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Anno accademico sì, anno accademico no: è polemica

"La Sveglia" critica la conferenza dell'Udu di questa mattina: "L'inaugurazione non è certo l'unico modo che hanno gli studenti di confrontarsi". Ma nei banchi politici di centrodestra c'è rammarico

"A sentir l'Udu, l'inaugurazione dell'anno accademico è l'unico modo che hanno gli studenti di confrontarsi con il rettore e l'amministrazione dell'Università (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=6018). Eppure, da quel che ricordiamo, i rappresentanti del'Udu, nelle scorse inaugurazioni, più che dialogare e confrontarsi, si sono preoccupati di manifestare e urlare le loro idee, sfruttando la vetrina mediatica offerta dalla manifestazione. Forse è questo ciò di cui sente la mancanza l'Udu quest'anno". Così Maurizio Quarta, presidente del movimento studentesco "La Sveglia". "Il Rettore Laforgia - prosegue - ha più volte chiaramente espresso le motivazioni della rinuncia all'inaugurazione quest'anno, motivazioni che noi condividiamo, pienamente consci del peso che hanno l'importanza della manifestazione, i problemi degli studenti e i modi di affrontarli che stanno caratterizzando l'operato della nuova amministrazione".

"Gli studenti sono degnamente rappresentati all'interno degli organi in cui sono stati eletti i rappresentanti, dal Senato accademico fino al Consiglio di corso di laurea. E' lì - dice Quarta - che avviene il vero confronto. Riteniamo quindi che il tipo di manifestazione proposta dall'Udu sia niente più che una "pagliacciata". Siamo tuttavia lieti che l'Udu stessa ammetta di non avere dialogo con le altre associazioni; evidentemente cominciano a notare come il dialogo che caratterizza i rapporti tra le altre associazioni, trovi difficile attuazione anche nei confronti dell'Unione degli Universitari. C'è da sperare - prosegue Quarta - che questo rappresenti l'inizio di una riflessione al loro interno, che porti a un migliore atteggiamento e spirito di collaborazione con il resto delle associazioni. Lo auspichiamo nell'interesse degli studenti, perché i loro diritti vengano difesi nel migliore dei modi nelle sede opportune, non a teatro. Per ciò che concerne le prossime elezioni studentesche sottolineiamo come anche questa volta l'Udu abbia la memoria corta, in quanto nel maggio del 2005 erano tra i firmatari di una prorogatio delle cariche studentesche di ben sei mesi. Oppure questa regola vale solo negli anni bisestili?"

E intanto, proprio sulla mancata inaugurazione dell'anno accademico, non si placano le polemiche. "E' spiacevole dover rinunciare ad un momento di partecipazione allargata a tutti gli attori del territorio, riuniti per riflettere sulle virtù reali o presunte del nostro panorama culturale, di ricerca e di formazione in genere", dice Pasquale Gaetani, del gruppo consiliare alla Provincia di Alleanza nazionale. "Da una stagione all'altra siamo passati dalle sfilate di ministri, deputati e imprenditori, con tanto di passerelle rosse, al nulla di quest'anno. Dal troppo al niente, insomma - prosegue -, in pochissimo tempo".

"E' vero che le stagioni alternano fasi di conferma e smentita del lavoro precedente svolto da altri, tuttavia, pur condividendo in pieno l'esigenza di contenere le spese e di evitare il superfluo in tempi già difficili per l'Università italiana, ci sarebbe piaciuto ascoltare i problemi e i punti di forza dell'Università del Salento dal pulpito privilegiato del nuovo rettore Domenico Laforgia - conclude Gaetani - con il contributi di tutti gli attori territoriali e degli studenti, una inaugurazione sobria, quindi, morigerata, ma efficace senza i coriandoli di carnevale e senza maschere".

"Che peccato per la città di Lecce non celebrare l'Università e le sue eccellenze", fa eco Antonio Pellegrino, segretario cittadino di Forza Italia. "L'inaugurazione dell'Anno Accademico potrebbe servire a far incontrare la città universitaria e l'Università del Salento. Sarebbe stata un'occasione importante, sempre nuova, per discutere e confrontarsi, senza per forza di cose perdersi in spese impegnative e soprattutto senza sfarzo, ma con equilibrio e moderazione. Invece quest'anno verrà meno l'opportunità di mettere al centro dell'agenda istituzionale il confronto con il mondo accademico".

"Peccato- spiega Pellegrino -, perché se da un lato è giusto risparmiare ed è indubbia l'esagerazione della passate stagioni su alcuni fronti è anche vero che è fuori posto una rinuncia totale all'inaugurazione dell'anno accademico. L'evento celebrativo non è per forza di cose in contraddizione con quanto stabilito dalle regole pragmatiche della ricerca e della didattica, non è un giorno sprecato, non significa buttare i soldi. Forse in questo i nostri studenti possono aver avuto ragione e sarebbe giusto, a modo mio, ascoltarli di più. Del resto sono gli studenti i titolari dell'Università. L'Università nasce per loro ed esiste per loro. L'Istituzione può trovare modi e forme per temperare gli eccessi e produrre ugualmente l'evento, evitando colpi di teatro.

"Intanto - dice ancora -, si scopre la volontà di chiudere il corso di laurea in Scienze della comunicazione, un corso moderno e particolarmente ambito dalle nuove generazioni che intendono utilizzare gli strumenti mass-mediatici per farne occasione di crescita professionale e culturale. Non c'è dubbio che il corso attuale, così come era impostato, non era all'altezza delle aspirazioni formative degli studenti e che l'offerta stessa in termini didattici appariva piuttosto scadente. Ci saremmo aspettati - conclude - uno sforzo mirato ad implementare e a migliorare il corso nel suo complesso, non certo la sua soppressione".

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