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Forum dei lettori su università islamica: “Toni da crociata e da scontro tra civiltà”

Sull'ipotesi di un centro accademico islamico negli spazi dell'ex Manifattura Tabacchi in via Birago, si è aperto un dibattito nel quale LeccePrima coinvolge i lettori in prima persona. Il contributo che segue è di Cosimo Alessandro Quarta

LECCE - L’ipotesi di apertura a Lecce di un centro universitario islamico ha scatenato dibattiti accesi e contrapposizioni forti, più della stessa candidatura della città a Capitale europea della Cultura. La cosa mi ha spiazzato non poco, anche perché la disponibilità ad ospitare un’università sarebbe solo uno degli aspetti, forse il meno clamoroso, dell'essere una Capitale europea della cultura.

Lo scetticismo e in molto casi l’aperta opposizione che questa proposta sta riscontrando nelle opinioni dei cittadini e della classe dirigente cittadina la dice lunga sull’avventatezza della stessa candidatura per il 2019 e forse in parte spiega la sconfitta dello scorso 17 ottobre.  Ho ascoltato e letto (anche su queste pagine) le preoccupazioni e le paure più scomposte e goffe dei miei concittadini neanche si stesse proponendo una base di addestramento di Al-Qaida o un’ambasciata dell’Isis. Toni da crociata, scenari di scontro di civiltà, evocazioni del sacco di Otranto mi convincono della bontà dell’iniziativa di Giampiero Khaled Paladini: l’Islam è una realtà antica e variegata che gli italiani ignorano completamente e forse l'Università Islamica potrebbe aiutare a colmare la lacuna.

Persino sull’edificio si sono sollevati dei dubbi quando, probabilmente, quella dell'università islamica è l’unica proposta che potrebbe salvaguardare il bene nel suo valore architettonico e garantirne una funzionalizzazione coerente e rispettosa del suo pregio. Ovviamente anche io rimango meravigliato dalla proposta della Confime e mi chiedo come mai abbiano scelto Lecce per questo investimento: quale prospettiva potrebbe avere una simile istituzione in queste lande desolate. Ci si aspetterebbe che gli investitori si orientino su collocazioni ben diverse da Lecce: città ben collegate, capitali con una storia di multiculturalità consolidata, metropoli moderne in grado anche di dare una prospettiva professionale ai ragazzi che si formano in questa università, luoghi di interesse economico per partner arabi, turchi, malesi, indonesiani.

Perché proprio Lecce? Io personalmente ne sono lusingato ma non riesco a spiegarmelo. Sarebbe utile che i proponenti spiegassero bene la scelta di Lecce così come sarebbe utile alla stessa iniziativa (che mi auguro abbia successo) che i media e la classe dirigente salentina evitassero di accapigliarsi sul dito trascurando la luna che viene indicata.

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