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Primarie Pdl, addio. I formattatori salentini gridano la delusione

Sebbene non esista un annuncio ufficiale, appare evidente l'abbandono della consultazione dal basso per il ritorno di Berlusconi. In provincia di Lecce, finiscono al macero 1200 firme raccolte per sostenere Alessandro Cattaneo

LECCE – Lo “psicodramma” esiste e sta assumendo dimensioni sempre più consistenti: le primarie del Pdl, che affossano nella melma del ritorno dell’ex premier Silvio Berlusconi nella competizione elettorale, con tempi e modi non ancora chiariti, mentre quello che era il primo partito italiano si sfalda e si dissolve, lasciano segni in chi aveva visto nella consultazione dal basso una possibile risposta di nuova credibilità per il centrodestra italiano.

Le cene “avvelenate” dei colonnelli, gli adii in massa al Pdl, i gazebo impacchettati prima di essere montati, l’abbandono di Guido Crosetto (uno dei candidati alle primarie) degli studi di Omnibus stamattina per una “riflessione” rappresentano i segnali evidenti di un problema evidente da cui sembra difficile venirne fuori. Ai fatti “nazionali” si uniscono quelli provinciali, dove Federica De Benedetto, espressione dei “formattatori” del Pdl e sostenitrice di Alessandro Cattaneo, il sindaco di Pavia, candidato alle primarie, non nasconde la delusione per questa evoluzione.

“Dopo aver raccolto oltre 1200 firme nella sola Provincia di Lecce a sostegno di Alessandro Cattaneo, è tanta la delusione – scrive - per un partito che ha disatteso, per l'ennesima volta, le aspettative dei suoi sostenitori”. Il progetto di rinnovamento del gruppo “Formattiamo il Pdl” aveva raccolto in una sola settimana 15mila italiani, che avevano ritrovato l'entusiasmo perduto: “Ma – ammette la formattatrice salentina - ancora una volta è stato frenato dall'immobilismo degli apparati romani”.

E, nella giornata di ieri, lo stesso Cattaneo ha voluto indirizzare una lettera proprio a quanti avevano aderito alla battaglia del rinnovamento: “Tra il caos ed il discredito – scrive il giovane sindaco - che assediano il partito, vi devo delle scuse per non riuscire ancora a rompere il muro di distacco ed indifferenza al quale sembrano volerci condannare. Mi dispiace però che altri non sentano il bisogno di farvi delle scuse, a voi che insieme a circa duecentomila cittadini, elettori e simpatizzanti del centrodestra avete messo in gioco il vostro nome con un atto di fiducia per questo partito”.

Cattaneo parla di una “fiducia non ricambiata ma anzi offesa dalle cronache recenti” e dal fatto che a dieci giorni dalle primarie non è dato sapere come andrà a finire. Per questo, il sindaco ha chiesto formalmente all’ufficio di presidenza notizie sulle decisioni finali del partito: “Noi – ribadisce -pensiamo che le primarie servano comunque, che il centrodestra debba tornare a dialogare, mobilitare ed entusiasmare i moderati italiani. E pensiamo che l’impegno nostro e dei tanti che guardano a noi con speranza e con fiducia non merita di rimanere ancora senza risposte”.

“Noi siamo quelli – prosegue - che ogni giorno nelle amministrazioni locali, tra la gente e nelle comunità operano una politica attenta al territori e genuinamente democratica. Quelli capaci di trarre forza dalle energie di tantissimi giovani che credono in un diverso metodo della politica. Vita reale e politica vera, è questa la formula del rinnovamento e della (nuova) partecipazione che vogliamo offrire al centrodestra ed al Paese”.

Cattaneo evidenzia che “nonostante questa dote di credibilità, siamo emarginati dall’apparato del partito che – forse con qualche probabilità, certo con poca ambizione – pensa che ancora per un altro ‘giro’ e un’altra legislatura tutto possa essere gestito come se niente fosse, anche al costo di perdere ancora altro consenso”: “Noi – sottolinea - denunciamo da tempo questo orizzonte angusto e lavoriamo con lungimiranza ad un nuovo centrodestra, ad una nuova casa comune, liberale e cattolico-democratica, responsabile e solidale, virtuosa e riformatrice”.

E ancora: “Vogliamo un centrodestra che superi nostalgie di un passato remoto, che non si confina in una nicchia culturale ed elettorale, che colga la sfida della responsabilità necessariamente richiesta a chi vuole essere forza di governo. Su queste basi bisogna esprimere un leader per la parte maggioritaria del Paese, l’esercito dei moderati che si contrappone ad una sinistra ideologica ed antistorica. Noi crediamo di poter aggregare una classe dirigente capace di far vincere i nostri valori, autonoma e credibile, protagonista di un rinascimento possibile ed auspicabile”.

Il giovane leader dei formattatori precisa come le aspettative esistono e chiedono di “trasformarsi in consenso” e per tutti i delusi “continueremo questa battaglia, sperando che il Pdl sia ancora in grado di essere il partito della libertà”: “In caso contrario – conclude - il nostro impegno non svanirà ma sarà a disposizione di chi saprà aggregare all’insegna di valori comuni e coerenti, di chi vorrà unire le forze per un centrodestra che superi vecchie logiche di appartenenza e piccoli calcoli di sopravvivenza politica. Con la volontà di guardare al futuro senza temere il presente”.

 

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