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Scempio al Carlo V. Gli operatori ecologici chiedono la bonifica straordinaria

Dopo la segnalazione alla vigilia di Natale è stato rimosso solo qualche rifiuto lungo le mura. Il personale si rifiuta di intervenire se non con adeguati mezzi e precauzioni. L'assessore Andrea Guido, intanto, porterà lunedì la questione in giunta

LECCE – I lavoratori della nettezza urbana non ci vogliono proprio mettere piede nella discarica a cielo aperto che si trova ai piedi del castello di Carlo V, sul lato di viale Marconi. Pochi metri quadrati diventati ricettacolo di inciviltà e incuria, come documentato da questo giornale, e non per la prima volta, solo pochi giorni addietro.

E’ necessaria, dicono, una bonifica straordinaria, che va condotta con interventi e attrezzature adeguate. E così l’assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido, lunedì a mezzogiorno porterà la questione in giunta. Ci vuole infatti una delibera del governo cittadino per individuare nelle pieghe del bilancio i fondi necessari.

Dopo la segnalazione alla vigilia di Natale, sono stati rimossi alcuni rifiuti presenti ai piedi della mura, ma all’una e all’altra estremità la situazione non è mutata in maniera sostanziale: e l’assessore, questa mattina, se ne è reso personalmente conto. Due cose sono certe, al momento: la prima è l’urgenza della bonifica perché uno scempio così non può essere tollerato, la seconda è l’approntamento di una soluzione definitiva perché un intervento straordinario, come accaduto in passato, non risolverà la questione.

In base a questa consapevolezza l’assessore all’Ambiente ritiene indispensabile un’azione coordinata con il settore Traffico (Luca Pasqualini) e con quello dei Lavori pubblici (Gaetano Messuti). Il primo, ritiene Guido, dovrebbe impedire, tramite la polizia locale, il bivacco di quel gruppo di persone di etnia rom, ritenute responsabili di usare quell’angolo come latrina e che sono solito sostare nelle aiuole tra il castello e l’estrema propaggine della fila di bancarelle dove venditori ambulanti di altre nazionalità vendono la loro mercanzia. Il secondo, invece, insieme alla Soprintendenza potrebbe approntare una cancellata o qualunque altra forma che impedisca l’accesso.

Ogni volta che si rende necessaria una bonifica, la comunità paga due volte: oltre all’evidente danno di immagine, data la centralità del sito e l’importanza del monumento, c’è la beffa economica trattandosi di misure straordinarie. Per rimuovere i rifiuti abbandonati a cielo aperto in tredici punti del territorio comunale, secondo un intervento già programmato, sono stati impegnati 300mila euro.

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