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Addio diritto allo studio? I ragazzi delle scuole protestano contro le riforme

Gli studenti rivendicano un sistema scolastico pubblico e accessibile. Uds: "Disagi importanti nelle infrastrutture e nei trasporti"

LECCE – Un sistema di formazione “privatizzato” che spalanca le porte al precariato nel mondo del lavoro: se volessimo riassumere il cuore della protesta studentesca, andata in scena oggi a Lecce come nel resto d’Italia, probabilmente basterebbero questi due concetti.

I ragazzi salentini, al pari dei colleghi di ogni scuola del Paese, temono infatti una “deriva” del sistema d’ istruzione pubblico, a vantaggio di una scuola sempre più elitaria in cui non è la qualità del sapere a primeggiare, quanto la possibilità iniziale di accesso. Addio diritto allo studio? Addio alla scuola democratica? Per scongiurare questo rischio sono scesi in strada, bloccando i punti nevralgici della città sin dalle 9 di questa mattina.

I disagi per la circolazione, già complicata da un’intensa mattinata di pioggia e vento, non sono mancati, specialmente all’altezza del Palazzo di Giustizia cittadino e all’imbocco di via XXV Luglio. La manifestazione, partita dalla stazione, ha visto l’adesione di circa mille studenti in arrivo da ogni punto della provincia, e massicciamente dagli istituti di Gallipoli, Nardò, Martano e Galatina. Al corteo hanno partecipato anche gli studenti dei licei e dei professionali più rappresentativi di Lecce, insieme agli universitari delle diverse associazioni studentesche che hanno spalancato le porte dell’ateneo per accogliere i ragazzi in un’assemblea congiunta.

Per l’occasione i rappresentanti della rete universitaria Link hanno indossato un bavaglio, in segno dell’estromissione dei più giovani dalla partecipazione nelle scelte accademiche e nei percorsi di costruzione della conoscenza. “Da qualche anno a questa parte, per colpa di precise scelte politiche, i luoghi della formazione si sono svuotati – commenta il coordinatore Link, Sergio Pantaleo -. Ci hanno negato la partecipazione al dibattito interno all’università, sui temi cruciali del sapere e dell’istruzione. E precisamente da quando si sono spalancate le porte alla logica delle imprese che ha ridotto la cultura allo stato di merce”.

La preoccupazione degli universitari in merito al futuro ingresso nel mondo del lavoro sembrano essersi acuite negli ultimi mesi per via dell’ennesima riforma al vaglio del governo: “Lo Student Act ci sembra intenzionato a dare il colpo di grazia al sistema scolastico, già avviato verso la strada del completo smantellamento a vantaggio di una revisione neo liberista dell’istruzione pubblica”, denuncia ancora il referente Link.

Ma senza guardare troppo oltre, i problemi da risolvere nell’attuale non mancano. Se gli studenti universitari lottano per ottenere borse di studio ed alloggi per tutti, i colleghi più giovani sono alle prese con disagi persino peggiori, come si evince dalla cronaca quotidiana chiamata  a segnalare episodi (neanche sporadici) di treni saltati e soffitti crollati.

Arianna Petrosino di Uds fa il punto della situazione: “Al centro della manifestazione vi sono i nodi delle infrastrutture e dei trasporti: nel primo caso, siamo alle prese con scuole pericolanti e succursali chiuse in tutta la provincia; per quanto riguarda il secondo problema la situazione è paradossale. A fronte di biglietti per treni e autobus non proprio economici, i ragazzi non possono usufruire di un servizio decente. Le tratte dei treni sono spesso incomplete, i convogli sovraffollati e gli orari di arrivo e partenza non coincidono con quelli delle lezioni”.

Così accade fin troppo spesso che gli alunni si presentino in ritardo in classe. “Risulta evidente il disinteresse sia delle istituzioni che delle stesse compagnie di trasporti rispetto al problema: il sistema di trasporto pubblico non è organizzato in modo compatibile con le esigenze dei ragazzi mentre noi reclamiamo un servizio efficiente, economico e sicuro”, conclude la rappresentante Uds.

Il corteo nel corso della mattinata si è poi spostato verso viale De Pietro - con sosta presso il Palazzo di Giustizia dove è stato affisso un manifesto in memoria del controverso caso di Stefano Cucchi - ed è culminato con un dibattito in piazza Sant’Oronzo. A prendere la parola sono stati i rappresentanti degli studenti di ogni scuola presente che hanno rivendicato il diritto ad una scuola democratica, accessibile e di qualità. La comunità studentesca si avvia, dunque, verso il primo sciopero generale del nuovo anno accademico, indetto per il prossimo 21 ottobre.

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