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Sergio Blasi fa sul serio : “Se Renzi vince le primarie, lascio il Partito democratico”

Alla presentazione del libro "Con le nostre parole", di Matteo Orfini, il segretario regionale del Pd ha dichiarato che non sosterrà il sindaco di Firenze in caso di vittoria su Bersani: "E' il berlusconismo dalla nostra parte"

LECCE – Si chiama “Con le nostre parole” il libro di Matteo Orfini, responsabile nazionale per la cultura del Pd, partito accreditato da tutti i sondaggi come il più grande d’Italia. Il saggio è stato presentato, alla presenza dell’autore, dal segretario regionale dei democratici, Sergio Blasi. Ha moderato Claudio Scamardella, direttore di Nuovo Quotidiano di Puglia.

Giustizia, eguaglianza, democrazia: i valori fondanti. Primarie, alleanze, crisi: le questioni urgenti.  Il principale partito del centrosinistra si dibatte da anni alla ricerca di un’identità precisa e nonostante il favore elettorale di cui pare godere in questo momento, sembra sempre sul punto di farsi del male da solo, dilaniato da una lotta tra gruppi di potere che spesso hanno orizzonti programmatici molto diversi: ecco perché, ad esempio, il Pd non ha ancora sciolto il nodo se aderire o meno alla grande famiglia del Partito socialista europeo.  L’affiliazione al Pse, secondo Orfini, sarebbe un punto di convergenza con Nichi Vendola, interlocutore naturale di ogni dialogo a sinistra.

A proposito del governatore pugliese che proprio ieri ha ufficializzato la sua candidatura, Blasi ha espresso la sua soddisfazione, sottolineando però che in caso non dovesse prevalere sugli avversari, il leader di Sel avrebbe il compito di chiudere al meglio la legislatura regionale.

Sulle primarie, il dirigente nazionale ha difeso la proposta del doppio turno, ipotesi che invece sta provocando una polemica molto accesa tra Renzi e i suoi sostenitori, contrari, e il resto del partito. Il sindaco di Firenze - che sabato sarà a Lecce - ritiene questa previsione, di cui si discuterà nell’assemblea nazionale, che si terrà nello stesso giorno, che dovrebbe riscrivere lo statuto, un ostacolo alla sua corsa verso la leadership del centrosinistra, anche se nelle ultime ore potrebbe aver rinunciato ad uno scontro frontale su questo punto specifico.

“Il ballottaggio è invece un garanzia anche per Renzi – ha dichiarato Orfini – perché serve a garantire al vincitore delle primarie il sostegno della metà più uno dei votanti. Del resto anche le primarie con cui è stato scelto Renzi, a Firenze, prevedevano il doppio turno”. L’ambizioso primo cittadino fiorentino è stato attaccato da Blasi: “Uno spettro si aggira per l’Italia, il giovanilismo. Io gli contesto il programma, le idee, non il fatto di essere giovane. Se vincesse Renzi, questo lo dico, io esco dal Pd perché non accetto la prospettiva politica alla quale la sua vittoria porterebbe”. “E’ una prova del berlusconismo che è entrato da questa parte del campo” ha aggiunto in un altro passaggio il segretario regionale che ha dunque ribadito quanto, qualche giorno addietro, era parso più una provocazione. 

Orfini ha concluso l’incontro con una previsione: “Renzi sta caratterizzando la sua candidatura contro il Partito democratico e questo pone il rischio di una rottura il giorno dopo le primarie. Credo tuttavia che se dovesse vincere si rimangerebbe molte delle sciocchezze che ha detto ultimamente”

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