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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Legge elettorale: silurata a voto segreto la parità di genere. Vendola sconfitto

Colpo di scena in consiglio regionale: passa grazie ai franchi tiratori della maggioranza una pregiudiziale di Forza Italia che accantona la questione della doppia preferenza, paventando il rischio di condizionamenti esterni. Vendola sconfitto anche sulla soglia di sbarramento

LECCE – Il consiglio regionale, con 48 voti favorevoli e 10 contrari - quelli di Sel e de La Puglia per Vendola -, ha approvato la nuova legge elettorale con la quale i pugliesi determineranno l’assise a partire dalle elezioni in programma a maggio. Ma con l’approvazione, a scrutinio segreto, di una pregiudiziale presentata da Forza Italia, è stata silurata la questione della parità di genere scatenando la polemica: il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha abbandonato l’aula accusando di “retromarcia cavernicola” un consiglio composto per il 95 per cento da uomini che preferiscono chiudersi nel “proprio recinto”.

Composizione, premi e sbarramenti.

Il nuovo consiglio regionale sarà composto da 50 membri (invece degli attuali 70) più il presidente: 23 consiglieri saranno eletti su base circoscrizionale, 27 con la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni. Definita al termine di una lunga mediazione l'entità del premio di maggioranza: alla coalizione vittoriosa che avrà ricevuto almeno il 40 per cento dei voti andranno 29 seggi; con una soglia tra il 35 e il 40 i seggi saranno 28, in caso di percentuale inferiore al 35 per cento saranno 27. Per quanto riguarda le soglie di sbarramento è stato deciso che le coalizioni, per essere ammesse in consiglio, dovranno superare l’8 per cento (con il voto contrario di Sel, de La Puglia per Vendola e dell'assessore Lorenzo Nicastro che ha votato come esponente dell'Idv e dell'assessore Leo Caroli); che all’interno delle coalizioni i singoli partiti dorvanno conseguire almeno il 4 (con il voto contrario dei due consiglieri socialisti); che le liste che non si presentano collegate ad alcuna coalizione dovranno raggiungere l’8 per cento: su questo punto si è registrato il voto unanime.

Cassata la questione di genere.

Con 37 voti a favore e 22 contrari, è passata una pregiudiziale posta da Forza Italia sull’inammissibilità degli emendamenti relativi alla parità di genere, da ottenere attraverso l’introduzione della possibilità della doppia preferenza. L’esito del voto ha messo in evidenza l’esistenza di un’ampia frangia di franchi tiratori nella maggioranza di centrosinistra, almeno 15, e rappresenta una sconfitta per Vendola che già sulla questione delle soglie di sbarramento avevo dovuto ingoiare un boccone amaro.

La questione della parità di genere era stata già discussa e bocciata di recente grazie alla presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che prevedeva, oltre alla composizione delle liste secondo una perfetta parità (50 e 50), anche la possibilità di indicare una doppia preferenza, ma solo con l'abbinamento di un uomo o di una donna, in alternativa alla preferenza singola. Il tentativo fu stoppato in aula per un solo voto di differenza, anche allora a scrutinio segreto.

Ma quali sono le ragioni esposte oggi da Forza Italia in aula? Per il principale partito di minoranza in Regione la parità di genere si può tranquillamente determinare nella composizione delle liste e non con meccanismi che, ha spiegato in aula il capogruppo, Ignazio Zullo, avrebbero consentito pesanti condizionamenti esterni, anche della criminalità organizzata. Il timore palesato dai forzisti è che con l’indicazione di tre o quattro coppie, si sarebbe potuto determinare una ipoteca sul prossimo consiglio regionale.

Le reazioni.

Michele Emiliano, candidato governatore per il centrosinistra, ha promesso l’immediata revisione della legge in caso di sua vittoria e ha aggiunto che chiederà agli elettori del Pd di non votare coloro che hanno votato per la pregiudiziale di Forza Italia. Non solo, il segretario dei democratici ha garantito che in tutte le province pugliesi collocherà una donna in cima alla lista.

Forza Italia, che con tutto il centrodestra sostiene per le elezioni di maggio Francesco Schittulli, ha replicato a Emiliano invitandolo a essere coerente fino in fondo: perché non basta, precisano gli azzurri, indicare le donne come capolista dal momento che bisogna poi ottenere sul campo le preferenze. E allora il candidato del centrosinistra è stato sfidato a utilizzare tutto lo spazio consentito dalla legge, inserendo donne fino al raggiungimento del 60 per cento del totale dei posti a disposizione.

Antonella Laricchia, candidata per il M5S in competizione con Emiliano e Schittulli, ironizza sugli avversari: “La verità è che quella della parità di genere per queste persone è solo una bandiera mediatica da sventolare in campagna elettorale. Chi vuole la parità di genere evidentemente non ha molta stima del sesso femminile”.

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