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art. 18: il sindacato di casapound in campo contro la riforma, striscioni in 50 città italiane

Striscioni contro la ''cura Monti'' e la riforma dell'articolo 18, ''che punta a ridurre i lavoratori in schiavitù'' sono comparsi nella notte in una cinquantina di città italiane. A rivendicare la protesta Blu, Blocco lavoratori unitario, il sindacato nato in seno a CasaPound Italia,

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima
Art. 18: il sindacato di CasaPound in campo contro la riforma, striscioni in 50 città italiane
''Non crediamo alla cura Monti, ridurre i lavoratori alla schiavitù non aiuterà lo sviluppo''
 
Lecce, 5 aprile - Striscioni contro la ''cura Monti'' e la riforma dell'articolo 18, ''che punta a ridurre i lavoratori in schiavitù'' sono comparsi nella notte in una cinquantina di città italiane. A rivendicare la protesta Blu, Blocco lavoratori unitario, il sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che aveva già messo a segno azioni contro i licenziamenti dell'azienda di autotrasporto trentina Arcese e della Omfesa, le Officine meccaniche ferroviarie del Salento.
''Art. 18: lavoratori licenziati, mercati deliziati'', ''Art. 18: lavoratori pezzenti, mercati contenti'', ''Art. 18: lavoratore disperato, mercato rassicurato'', ''Art. 18: lavoratore schiavo, spread in calo'' sono i messaggi lanciati dagli striscioni, comparsi su muri, cavalcavia e davanti alle sedi di partiti, istituzioni e sindacati (?) di città e piccoli centri dal nord al sud del paese per protestare contro una riforma che, si legge sul volantino diffuso dal sindacato, ''vuole avvicinare le condizioni dei lavoratori italiani a quelle dei lavoratori del terzo mondo''. Ma, secondo Blu, ''peggiorare la condizione dei lavoratori non porterà nuovi investimenti in Italia e certamente non impedirà alle imprese di delocalizzare alla ricerca di lavoratori low cost''. ''Non saremo mai competitivi con i lavoratori del terzo mondo che lavorano per pochi euro, senza sicurezza, senza orari, senza tutele - spiega il volantino - finché non saremo schiavi anche noi''. Per questo, si legge, ''non crediamo alla riforma del lavoro, non crediamo che rendere più facili i licenziamenti porterà sviluppo per il paese e di conseguenza più lavoro. Il lavoro in sé non è indice di benessere: la qualità del lavoro, la sicurezza sul lavoro, la giusta retribuzione per il proprio lavoro sono benessere''.
Secondo il sindacato di CasaPound Italia, ''nessuna fabbrica verrà aperta in Italia grazie a questa riforma il cui unico obiettivo è rendere appetibili agli speculatori internazionali i Buoni del Tesoro italiani''. ''E gli speculatori - sottolinea Blu - comprano Bot solo se vengono convinti che qui in Italia il mercato ha campo libero e i lavoratori la testa china e la coda tra le gambe''. Soprattutto, evidenzia il Blocco unitario lavoratori, ''vendere Bot agli speculatori non vuol dire sviluppo ma solo altro debito pubblico e consegnare la Nazione agli strozzini internazionali''. A Lecce sono stati affissi due striscioni: il primo nella zona Pip, cuore dell'industria del capoluogo salentino, il secondo nel centro della città, in viale Torre del Parco.
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