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Beni confiscati alla criminalità: altri quattro immobili nel patrimonio del Comune

Perfezionato l'iter di acquisizione. Ma il riutilizzo è spesso frenato da danneggiamenti oltre che da difficoltà economiche

LECCE - Sono 22 i beni confiscati alla criminalità organizzata che fanno parte del patrimonio del Comune di Lecce. Si tratta di terreni e fabbricati, riconducibili a 14 diversi soggetti: gli ultimi quattro beni immobili sono stati acquisiti proprio negli ultimi giorni dopo che l'amministrazione comunale, in agosto, aveva manifestato il suo interesse all'apposita agenzia nazionale. Per un quinto manca solo il relativo decreto.

Si tratta di un terreno e di un fabbricato in via delle Acacie, in zona San Ligorio, e di due appartamenti, in via Diaz e via Amba Alagi. Ma ci sono vere e proprie ville, come quella in via Melica, appartenuta al boss della Sacra Corona Unita, Filippo Cerfeda, a due passi dal carcere di Borgo San Nicola, che è stata oggetto per due volte, dopo la confisca, di pesanti danneggiamenti che ne hanno impedito fino ad oggi il riutilizzo (per un progetto di casa famiglia per minori), o come quella in via Recanati, nella marina di San Cataldo.

Per la legge i beni confiscati devono essere riutilizzati a fini sociali, tra cui l'emergenza abitativa alla quale sono stati destinate cinque abitazioni attingendo alla graduatoria per l'edilizia residenziale pubblica. Il problema è che, in alcune occasioni, necessitano di importanti lavori di ristrutturazione, con costi che gli enti pubblici fanno fatica a sostenere. Un altro nodo riguarda poi la gestione degli stessi: una volta affidati ad associazioni che si fanno avanti, devono essere mantenuti. Per questo motivo si ricorre sempre a bandi per il finanziamento.

Sono dieci gli immobili al momento non assegnati (oltre a quelli appena acquisiti) e solo per tre sono stati approvati negli anni scorsi i progetti di riqualificazione: uno del 2013 riguarda un terreno con fabbricato rurale in via Masseria Cuti - da destinare alla protezione civile e all'accoglienza notturna delle persone senza fissa dimora); un altro è un fondo in località Carracci, da convertire in rifugio per cani, mentre un terzo interessa propria la villa di via Melica, finanziato nell'ambito di "Libera il bene", programma della Regione Puglia. 

Nella giunta che si terrà nel pomeriggio di oggi l'assessore Rita Miglietta proporrà una delibera per la partecipazione ad alcuni avvisi regionali che supportano operazioni di restituzione dei beni alla collettività: uno di questi si trova a Torre Rinalda, chee potrebbe diventare la sede dei comitati locali delle marine e che è stato inserito in due diverse procedure; la seconda comprende anche un immobile a Torre Chianca. L'esponente del governo cittadino ne ha parlato in mattinata, nel corso della commissione Lavori Pubblici (presidente Angelamaria Spagnolo) nella quale è stata fatta una ricognizione degli immobili acquisiti al patrimonio di Palazzo Carafa (l''ufficio era rappresentato dall'avvocato Francesco Goffredo). 

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