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Per Salvemini lo slancio di Una Buona Storia per Lecce, il no di Lbc

I due movimenti, che avevano cercato invano una sintesi in un confronto aperto anche al Pd e all'Udc, sono su due posizioni distinte

LECCE – Mentre Carlo Salvemini annuncia per sabato mattina una conferenza stampa per comunicare la sua decisione rispetto alla proposta ricevuta di essere il candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali (decisione condizionata alla verifica di una reale unità delle forze politiche della coalizione e alla piena autonomia decisionale) si manifestano, su binari paralleli, incoraggiamenti ma anche bocciature.

Nel primo caso è Giuseppe Fornari, promotore di “Una Buona Storia per Lecce” e primo firmatario della petizione on line pro Salvemini (mille le firme raggiunte), a definire l’esponente progressista come il candidato più autorevole. Fornari ricostruisce anche il modo in cui è nata l’idea di puntare sul consigliere comunale uscente: “Abbiamo partecipato ai tavoli del centrosinistra e alle riunioni con gli altri movimenti civici chiarendo a tutti, con nettezza e senza possibilità di fraintendimenti, la nostra posizione ed il nostro unico interesse, quello cioè di trovare una sintesi intorno ad un'idea comune di città che fosse caratterizzata da una assoluta discontinuità con il blocco di potere che ha governato Lecce negli ultimi vent'anni. Dopo i vari tentativi andati a vuoto nella ricerca del miglior candidato sindaco, tentativi sui quali è inutile tornare, insieme ad altri cittadini abbiamo provato a convincere Carlo Salvemini ad essere lui il candidato sindaco. Lo abbiamo fatto attraverso l'appello pubblico sottoscritto in pochissimo tempo da centinaia e centinaia di leccesi”.

Da questa premessa parte la richiesta all’Udc e agli altri movimenti, Idea per Lecce e Lecce Bene Comune, di unirsi convintamente alla sfida “per guardare al bene della città e sostenere e costruire insieme un progetto capace di rappresentare una vera alternativa ai 20 anni di governo della destra. Se saremo uniti, partiti e movimenti civici, siamo sicuri che daremo alla città una opportunità straordinaria di cambiamento”.

Ma da Lecce Bene Comune, associazione che fu inizialmente promossa proprio da Carlo Salvemini nel corso della scorsa campagna per le amministrative ma all’interno della quale è poi maturato un dissidio che ha portato alla separazione, è arrivato nelle stesse ore un secco rifiuto.

Esponenti del movimento, già prima dell’avvio della fase di confronto, avevano avanzato la proposta di candidare il regista Alessandro Valenti, ipotesi che poi il diretto interessato aveva subordinato all’esistenza di una coalizione coesa. Durante gli incontri pubblici e privati tra tutti i movimenti (con la partecipazione anche di deputati del Pd e e del segretario cittadino dell'Udc) è emersa poi una sostanziale inconciliabilità tra le posizioni, anche rispetto al metodo da seguire (primarie sì, primarie no). Lbc ne dà una lettura che richiama il quadro nazionale.

“Abbiamo preso atto – è scritto in una nota del movimento - della totale assenza di un’idea collettiva, dell’alienazione di ogni forma di dialogo con i movimenti e le associazioni. Abbiamo capito che la posta in gioco non è il governo di Lecce, ancor meno i bisogni, i desideri e le difficoltà dei suoi cittadini: è solo una triste corsa al riposizionamento, tutta interna al partito del dopo Renzi. E non basterà la prima disponibilità di un candidato, chiunque sia, a cambiare il corso delle cose: non è credibile e non siamo i soli a pensarlo”.  

“Nutrivamo poche aspettative, ma ci abbiamo provato: abbiamo chiesto alle associazioni che ci avevano invitato al confronto di assumerci tutti insieme la responsabilità di un percorso, di una coalizione civica all'insegna del cambiamento e di un candidato comune, che non attendesse il salvacondotto del Pd o la benedizione di qualcuno dei suoi maggiorenti”.

Lecce Bene Comune terrà un incontro, domenica pomeriggio alle 16,30 in via Siracusa, per fare un altro passo avanti, insieme a tutti quei concittadini per i quali parole come giustizia sociale, dignità, solidarietà, beni comuni sono ancora valori da anteporre ad ogni interesse individuale o di parte”.

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