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Elezioni per scegliere il nuovo rettore, gli appelli di Zara e Laudizi

Il docente di Biochimica e quello di Letteratura latina, che concorrono con Michele Carducci, di Diritto comparato, alla successione di Domenico Laforgia, si rivolgono tramite LeccePrima al corpo elettorale chiamato alle urne martedì prossimo, 9 luglio

LECCE – I tre candidati alla carica di rettore dell’Università del Salento sono stati invitati contestualmente a rivolgere, tramite LeccePrima, un appello al corpo elettorale d’ateneo chiamato alle urne martedì prossimo per la scelta del successore di Domenico Laforgia. Michele Carducci ha cortesemente declinato, ma ieri è stato pubblicato un contributo di 21 cittadini leccesi che auspicano la sua vittoria. Oggi diamo spazio agli altri due, in ordine alfabetico: il docente di Letteratura latina, Giovanni Laudizi e il professore di Biochimica, Vincenzo Zara.

Giovanni Laudizi

Per invitare colleghi, amici e studenti della nostra comunità accademica a indirizzare il voto verso la mia persona non mi servirò di frasi ad effetto,  che non ho mai utilizzato, né invocherò straordinarie capacità manageriali.

Solo poche doti caratterizzano la mia persona: una pluriennale esperienza negli organi di rappresentanza accademica e il coraggio di non nascondere mai la verità. Il cammino del nuovo Rettore sarà abbastanza difficile per la necessità di ripristinare un clima di civile convivenza, prodromico alla realizzazione del rilancio della ricerca, del miglioraramento dei servizi agli studenti, innalzando il livello della didattica. Il mio sforzo primario sarà nel riportare il nostro Ateneo alla considerazione che aveva alcuni anni fa, sia in città sia nel laudizi-2Paese, quando era fra le prime quindici Università italiane. C’è senz’altro bisogno di esperienza di gestione amministrativa, ma ancor più di buon senso, di senso della misura, di rispetto dell’altro, di assenza d’interessi personali, di capacità di guardare avanti e soprattutto della capacità di mantenere la rotta guidati da un sogno: lasciarsi alle spalle le tempeste!  

Il mio programma è stato definito “sobrio e convincente”. Per questo posso garantirne l’attuazione. A garanzia di quest’obiettivo c’è l’impegno da me profuso in tutti questi anni per lo sviluppo di questo Ateneo. Consapevole della difficoltà della sfida cui sono chiamato, convinto di poterla vincere nell’interesse dei nostri studenti, libero da qualsiasi forma di condizionamento e soprattutto privo di scheletri nel mio armadio – e le notizie di queste ultime ore sull’Ateneo barese ci devono far riflettere - rinnovo a tutti Voi l’invito a votarmi.

Vincenzo Zara

La campagna elettorale per l’elezione del nuovo rettore è ormai giunta al termine e ciò induce ad alcune riflessioni. Tra le molte cose accadute in questo periodo, vi è sicuramente la scoperta di una comunità universitaria attenta, che ha partecipato viva e numerosa ai vari incontri e ha manifestato in tutte le occasioni non solo le immancabili richieste, ma soprattutto il desiderio di “volare alto”, mirando ad obiettivi inaspettati e affascinanti.

Ciò è accaduto soprattutto durante le riunioni tematiche tenutesi tra gruppi ristretti, nelle quali la concretezza delle argomentazioni, la pacatezza dei toni e la serenità degli sguardi hanno indirizzato gli zara-2animi dei presenti verso grandi traguardi. È proprio in queste occasioni che ho visto l’iniziale espressione diffidente, o francamente indagatrice, trasformarsi in uno sguardo attento, poi progressivamente curioso e, in molti casi, addirittura entusiasta.

È proprio l’entusiasmo rinnovato la chiave di volta del prossimo governo, entusiamo che è necessario per chiunque si appresti a coordinare un sistema complesso come quello universitario. È ovvio che il futuro rettore dovrà occuparsi di didattica, di ricerca, di terza missione e di tante altre cose, tra cui reperire finanziamenti che permettano di superare questa difficile fase di crisi economica e sociale. Ma un rettore deve anche mantenere vivo l’orgoglio di appartenenza alla nostra prestigiosa Istituzione. Questi saranno i miei obiettivi primari, se dovessi diventare rettore.

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