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Anziani costretti al trasferimento in altre Rssa. La denuncia dell’associazione

Codici Lecce segnala una disparità di trattamento nei distretti sanitari salentini: “I residenti dei distretti di Gagliano del Capo, Martano, Poggiardo e Nardò privati dei posti letto in convenzione nelle residenze assistenziali e trattati come cittadini di serie B”

LECCE – Ancora disagi in ambito sanitario. Ed ancora una volta a soffrirne le conseguenze sono le fasce della popolazione più deboli: nel caso specifico gli anziani. La denuncia arriva dall’associazione ‘Codici contro la malasanità’ che ha raccolto, presso il proprio sportello di Lecce, le segnalazioni di addetti ai lavori e dei familiari di anziani ospiti presso le residenze socio-sanitarie assistenziali salentine.

All’interno di queste strutture, destinate all'accoglienza e all'assistenza di cittadini di età superiore ai 64 anni non autosufficienti, i pazienti sarebbero costretti a “scontare” sulla propria pelle le conseguenze di una “iniqua, illogica ed illegittima distribuzione dei posti letti” coperti dalle quote a carico del servizio sanitario regionale.

Il problema, già sollevato con una interrogazione del consigliere regionale Saverio Congedo rimasta priva di riscontro, è semplice così come lo sarebbe la sua soluzione, ribattono i responsabili dell’associazione, se affrontata nell'ottica della solidarietà, della dignità e del rispetto per i cittadini.

Come è noto, infatti, il territorio della provincia di Lecce è suddiviso in dieci distretti socio-sanitari, tra i quali dovrebbero essere equamente ripartiti i posti letto delle residenze assistenziali contrattualizzati con la Regione, che versa a tal scopo una tariffa di circa 93 euro al giorno per persona.

Secondo quanto previsto, poi, dalla legge regionale numero 26 del 2006 e richiamato dalla deliberazione del direttore generale della Asl Lecce numero 410 del 2012, la ripartizione dei posti letto deve aver luogo in base al principio della distribuzione equilibrata delle prestazioni di Rssa, per garantire la realizzazione del primario bisogno degli utenti di trovare ospitalità presso strutture vicine alla propria residenza, evitando così la traumatica “delocalizzazione” di fasce di cittadini particolarmente vulnerabili per età e condizioni di salute.

Sulla base di questi criteri, i distretti di Gagliano del Capo, Martano, Poggiardo e Nardò avrebbero diritto alla contrattualizzazione di 197 posti letto per le residenze assistenziali ma, di fatto, non ne possiedono neppure uno. “Il contentino di 52 su 56 posti che l’azienda sanitaria di Lecce sembrerebbe voler coprire mettendoli a gara tra i quattro distretti carenti non servirà, di certo, a riequilibrare la situazione e a fare giustizia- tuona Stefano Gallotta, presidente di Codici - anche perché tra questi sono ricompresi i 40 posti letto in origine già assegnati al distretto socio sanitario di Martano, ragion per cui il coordinamento dell’Ambito aveva sollecitato la Asl Lecce a rivedere la distribuzione territoriale, ma anche questo appello è caduto nel vuoto”.

Sicché, fanno notare dall’associazione, a causa dei rinnovi contrattuali del 9 giugno 2014, che “appaiono essere sempre più un monopolio di pochi, in favore delle solite residenze assistenziali ed in barba alle opportune esigenze di redistribuzione dei posti letto secondo i principi di equità e di parità di trattamento”, il principio di equilibrata distribuzione sarebbe stato del tutto disatteso e sostituito da logiche “inique e discriminatorie”. Il risultato di questo presunto modus operandi sarebbe quello che, alla fine, i cittadini dei distretti sguarniti di posti letto in convenzione sono costretti a migrare presso strutture lontane dalla propria casa e dai propri affetti, con gravi conseguenze anche sul piano psichico.

L’avvocato Gallotta spiega che “questo è un sistema sanitario che di sano sembra avere sempre meno e che appare sempre più preda di speculazioni affaristiche e politiche, oltre che indifferente ai problemi reali dei cittadini”. “Ciò è ancor più odioso e inaccettabile quando le vittime di questa indifferenza sono gli anziani non autosufficienti  - aggiunge lui -. Eppure le strutture sociosanitarie nei quattro distretti penalizzati ci sono e sono anche all'avanguardia, per cui facile e ovvio sarebbe riconoscere a ogni cittadino un egual diritto a beneficiare dei posti letto in convenzione con il servizio sanitario nazionale, senza discriminazioni e disparità di trattamento”.

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