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Assobalneari “affonda” la Godelli: “Il modello Gallipoli è vincente”

Dopo le valutazioni dell'assessore regionale sulle possibili ripercussioni in negativo dell'offerta turistica dei lidi-discoteca arriva la presa di posizione di Della Valle e Carlino: "C'è il tutto esaurito, la scelta è giusta"

GALLIPOLI – Dirompente e lacerante è stata la dichiarazione dell’assessore regionale alla Cultura e Turismo, Silvia Godelli, proprio nel pienone ferragostano. Con la calata dei 300mila e passa che affollano e invadono le spiagge e i lidi gallipolini. Con i problemi di sempre. Con i quartieri rivieraschi nuovamente, e in parte, in subbuglio (dal Lido San Giovanni alla Baia verde) e con il dilemma atavico tra quale tipo di turismo perseguire e bramare. Per ora quello della massa fluttuante e danzante, quello giovanile e “caciarone” è quello che ci ritroviamo. E forse anche quello che ci meritiamo. Non solo quello “mordi e fuggi”. Ma forse, anche quello  a lunga scadenza, poco incline a riversare la tassa di soggiorno nelle casse comunali. Ma per i balneari gallipolini e salentini bisogna raddrizzare il tiro. E l’allarme della rappresentate istituzionale che parla dei “presunti” danni causati dai lidi-discoteche e dalla fuga dei vacanzieri  e delle famiglie dalle sponde gallipoline, secondo gli imprenditori balneari e turistici sarebbe davvero “fuori luogo”.

Per il presidente di Assobalneari Salento, Mauro Della Valle, invece “Gallipoli è un modello che genera effetti positivi in tutto il Salento”. Altro che leggende metropolitane. Assobalneari  commenta duramente  le parole dell’assessore Godelli che in buona sostanza ha puntato il dito contro il fenomeno dei lidi-discoteca di Gallipoli. Secondo l’assessore “i veri turisti potrebbero scappare via” spaventati da una sorta di “divertimentificio” invasivo. Un concetto ovviamente tutto da contestualizzare, e sul quale è subito giunta la replica degli operatori. “Innanzitutto voglio tranquillizzare l’assessore Godelli spiegando che non esiste un ‘caso Gallipoli’ ma semmai un ‘modello Gallipoli’ che genera ricchezza in tutto il territorio” commenta Della Valle, “il fenomeno degli ultimi anni è riuscito a far crescere le presenze in una delle località di maggiore richiamo dello Stivale. Basti pensare che, come confermano anche gli ultimi dati diffusi da Trivago, Gallipoli è tra le mete sold out a differenza di altre località turistiche italiane.

“L’offerta dei lidi non è più quella della spiaggia degli anni ’70” chiarisce il presidente dei balneari, “gli stabilimenti sono cresciuti e hanno sviluppato l’idea di una vacanza all inclusive, che permette ai turisti di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza. La discoteca non è qualcosa di pericoloso ma si avvicina al tipo di offerta cercata dai giovani che vogliono divertimento e che, per trovarlo, fino a qualche anno fa si riversavano su mete più ambite quali Ibiza e Formentera. Noi operatori balneari  ci siamo preparati in anticipo e il Salento è riuscito ad attrarre un flusso che non può che essere considerato positivo se determina il ‘tutto esaurito’ nelle strutture ricettive. Non è un caso che la città cella sia riuscita a conquistare la Bandiera Verde, riconoscimento assegnato su scala nazionale da 115 pediatri per premiare le spiagge a misura di bambino”.

Secondo la disamina degli operatori turistici e balenari del litorale gallipolino la cittadina ionica non viaggia in un unico senso, ma riesce ad intercettare tre fasce di clientela: il turismo giovanile affolla la zona di Baia Verde; quello culturale, caratterizzato da una forte presenza di stranieri, riempie le vie del centro storico, mentre le famiglie programmano la vacanza lungo le baie di Rivabella.

“Anche i giovani fanno parte dell’idea di turismo che il Salento insegue ormai da tempo - dichiara Stefan Carlino, presidente degli operatori turistici di Gallipoli, “siamo riusciti a raggiungere un risultato insperato, ovvero far parlare degli eventi di Gallipoli in tutta Italia. Per questo motivo ritengo che le parole pronunciate dall’assessore Godelli nel periodo più caldo della stagione siano gravi e ingenerose. Simili dichiarazioni rischiano di far scappare i turisti, mentre quello che probabilmente manca nella nostra città è il controllo della pubblica sicurezza, necessario quando una località è molto affollata. Purtroppo” conclude Carlino, “ci piacerebbe poterne parlare quattro mesi all’anno, ma i turisti prendono d’assalto Gallipoli, e in generale il Salento, solo quattro settimane d’estate. E nonostante questo dato si continua a puntare il dito contro esempi positivi di crescita del settore in un periodo di crisi profonda”.

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