rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

La maggioranza approva il trattato per il Tap: no di Sel e Lega, M5S se ne va

Con 284 voti a favore, è stato ratificato l'accordo con Grecia e Albania. Il 17 il premier Letta sarà a Baku, per la firma definitiva sul gasdotto. Dopo la bagarre di ieri, il M5S ha lasciato l'aula. Si sono espressi contro Sel e Lega Nord

ROMA - Approvato definitivamente il trattato tra Italia, Grecia e Albania per il gasdotto proposto da Tap. E il premier Letta può preparare le valigie per volare a Baku, capitale dell'Azerbaijan, dove il 17 dicembre è prevista la firma definitiva con i proprietari dei giacimenti del Mar Caspio. 

(Leggi il disegno_legge_trattato)

Il semaforo verde della Camera dei deputati è arrivato con il voto favorevole della maggioranza che sostiene il governo Letta. Dopo la bagarre nella seduta di ieri, i lavori sono ripresi questa mattina con toni sempre molto accesi. E il gruppo del Movimento 5 Stelle ha abbandonato l'aula quando, con voto elettronico, è stata respinta la richiesta di interruzione della discussione per consentire una riunione congiunta con i senatori (sulla legge elettorale, dopo la pronuncia di incostituzionalità di buona parte dell'attuale sistema).

Così facendo i deputati del M5S hanno rinunciato ad argomentare le motivazioni della richiesta di pregiudiziale costituzionale e della richiesta di sospensiva, respinte in pochi minuti da Pd, Forza Italia, Scelta Civica e Nuovo Centrodestra, con il solo voto a favore di Lega Nord e Sinistra Ecologia e Libertà, che a sua volta si è vista negare una propria richiesta di sospensiva. Non che con rimanendo in aula sarebbe andate diversamente - i numeri la maggioranza ce li aveva garantiti -, ma il M5S ha così prestato il fianco a chi, come Arturo Scotto di Sel, lo ha definito "disinteressato al merito" della questione. 

(Leggi le richieste_sospensiva)

Per quanto riguarda gli emendamenti, il governo, per bocca del sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti (che nel recente passato è venuto a Lecce per un primo incontro con le istituzioni locali) ha accolto tre ordini del giorno al disegno di legge di ratifica, tra cui quelli di Rocco Palese (Forza Italia) e di Teresa Bellanova e altri (leggi la richiesta_Bellanova). Successivamente, in sede di dichiarazione di voto finale, il deputato ha garantito l'appoggio di Forza Italia al governo, ma ha  riproposto il tema della resistenza "motivata" del territorio, ribadendo la necessità di trovare. nella fase che da oggi si apre, un approdo diverso dal quello di San Foca.

L'esponente del governo, su questo punto, ha dichiarato la disponibilità dell'esecutivo a valutare tutte le soluzioni che Tap vorrà proporre nei mesi a venire, così come oggi è chiamato a giudicare quella esistente. Marietta Tidei, per il Partito Democratico, ha suggellato il sì al trattato con l'argomentazione del valore strategico dell'opera per l'approvvigionamento energetico europeo, ma ha anche specificato che la ratifica non presuppone alcun automatismo rispetto alla realizzazione del gasdotto così come proposto, cioè con approdo in territorio di Melendugno. Franco Cassano, del Pd, ha dichiarato la sua astensione e poi si è proceduto alla votazione finale: si sono pronunciati favorevolmente in 284, i contrari sono stati 42, gli astenuti 9.

Il commento del Comitato No Tap: "Argomenti di scarso valore"

Dopo aver seguito la seduta della Camera dei deputati in diretta web, i portavoce del Comitato Bo Tap hanno così commentato la discussione a Montecitorio: “Riteniamo gli argomenti sostenuti in aula oggi veramente di scarsa consistenza. L’ost (open space technology, incontro pubblico a Borgagne dello scorso fine settimana, organizzato dalla Regione Puglia, ndr) tenuto nell’ ambito del processo partecipato, ma a dire il vero anche i discorsi che si fanno da tre anni nei bar dei paesi interessati, hanno una competenza decisamente maggiore. Il risultato della seduta è stato quello di ratificare le parole dell’ad in Italia di Tap, faccio prima a dire con chi non ho parlato”. Il riferimento conclusivo è alle dichiarazioni rese martedì scorso da Giampaolo Russo, country manager del consorzio, nel corso di un incontro con i giornalisti.

La versione di M5S: "Noi via perché le minoranze non sono rispettate"

In una nota giunta nel pomeriggio, i deputati del Movimento 5 Stelle hanno motivato il loro abbandono dell’aula e la “bagarre” di ieri. Stando al loro rapporto, durante la discussione di ieri alla Camera su Tap, il M5S aveva richiesto di rinviare l’esame del provvedimento. Hanno considerato una la forzatura quella del ministro Dario Franceschini (Pd) al regolamento, paventando sanzioni per l’Italia, in caso di ritardi. Fatto per M5S “inesistente”. Dopo il rifiuto della vicepresidente Marina Sereni di ricalendarizzare la ratifica, è sfociata in un’occupazione “simbolica e pacifica” dei banchi del governo. Ma anche, denunciano, in un’aggressione da di Pierdomenico Martino (Pd) al deputato pugliese Emanuele Scagliusi con strattoni e spinte. Stando al Movimento, le sarebbe stato anche sottratto il cellulare e a tal proposito hanno anche inviato alcune foto.

“A lavori sospesi – dichiara Emanuele – alcuni deputati Pd si sono avvicinati ai nostri banchi con fare minaccioso, in particolare il deputato Martino che si è rivolto con tono aggressivo al collega Carlo Sibilia. Con intento di autodifesa e per evitare aggressioni, ho preso il cellulare per riprendere la scena. Cellulare che Martino mi ha strappato dalle mani con veemenza ”.

Oggi, nuovo capitolo, con la presidente Laura Boldrini che non ha concesso una sospensione dei lavori al M5S per calendarizzare una proposta di legge elettorale per il ritorno al Mattarellum. Richiesta presentata in seguito alla dichiarazione di illegittimità del Porcellum da parte della Corte Costituzionale.  C’è poi stata una terza richiesta del M5S di sospensione dei lavori per permettere una riunione congiunta Camera-Senato per discutere degli ultimi sviluppi. Come da regolamento e concessione al Pdl per Berlusconi a fine luglio. Dopo l’ennesimo respingimento, l’abbandono dell’aula come gesto di disobbedienza civile – dichiarano i deputati Emanuele Scagliusi, Diego De Lorenzis, Giuseppe L’Abbate, Giuseppe D’Ambrosio, Francesco Cariello e Giuseppe Brescia – viste le tante irregolarità e perplessità che si sono riscontrate nel torbido iter della proposta di legge. Perché siamo per il rispetto delle regole e della legalità oltre al metodo e al merito del provvedimento”.

Scagliusi-Martino4-2“Non possiamo permettere che i nostri diritti vengano violati di continuo in un’Aula che non tutela le minoranze. Una civiltà che non abbiamo notato nell’atto vergognoso e violento dell’’onorevole Martino - rimarcano - , già protagonista di un’aggressione nei confronti del nostro collega Manlio Di Stefano e ci pare quantomeno strano che i parlamentari del Pd abbiano dichiarato di non aver visto nulla: ci sono video che testimoniano l’accaduto in tutta la rete”.

“Tornando al provvedimento Tap – continuano i deputati 5 stelle – è inaccettabile la balla del ministro Franceschini che ha accelerato l’approdo del trattato parlando di fantomatiche sanzioni e perdite economiche per l’Italia nel caso il presidente Letta si fosse presentato a Baku  il prossimo 17 dicembre senza la ratifica in mano. Il nostro gruppo ha fatto notare alla presidenza della Camera che il trattato non prevede penali: anzi, adesso, il Consorzio Tap con sede in Svizzera ha il diritto alla richiesta di una eventuale penale qualora i lavori dovessero venire bloccati. Nel Consorzio Tap non c’è alcuna azienda italiana, ma il fondale adriatico e la costa pugliese verranno danneggiati dall’inutile gasdotto. Gli altri deputati, come se niente fosse – concludono i parlamentariM5S – hanno proseguito con i lavori, approvando il progetto nonostante i nostri scranni fossero vuoti”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La maggioranza approva il trattato per il Tap: no di Sel e Lega, M5S se ne va

LeccePrima è in caricamento