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La denuncia: nel Salento ci sono ancora 323 case popolari da sgomberare

Leonardo Donno del M5s ha ottenuto i dati dopo un accesso agli atti di Arca Sud. "I Comuni sono inerti, li contatterò uno a uno"

LECCE – Sono 323 le pratiche di decadenza sulle case popolari in provincia di Lecce che attendono ancora di essere evase. In termini più pratici, alloggi da sgomberare perché chi vi si trova dentro, ha perso diritto all’occupazione. Lecce è in testa al gruppo, ma questo è ovvio, considerano che il capoluogo è anche la città più grande del Salento. Sono però i numeri in generale a far riflettere Leonardo Donno, portavoce alla Camera del Movimento 5 stelle e membro della Commissione bilancio. Il quale invita oggi i Comuni a essere più celeri su questo fronte.

E’ stata Arca Sud Salento, l’ente gestore, a comunicare il dato alle amministrazioni locali, circa la perdita del diritto di occupazione. Dati molto recenti, aggiornati al 10 luglio scorso, frutto di un’apposita richiesta di accesso agli atti avanzata da  Donno ad Arca Sud. Il quale, ora, intende interessare il Governo nazionale con un’interrogazione. Lo scopo: dare una scossa alle amministrazioni inadempienti, rispetto a quanto accertato e comunicato dall’ente.

Per quanto riguarda la “classifica” dei Comuni inadempienti, come detto, spicca Lecce: 49 le pratiche di decadenza ancora al palo. A seguire: Nardò (29), Gallipoli (18), Copertino (16), Galatina (12) e Squinzano, Maglie e Tricase (ex aequo a 11). 

Leonardo Donno M5S-2“È chiaro – spiega Donno - che le decadenze inevase sono in proporzione al numero di alloggi popolari presenti in ogni Comune, dunque è piuttosto scontato che in quelli più grandi il numero di sfratti al palo sia più alto rispetto a quello delle realtà più piccole. Al netto di questa valutazione, però – prosegue -, non possiamo chiudere gli occhi davanti ad una realtà evidente: i Comuni devono riservare maggiore attenzione e celerità di intervento su questioni scottanti come questa. Lecce in primis, considerato il processo ancora in corso che vede coinvolti anche ex amministratori locali”.

Il riferimento è allo scandalo case popolari, con un processo al momento in corso nel quale sono coinvolti fior di politici locali. “In Tribunale – ricorda ancora Donno - la stessa Sandra Zappatore, direttore di Arca Sud, ha denunciato un meccanismo ormai consolidato: il blocco degli sgomberi per imposizione di politici, all'epoca assessori di Palazzo Carafa, attualmente sotto processo. Una denuncia coraggiosa di meccanismi contorti, la sua, che mi ha spinto a voler andare a fondo nella questione per garantire una svolta una volta per tutte”.

Quindi, al di là dell’interrogazione, Donno conta anche di contattare a una a una tutte le amministrazioni comunali e chiedere lumi. “Perché tanta inerzia?”, si domanda. “Dopo di ciò bisognerà procedere secondo giustizia, garantendo un'abitazione agli aventi diritto. Abbiamo i mezzi per combattere la mafia ma non sappiamo usarli - conclude Donno-. Così non va. La stretta governativa si è resa necessaria”.

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