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Centro sinistra: AAA cercasi soluzioni per provinciali

Incertezze sulla riconferma di Pellegrino, sul candidato alternativo, sulle primarie, l'alleanza con l'Udc nel partito di Casini affiora la candidatura di Pepe, ma iniziano a sorgere le prime grane

Le prossime elezioni provinciali 2009tengono banco quotidianamente nella discussione degli schieramenti politici, che si giocheranno la presidenza di Palazzo Celestini, al posto dell'uscente Giovanni Pellegrino, intenzionato per ora a mettersi da parte. Del resto, l'attuale presidente non aveva mai fatto mistero, fin dal giorno della propria elezione, di sentirsi comunque un "leader di transizione", pronto a cedere il passo alle nuove leve. Ma la "transizione" nello schieramento del centro sinistra sta assumendo i contorni di una fase dolorosa, dove emergono di giorno in giorno pericolose contraddizioni e contrapposizioni sulla scelta del proprio candidato, ma soprattutto della coalizione. E così l'operazione paventata dallo stesso Pellegrino di una nuova alleanza con l'Udc non sembra registrare entusiasmi particolari: sono soprattutto i partiti minori della coalizione a storcere il naso, sapendo che la forza centrista di Casini chiederebbe ad alcune forze di mettere da parte il simbolo di falce e martello.

Giuseppe Merico, segretario regionale dei Comunisti italiani ed assessore provinciale ai trasporti, nei giorni scorsi, aveva invitato la coalizione a ricercare prima un accordo interno e poi pensare ad un eventuale allargamento all'Udc, verso il quale non esisterebbe alcun pregiudizio: "Sarebbe assurdo, però - sottolineava Merico - che fosse l'Udc, che non volle rinunciare al simbolo con Berlusconi, a chiederci di riporre falce e martello". Più consensi sulla possibile alleanza con l'Udc arrivano all'interno del Pd, che tra qualche distinguo ed inviti a "non impiccarsi" in questa rincorsa, appare il partito più convinto di questo accordo. Pellegrino, dal canto suo, si augura che "nessuno si metta di traverso, anche perché rispetto al 2004 il quadro politico è mutato".

Un'altra questione all'ordine del giorno per il centro sinistra, ma soprattutto nel Partito Democratico, appare quella delle primarie: l'ex presidente Ria la reputa una scelta necessaria all'interno del Pd per la scelta del presidente; dello stesso avviso, il capogruppo dell'opposizione leccese, Antonio Rotundo, che chiede che la metodologia delle primarie si estende alla scelta dei candidati dei 36 collegi della provincia. E sul tema torna alla ribalta anche Sergio Blasi, sindaco di Melpignano ed ex segretario del Pd, che ritiene le primarie "la via più trasparente per la scelta della classe dirigente chiamata al governo degli enti locali" e che si dice favorevole ad estenderle a tutta la coalizione. Di tutt'altro avviso, invece, Teresa Bellanova, che reputa inutili le primarie, se prima non si sciolgono i dubbi sulle alleanze.

Vittorio Potì, consigliere regionale del Partito socialista, lamenta l'assenza di una regia regionale per il coordinamento delle alleanze, con il rischio sempre più consistente per il centro sinistra di una clamorosa debacle. E sul batti e ribatti pro primarie, Potì lo ritiene inconcludente, evidenziando come l'unica medicina per il centro sinistra sarebbe "riconfermare Giovanni Pellegrino" e stringere una seria alleanza con l'Udc, offrendogli qualcosa sul piano politico. Sulla ricandidatura di Pellegrino, appare d'accordo anche Giuseppe Merico, il quale crede che senza l'attuale presidente il centro sinistra salentino rischi di tagliarsi "in cinque tronconi": "Non credo che Pellegrino abbia paura di perdere - spiega -, sono semmai quelli del Pdl a temere la sua ricandidatura, che ritengo naturale e doverosa, anche se il Pd preme per altre soluzioni. Alle primarie guardiamo sempre con scetticismo e si potrebbe pensare ad esse solo nel caso estremo della definitiva uscita di scena di Pellegrino e di una difficoltà oggettiva di trovare un candidato alternativo condiviso".Ed Egidio Zacheo della Sinistra Democratica, è stato il primo ad insistere sulla necessità di "formalizzare la proposta di un'alleanza con l'Udc, a cui spetterebbe la designazione di un candidato alla presidenza del 2009".

E dall'Udc, dinanzi a tanta attenzione, che si pensa? Le lusinghe bipartisan, ovviamente, non dispiacciono: più volte lo hanno detto il segretario provinciale, Salvatore Ruggeri, ed il coordinatore regionale, Angelo Sanza. Di certo, l'alleanza con il centro sinistra appare un'opportunità interessante, se visto in un'ottica locale, anche se il partito di Casini si è sempre proposto come "alternativo alla sinistra". Col Pdl, i rapporti si sono molto raffreddati dalle scorse politiche e continua ad esserci una forte tensione, visto che la richiesta di "mettere da parte il simbolo" non è mai stata ritirata. Dall'Udc, pertanto, si ribadisce la richiesta di "dignità e rispetto", consci che con il proprio consenso sul territorio si potrà avere un ruolo determinante nel decidere le sorti di Palazzo Celestini. Per ora, dunque, nessuna alleanza certa col centro sinistra e c'è già chi sia pronto a scommettere che l'Udc conserverà la propria equidistanza dai due schieramenti, rischiando da un lato lo stritolamento, e dall'altro di essere l'ago della bilancia. Dal partito di Casini, è già volato il nome del proprio candidato, annunciato dallo stesso Ruggeri, ai margini di un'assemblea di partito: trattasi del senatore Gino Pepe, "una persona - ha spiegato Ruggeri - che vogliamo supportare con grande entusiasmo. È sicuramente la persona più adatta a guidare la provincia". Ma non sono solo giorni di incontri serrati e di corteggiamenti per l'Udc: il partito, al suo interno, cova due anime, una delle quali è molto critica nei confronti di un'alleanza con il centro sinistra. In molti si sono accorti dell'assenza di Gino Caroppo dall'assemblea di Matino: i maligni vociferano che non sia tutto casuale e che l'ex coordinatore regionale sia in procinto di fuggire dal partito, per aggregarsi al Pdl. Solo voci? Non è dato saperlo, finché almeno il diretto interessato non parlerà. Ma una sua fuoriuscita dall'Udc sarebbe tutt'altro che un problema di poco conto. Insomma nell'Udc, non solo rose.

Capitolo centro destra: nessuna grossa novità sul quadro delle candidature, ma sono diversi i movimenti a "destra" della coalizione. Pare certo, infatti, che come nel 2004, sarà della partita la Lega del Cittadino e dell'Ambiente col proprio simbolo e in tutti i collegi. Ruggero Vantaggiato, esponente della destra storica, sta lavorando già alle strategie, anche se non sarà direttamente coinvolto nella partita, perché vuole far spazio a giovani forze: tra le file della lista appare probabile la candidatura di politici scontenti del ruolo di An nel Pdl. E non sarebbe neanche il primo caso. Il direttivo di Destra di Base annuncia, infatti, di voler iniziare dalla prossima settimana, una serie di incontri in tutta la provincia, con i dirigenti locali ed i militanti di An, al fine di aggiornare la base militante sulla reale situazione nazionale e provinciale del partito e del Pdl e di riunire tutte le varie componenti di An radicate sul territorio, per rappresentare e tutelare la Destra salentina.

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