aggiungiamo quello al sistema ferroviario, l’Italia si divide in due nei fatti. E questo – conclude - non possiamo accettarlo.”

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