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Ancora troppi “nodi” da sciogliere sul destino degli ulivi della Maglie-Otranto

Dopo l'ennesimo incontro in Prefettura, per risolvere le questioni che tengono in stallo la cantierizzazione dell'opera, non si registrano sostanziali novità. Prosegue la lotta contro il tempo, per cercare soluzioni rapide

LECCE – Doveva essere un incontro chiarificatore quello di oggi in Prefettura, a Lecce, sui tanti “nodi” aperti nel progetto di ampliamento della strada Maglie-Otranto, con particolare attenzione al destino dei circa 5mila e 500 alberi di ulivo che insistono sui fondi espropriati e su quello degli edili in attesa di risposte sul proprio futuro professionale. Un’opera, insomma, che tocca valori come ambiente e lavoro, oltre l’essenza stessa dell’ammodernamento e della regolamentazione di una viabilità ancora più sicura.

Nuovamente riuniti intorno al tavolo dal Prefetto, Giuliana Perrotta, tutti i soggetti interessati, dai rappresentanti istituzionali della Provincia di Lecce, dei Comuni coinvolti, passando dai tecnici dell’Anas a quelli della Coedisal, aggiudicataria dell’appalto, per un confronto teso a trovare soluzioni rapide e risposte condivise, che permettano di accorciare i tempi della cantierizzazione dell’opera. E di risolvere una volta per tutte i nodi.

Ma le esigenze sono davvero tante e differenti dentro lo stesso progetto: da un lato, quella lavorativa, con i circa trecento operai edili del gruppo Palumbo, che da oltre tre anni e mezzo sono in cassa integrazione e che chiedono con forza l’avvio dell’infrastruttura; dall’altro, il problema ambientale legato all’espianto, al trasporto e al trapianto in altra sede delle migliaia di esemplari di ulivi, ricadenti nei fondi espropriati, con le associazioni che chiedono l’applicazione di un regime “virtuoso” nella cantierizzazione. C’è poi una nuova questione, quella posta sempre in essere dalla Soprintendenza pugliese in merito alle evidenze archeologiche che interessano l’area, con l’avanzamento di un parere condizionato sull’infrastruttura.

L’esito dell’incontro, pertanto, non assicura sostanziali novità. Per quel che concerne il destino degli alberi, argomento di cui molto si sta discutendo negli spazi mediatici e soprattutto sulla rete, non c’è alcun problema per i 251 ulivi “monumentali”, già garantiti e protetti dalle normative. Per circa 1200-1500 esemplari, si sono interessati Comuni come Otranto e Minervino di Lecce, che hanno manifestato l’interesse ad ospitarli sui propri territori, con la copertura finanziaria assicurata dall’Anas.

Il resto numero2-241-12, invece, si trova momentaneamente collocato in un limbo, senza, cioè, una precisa collocazione: si vuole evitare, ad ogni costo, che gli alberi vengano abbattuti, ma gli oltre 3mila ulivi non hanno la copertura finanziaria necessaria alla ricollocazione in altro luogo, nonostante ci siano state sporadiche manifestazioni di interesse di vivaisti e privati, pronti ad “adottarli”. Nel corso della riunione, è stata posta in essere la richiesta di un approfondimento, per comprendere se gli esemplari in oggetto possano essere richiesti anche fuori dalla provincia e della regione.

Se l’obiettivo odierno, comunque sia, era quello di chiudere il cerchio, per garantire un’accelerata sul cantiere della statale 16, i segnali arrivati oggi non sembrano risultare decisivi in tal senso; e quasi certamente si profila una nuova convocazione a stretto giro.

 

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