rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Batterio Xylella, le controproposte al piano di Silletti: "Sfrondare, non eradicare"

Il comitato "Voce dell'Ulivo" e l'Aprol di Lecce inviano un documento al commissario per l'emergenza e al responsabile regionale dell'Osservatorio fitosanitario chiedendo di prendere in esame alcuni aggiustamenti, partendo anche da considerazioni dell'Efsa sul contrasto all'epidemia

LECCE – Fronte compatto contro il batterio killer che sta piagando i patriarchi delle campagne salentine e nessuna reale preclusione al piano elaborato dal commissario straordinario Giuseppe Silletti (comandante regionale del Corpo forestale) nella lotta alla Xylella, a patto che siano prese in considerazione alcune sostanziali modifiche, partendo anche da spunti forniti dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Il comitato spontaneo “Voce dell’Ulivo”, che raccoglie sotto le sue fronde vari produttori e cooperative della provincia, e l’Aprol di Lecce, hanno messo a punto una sorta di contro-piano che aggiusta quello proposto e hanno inviato i suggerimenti sia a Silletti, sia a Silvio Schito, responsabile dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia.     

“Pronti a collaborare – scrivono -, ma servono alcune modifiche dettate dal buon senso”. Per esempio (ed è uno dei punti fondamentali di una più articolata controproposta), comitato e associazione di produttori olivicoli, consigliano sfrondature invece di veri e proprio abbattimenti. A loro avviso, contrastare la quantità d’inoculo del batterio e bloccare il contagio è possibile riducendo l’apparato fogliare infetto presente sugli alberi contaminati, senza per forza arrivare a ridurre le campagne in cimiteri da cui spuntano dalla terra tronchi mozzati. Ed è quanto fra le righe Voce dell’Ulivo e Aprol colgono nell’ultimo rapporto dell’Efsa.

“Da questa pratica, molteplici benefici”, a loro avviso. Ovvero: “Possibile risanamento di piante infette allo stato iniziale, tutela del patrimonio olivicolo e paesaggistico, drastica riduzione di insetticidi, contenimento dei costi per gli agricoltori, velocità di intervento, applicabilità anche in zone inaccessibili ai mezzi meccanici e più facile monitoraggio dell’evoluzione della malattia”.

(Scarica la lettera Silletti, con tutti i dettagli tecnici).  

Comitato e associazione, nel Lunedì dell’Angelo, vanno però oltre e replicano duramente anche a una nota stampa dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari.

Le accuse di Nardoni: “Dibattito sterile e nessuno ara”

Nardoni, ieri, ha accusato: “Mentre si sviluppa un dibattito sterile che divide l'opinione pubblica e fa diventare tutti esperti di Xylella, come avviene la domenica allo stadio quando siamo tutti allenatori, in questo difficile frangente non si fa l'unica cosa utile e completamente innocua che proprietari e conduttori dei terreni devono fare: arature e potature”.

“Ma cosa c'entra il dibattito su eradicazione si eradicazione no, fitofarmaci si fitofarmaci no con l'aratura dei terreni? E’ decorso più o meno inutilmente un termine, quello del 5 aprile che appare come scadenza perentoria perché fissata dalla natura. Non è ancora chiaro a tutti che il piano del commissario è un piano sostitutivo degli interventi posti a carico di proprietari e conduttori da un decreto del governo”, ha scritto l’assessore. “Come non è chiaro a tutti che le mancate arature consentiranno agli insetti vettori di diventare adulti e di infettare altre piante”.

“Ma davvero – si è chiesto - esiste una persona di buon senso che può pensare che un soggetto pubblico, sia esso il commissario, la Regione o l'Esercito, possa fare le arature di circa centomila ettari di terreni agricoli in meno di un mese? La colpa di questo dibattito sterile è quella di non avere consentito la costruzione di un’azione collettiva, di un senso di responsabilità comune, di una comunità unità contro un batterio che viene agevolato da questo”.

“Abbiamo dato un alibi a tutti coloro che anche prima della Xylella non curavano i terreni per continuare a non farlo – ha aggiunto - e, magari sperare in un risarcimento. Mi batterò perché ci siano i risarcimenti da parte dell'Europa ma anche perché questi vadano a vivaisti e agricoltori responsabili, a coloro che hanno collaborato con le istituzioni e con il commissario per combattere la malattia”.

“Ora tutti sono per legge in sanzione e ispettori fitosanitari, polizia provinciale e Corpo forestale dello Stato dovranno controllare ed irrogare le sanzioni se non vogliono diventare essi stessi inadempienti. Un ulteriore danno agli agricoltori salentini – ha concluso - che dovranno dire grazie ai mille santoni e pseudo ambientalisti, gli unici che veramente speculano sulla vicenda Xylella”.

La replica: “Il commissario sostituisce l’inerzia della Regione”

“Cominci da un bel mea culpa per non aver fatto ancora tirare un filo d’erba a Consorzi di bonifica, Province, Comuni e Anas”, replicano oggi comitato e Aprol. E riguardo all’affermazione “non è ancora chiaro a tutti che il piano del commissario è un piano sostitutivo degli interventi posti a carico di proprietari e conduttori da un Decreto del Governo”, arriva una precisazione: Il commissario è di fatto sostitutivo dell’inerzia totale dell’ente Regionale, ed in modo particolare, dell’Assessorato all’Agricoltura che in due anni ha trovato come unica soluzione al problema “L’acqua informatizzata”.

Ancora, nel punto in cui Nardoni ha accusato “ma davvero esiste una persona di buon senso che può pensare che un soggetto pubblico, sia esso il commissario, la Regione o l’Esercito, possa fare le arature di circa centomila ettari di terreni agricoli in meno di un mese?”, sempre dal comitato rispondono: “Ma davvero esiste una persona di buon senso che può pensare che un soggetto privato, sia esso azienda agricola o semplice possessore di terreno, possa fare le arature di circa duecentocinquantamila ettari ( e non centomila come dice l’Assessore mal informato) di terreni agricoli in meno di un mese?”. 

Soprattutto, però, gli olivicoltori si scagliano contro l’affermazione di Nardoni, secondo cui è sarebbe "dato un alibi a tutti coloro che anche prima della xylella non curavano i terreni per continuare a non farlo e magari sperare in un risarcimento”. Per il comitato, l'asserzione dimostra che l’assessorato pur essendo a conoscenza di questo fenomeno non ha intrapreso le iniziative adeguate atte a far rispettare il contratto di condizionalità, previsto dalla Pac, ai soggetti inadempienti. Tutto questo anche nonostante le nostre numerose denunce e sollecitazioni”.

“Inoltre già da tempo, abbiamo fatto sentire la sua voce in merito al danno economico e sociale causato da coloro i quali hanno vissuto l’olivicoltura degli ultimi anni unicamente come una rendita derivata dal solo sostegno Comunitario”. “Tutto questo – concludono gli olivicoltori -, ha pesato e tuttora pesa come un macigno sulle spalle delle nostre aziende, che si distinguono per tutela ed economia del territorio, salubrità e qualità in genere dei prodotti agricoli, uniche artefici della diffusione del marchio ‘Made in Salento’ in tutto il mondo”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Batterio Xylella, le controproposte al piano di Silletti: "Sfrondare, non eradicare"

LeccePrima è in caricamento