Alba Service, soffia il vento della protesta. Lavoratori ancora al verde
Cobas elenca tutti i problemi irrisolti e accusa la Provincia di non rispettare gli impegni: "130 famiglie non ricevono la cassa in deroga"
LECCE - La partita per i lavoratori di Alba Service, società partecipata dalla Provincia di Lecce finita nell’occhio del ciclone, si gioca ancora a bocce ferme. La denuncia della situazione, piuttosto preoccupante, arriva dalla Confederazione Cobas di Lecce.
“I politici e le istituzioni, nonostante i protocolli sottoscritti in Regione Puglia e presso la prefettura di Lecce, non rispettano gli impegni assunti”, puntualizza il sindacalista Giuseppe Pietro Mancarella che elenca tutta una serie di problemi, a suo dire, irrisolti.
“Innanzitutto l’ente provinciale, con la firma della cassa integrazione in deroga a zero ore, ha assunto degli impegni nei confronti di Alba Service in merito alla fornitura di servizi che non sono stati rispettati – spiega lui - . Infatti i lavori che potrebbero essere svolti dalla società sono stati invece affidati a ditte esterne, con il pretesto che Alba Service non ha la possibilità di operare, dimenticando che le responsabilità a monte sono nella cattiva gestione dell’azienda, come dimostrato dagli ultimi bilanci in rosso”.
Ma non solo: “Un altro problema è la mancata approvazione, da parte del socio, la Provincia appunto, dei bilanci di Alba Service per gli anni 2015 e 2016. In più l’Inps non ha ancora ricevuto tutti i documenti necessari per procedere con l’erogazione degli ammortizzatori in deroga a favore dei dipendenti”.
Le preoccupazioni per le sorti dei lavoratori poggiano su alcuni precedenti: “La Provincia ha sempre disatteso gli impegni assunti ed ha più volte palesato la volontà di chiudere la società partecipata”, aggiunge l’esponente dei Cobas. A conti fatti, la condizione economica dei lavoratori è gravosa: non ricevono alcuna retribuzione da giugno 2015, né alcun tipo di ammortizzatore sociale e non si ha notizia di future e concrete prospettive di lavoro.
“L’ente di Palazzo dei Celestini sta sostanzialmente prendendo tempo, in attesa della pronuncia del giudice sull’applicabilità dell’articolo 159 del Tuel, per cercare un capro espiatorio e non far ricadere le colpe su Antonio Gabellone e sulla sua maggioranza”, aggiunge Mancarella.
La Confederazione Cobas è arrivata a chiedere, quindi, le dimissioni del presidente della Provincia di Lecce: “Gabellone non è stato eletto a suffragio universale ma è stato votato dai soli consiglieri comunali – precisa il sindacalista – e le sue dimissioni comporterebbero la nomina di un commissario prefettizio in grado di salvaguardare i livelli occupazionali e restituire dignità a 130 famiglie coinvolte nella vertenza Alba Service”.
Il sindacato ha annunciato che passerà alle maniere forti, mettendo in atto nuove forme di protesta già nei prossimi giorni.