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"Costosa e inefficiente": Cariddi contro la gestione regionale dei rifiuti

Il sindaco di Otranto, dal sito istituzionale, torna sulle criticità del ciclo rifiuti e denuncia gli aggravi, anche alla luce dell'introduzione della Tares: "Inaccettabile differenziare, senza che si riducano i costi smaltimento"

OTRANTO - Il sindaco di Otranto contro l'attuale gestione regionale dei rifiuti: nella rubrica di informazione, pubblicata sul sito istituzionale, Luciano Cariddi fa riferimento anche all’Ato Lecce e l’aggravio dei costi, alla luce dell’introduzione nel 2013 della Tares. Tante le incertezze per il futuro, su cui si concentrerà la discussione del prossimo consiglio comunale, con un passaggio sulle previsioni regolamentari di cui dovrà dotarsi l'ente e sull'aumento della tassazione in capo ai contribuenti, dovuta alla "necessità di coprire i costi legati al servizio di smaltimento dei rifiuti".

"Un obbligo - asserisce Cariddi -, che oltre a limitare per i Comuni la libera autodeterminazione nelle proprie gestioni di bilancio e dei servizi forniti, comporta l’impossibilità di ridurre la Tares in capo ai cittadini, anche se si avessero altre risorse di bilancio disponibili per far fronte ai costi di smaltimento".

Il sindaco critica il "dirigismo centrale": "Sia con l’Imu che con la Tares sono stati chiamati i Comuni ad agire da esattori per conto del governo, ribaltando così agli enti locali la responsabilità dell’accresciuta imposizione". Poi evidenzia "l’incremento esponenziale registratosi in questi ultimi anni nei costi del ciclo dei rifiuti" per il territorio: "Sarò ripetitivo con questa mia denuncia, ma continuo a vedere grandi lacune, da un lato, nel ciclo impostoci dalla Regione Puglia, e dall’altro, nei progetti e contratti messi in essere dalle diverse Ato / Aro. È inammissibile imporre obblighi organizzativi ai Comuni e ai cittadini per raggiungere determinati livelli di differenziata quando l’impiantistica prevista per un compiuto ciclo dei rifiuti ancora non è adeguatamente disponibile".

Il sindaco di Otranto precisa che, con l’attuale sistema di impiantistica disponibile e con la "pessima organizzazione dei metodi di raccolta", la Puglia si assesta intorno al 22% di rifiuti differenziati, a fronte di un obiettivo datosi pari al 65%: "Al danno - afferma - si aggiunge anche la beffa. Ai Comuni verrebbe applicata una sanzione (ecotassa) per il mancato raggiungimento dei livelli stabiliti di differenziata, quando questi sono, di fatto, spogliati da qualsivoglia ruolo nella gestione dei servizi di raccolta e smaltimento, che vengono realizzati, invece, dalle Ato / Aro".

"Ciò che è assolutamente inaccettabile - aggiunge - è il fatto che nonostante si differenzi il rifiuto (ormai anche con raccolta monomateriale), comunque i costi di smaltimento non si riducano. Il vero motivo della mancata riduzione dei costi, nonostante si differenzi, sta nel fatto che, come afferma lo stesso piano regionale dei rifiuti appena approvato, tutta l’impiantistica sia stata delegata alle aziende private che hanno fatto cartello, creando un oligopolio che ha permesso loro di praticare tariffe di smaltimento e di riciclo al di sopra di quanto si giustificherebbe in base al piano dei costi e di quanto scaturirebbe se si potesse operare in un ambito di vero libero mercato".

"È inaccettabile - si legge - che si faccia pagare ai Comuni, per il ritiro di rifiuti riciclati quali vetro, carta, plastica e metallo, 50,00 euro a tonnellata (per la verità fino a poco tempo fa anche 200,00 euro a tonnellata), quando ai gestori del servizio di raccolta, dai consorzi che acquistano tali rifiuti per riciclarli, la stessa tonnellata viene pagata circa 200,00 euro. Praticamente le aziende guadagnano due volte: prima dai cittadini e poi dai consorzi".

L'auspicio del sindaco è quella di un approccio al tema fatto con "serietà" e "competenza", per limitare la produzione di rifiuti, da un lato, e a calmierare i costi di smaltimento, per poter ridurre la tassazione sui cittadini.

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