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Caos rendita catastale e tasse: Congedo assolve l'amministrazione Perrone

Per il candidato alle primarie del centrodestra, alla base della revisione degli estimi vi era un intento di equità fiscale, poi tradito dall'Agenzia del Territorio

LECCE - Sulla vicenda degli estimi catastali Saverio Congedo assolve l'amministrazione di Paolo Perrone che diede l'input al processo di revisione. Da quella decisione è scaturito l'aumento della rendita di circa 70mila immobili e, conseguentemente, dei tributi locali per tutti coloro che non avevano seguito la strada del ricorso in sede tributaria.

Sostanzialmente Congedo ha sposato la tesi che a suo tempo fu esposta dall'allora assessore al Bilancio, Attilio Monosi, quando la giunta decise di fare marcia indietro e provare, invano, a fermare la procedura avviata dall'Agenzia del territorio dopo la firma a Palazzo Carafa di un protocollo: "Il Comune di Lecce nel 2010 quando si era ancora in regime Ici, quindi prima dell’inasprimento della tassazione determinato dal passaggio all’Imu - ha spiegato oggi il candidato, con al fianco il tributarista Maurizio Villani -, individuava uno scostamento medio tra i due valori prima del 35 per cento, a luglio, e successivamente del 43 per cento, a ottobre, dividendo inoltre la città in due micro-zone. In altre parole, immobili che avevano un valore di mercato di 143, pagavano le tasse come se ne valessero solo 100. La stessa delibera, poi, affidava all’Agenzia del Territorio il compito di effettuare il riclassamento degli immobili".

Insomma, alla base del provvedimento, ci sarabbe stata una ragione di equità fiscale. I fatti però hanno poi dimostrato che quel processo di revisione tanto equo non si è rivelato, come ammetto lo stesso Congedo ricordando il recenteo pronunciamento della Cassazione: "In sostanza, nella sentenza si contesta all’Agenzia del Territorio di aver effettuato quella riclassificazione innalzando in maniera automatica e indiscriminata il classamento di tutti gli immobili alla classe immediatamente superiore, senza procedere invece ad una valutazione analitica come la legge prevede. Da allora nessuna amministrazione comunale ha mai revocato quelle delibere che avviavano la procedura di riclassamento, neanche quella guidata da Salvemini. Non lo hanno fatto per una ragione molto semplice, e cioè che in mancanza di un appiglio solido, che oggi invece la sentenza della Cassazione fornisce, quella decisione avrebbe rischiato di determinare un danno erariale di cui sarebbero state chiamate a rispondere".

Dall'aumento della rendita sono stati risparmiati, dunque, solo quei proprietari che hanno fatto ricorso davanti al giudice tributario, mentre coloro che non lo hanno presentato dovranno adeguarsi ai nuovi estimi. In poche parole significa che due appartamenti dello stesso valore, siti nella stessa via e magari anche allo stesso piano, sono gravati da diversa tassazione. Dopo la sentenza della Cassazione, precisa Congedo, sarebbe finalmente possibile la revoca delle delibere del 2010 che hanno dato il via alla procedura: "Successivamente, si dovrebbe concordare con l’Agenzia delle Entrate il conseguente ritiro della determinazione dell’Agenzia del Territorio del novembre del 2010. A quel punto si potrebbe procedere ad una nuova revisione del classamento e delle rendite degli immobili, magari aumentando sensibilmente il numero delle micro-zone, facendo tesoro dei rilievi mossi dalla magistratura tributaria".

Nella conferenza è stata anche affrontata la vicenda dei passi carrai: anche qui la proposta è quella del ritiro in autotutela, in questo caso delle notifiche degli avvisi di pagamento relative al 2013, prima annualità non ancora prescritta. Per Congedo il Comune di Lecce avrebbe stabilito chiaramente, sin dal 2000, l'abolizione generalizzata della tassa e dunque immotivate sarebbero le richieste di pagamento avanzate nei mesi scorsi. L'ex sindaco, Carlo Salvemini, ha invece ribadito che quegli avvisi sono necessari per recuperare un vero e proprio errore delle amministrazioni precedenti: l'esenzione dal pagamento, infatti, sarebbe stata riservata ai disabili e poi estesa arbitrariamente a tutti i proprietri di accessi in strada. Quanto richiesto ai cittadini sarebbe il corrispettivo - comunque senza interessi né more - di quanto avrebbero dovuto versare.

Congedo ha detto che le due soluzioni sarebbero alla portata anche del commissario prefettizio, come prima lo erano state per Salvemini, e che in ogni caso il suo impegno è quello di chiudere definitivamente queste partite.


 

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