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Adelchi, in Provincia si ferma il conto alla rovescia verso la mobilità

Procedure di mobilità sospese per i 700 operai, fino al nuovo incontro in Regione. Speranze riposte nell'estensione dell'Accordo di programma: disponibili agli investimenti anche Iacobucci e Korus

 

LECCE - E’ iniziato il conto alla rovescia per i 700 lavoratori ex Adelchi che dal primo gennaio, non riceveranno più il sussidio regionale per la cassa integrazione in deroga. E che si vedono sull’orlo della mobilità e troppo vicini al baratro della disoccupazione.

Mentre la clessidra scorre veloce, oggi un nuovo vertice presso la sede di via Salomi della Provincia di Lecce, ha riaperto i termini dell’unica via praticabile: l’estensione dell’Accordo di programma del 2008, che destinava 40 milioni di euro (equamente ripartiti tra fondi regionali e ministeriali) al rilancio del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero nell’area del Pit 9 (territorio salentino leccese).

Inizialmente pensato per la crisi della Filanto di Casarano, da tempo immemorabile si discute dell’estensione dell’area di applicazione anche alle aziende del cluster Adelchi, che hanno dismesso la produzione di scarpe per conto del colosso calzaturiero di Tricase: Nuova Adelchi spa, Magna Grecia, Crc srl, Sgc Plast srl, Knk srl.

ok1-2-2L’incontro di oggi ha prodotto l’impegno della sospensione, da parte dell’Adelchi, delle procedure di mobilità, fino al nuovo tavolo con la Regione Puglia, fissato per il 24 Novembre. Qualora non dovessero emergere le soluzioni alternative auspicate (l’estensione dell’Accordo, cioè), l’azienda si riserva di richiedere la riapertura dei termini della procedura. La task force regionale, oggi, era l’unica assente al vertice presieduto da Confindustria, dalla Provincia di Lecce, dall’azienda Aldechi (presente il responsabile delle risorse umane, Ippazio Prete), dai sindacati confederali, dalla Cisal e dal comitato dei lavoratori in protesta.

A fine mese, da Bari si attende una valutazione definitiva sulla questione dell’Accordo di programma , per riportarla all’attenzione del Mise (ministero dello Sviluppo Economico) e del ministero del Lavoro. Una possibilità di nuova assunzione, si profila per i lavoratori che ora ripongono le loro speranze nelle aziende che hanno manifestato una volontà di investire sul territorio e che potrebbero beneficiare di quel fondo. Tra queste, si contano anche Korus e Iacobucci, già coinvolte nel piano di riconversione industriale della ex manifattura tabacchi di Lecce, le quali, spiega Giuseppe Guagnano della Cgil, dovrebbero aver già presentato i proprio progetti.

Ma l’ottimismo non è il sentimento prevalente nel comitato degli operai “Michele Frascaro”: “Dopo tre anni di cassa integrazione e innumerevoli discorsi sull’Accordo di programma, non crediamo in soluzioni trovate in appena venti giorni”, frena Lori De Donno. “Saremo presenti e numerosi a Bari, per il prossimo incontro – spiega – ma non escludiamo nuove azioni di protesta anche eclatanti, se le nostre aspettative verranno di nuovo deluse”.

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